Taranto - Verso il corteo del 15 dicembre- tutte/i in campo!

Il 15 Dicembre Taranto scende in piazza, ancora una volta, la sesta in poco più di 4 mesi, cioè dal quel 2 agosto che ha cambiato per sempre la storia di questa città.

14 / 12 / 2012

In questi mesi la città ha vissuto con grandissima attenzione il susseguirsi di eventi legati alle iniziative della magistratura e alle contromosse degli apparati politici locali e nazionali.

Si è sedimentata in città, in questi mesi, la necessità di un protagonismo e di una voglia di riconquista della sovranità che ha investito non solo i movimenti e le associazioni che da anni si battono sul terreno della denuncia e della costruzione di un alternativa alla monocultura dell’acciaio, ma un’intera comunità che ha riscoperto la capacità di confronto e di relazione, di solidarietà e partecipazione.

Questo è un dato sicuramente positivo che non abbiamo mai smesso di sottolineare e che è propedeutico alla costruzione della data del 15 dicembre che si pone come primissimo obbiettivo la messa a valore queste spinte democratiche provenienti dal tessuto cittadino.

A differenza delle precedenti scadenze infatti la convocazione del corteo di sabato rappresenta una grande novità, esso infatti è stato convocato dal “Comitato 15 Dicembre”, un comitato “a progetto”nato dall’ incontro tra movimenti, associazioni ambientaliste e associazioni di categoria che si riconoscono dietro lo slogan TARANTO LIBERA.

Appare quindi necessario analizzare il contesto in cui ci si muove, Taranto negli ultimi mesi è stata palcoscenico di grandi iniziative di piazza ma anche di incontri, convegni, discussioni attorno ai nodi della salvaguardia dell’ambiente e della salute, del modello di sviluppo, degli spazi democratici e più in generale delle alternative ad un presente che ci consegna una città all’ultimo posto della speciale classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore.

Parliamo quindi di molti punti di vista, spesso anche in contraddizione tra loro ma che avranno tutti cittadinanza in un corteo che li unisce sotto uno slogan sicuramente attraversabile ma rideclinabile da chiunque a seconda dei propri percorsi e/o interessi.

Un corteo quindi dagli esiti non scontati in termini di messaggi ed evocazioni in cui si mischieranno interessi di parte e percorsi di partecipazione dal basso, spazi sociali e ordini professionali, realtà autorganizzate e associazioni che timidamente si muovono sul terreno della rappresentanza in vista di possibili elezioni amministrative.

Un quadro quindi assolutamente contraddittorio e proprio per questo interessante, a partire da una considerazione, essere uniti non significa essere tutti uguali. La composizione sociale della città di Taranto vede molti soggetti che vivono il territorio in maniera diversa e che producono molteplici relazioni, affetti e lotte.

Il comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti è riuscito in questi mesi ad essere spazio di incontro tra le varie soggettività che attraversano in forme diverse la città ed è stato suo grande merito essere riuscito ad unire e federare operai e precari, studenti e pensionati, donne e uomini, le loro condizioni e le loro lotte.

Questo accumulo di soggettività dovrà necessariamente essere rappresentato nelle strade perché Taranto Libera deve essere più che uno slogan, ma un vero e proprio percorso di liberazione non solo dai fumi e dai veleni che lentamente ammazzano questo territorio e chi lo abita ma anche da tutti i meccanismi dello sfruttamento e del ricatto che travalicano i cancelli dello stabilimento Ilva e che vedono tutte/i schiacciati dal peso della precarietà che a queste latitudini si fa più feroce di quanto non lo sia altrove.

La grande manifestazione di sabato 15 quindi va oltre il rifiuto del cosi detto decreto “Salva Ilva”, ennesima dimostrazione muscolare di un Governo che sacrifica le esistenze di un territorio e della sua gente sull’altare del profitto, del prodotto interno lordo, delle strategie industriali ed economiche; ma darà forma ad una città che vuole rifiutare di essere vittima un disastro ambientale e sociale, che si oppone ad un inquinamento dell’aria, della terra e delle acque ma soprattutto quello delle coscienze di chi si è sporcato le mani direttamente, compiacente con quel blocco di potere chiamato “sistema Ilva”, e di chi, per tanto tempo, è stato in silenzio perché incapace di vedersi protagonista di un inversione di marcia.

Il 15 Dicembre quindi sarà un banco di prova per tutti: per la città, perché il successo di una manifestazione è sempre dato in prima battuta dai numeri, e per i percorsi di lotta, perché oltre la quantità quel che più misura lo stato di salute dei movimenti è la capacità di essere costituenti in termini di costruzione reale di nuovi rapporti di forza in grado di ridisegnare e ridefinire i rapporti sociali.

La partita che stiamo giocando è aperta ad ogni risultato e non si esaurisce nel corteo di domani pomeriggio, è da giocare a tutto campo, nelle numerose contraddizioni direttamente proporzionali alla portata della sfida che abbiamo dinnanzi.

E una partita complessa, che non sappiamo quanto durerà ma che sicuramente non prevede tempi supplementari, è una partita in cui bisogna sfruttare ogni occasione ed essere bravi a non subire, è una partita in cui contano polmoni, testa ma soprattutto il cuore, è una partita in cui non sono ammessi altri risultati, si può solo vincere.

Domani si gioca! Tutte/i in campo!