Trento - Cariche e lacrimogeni, bloccato il cantiere del TAV

Un centinaio di attivisti notav dalle prime luci dell'alba ha effettuato blocchi al cantiere Novaline di Mattarello. Impediti gli accessi agli operai mentre alcuni attivisti si sono nuovamente arrampicati sulla trivella

7 / 11 / 2015

Si sono ritrovati all’alba nei pressi del cantiere Novaline di Mattarello. 

Un centinaio di attivisti contro l’Alta Velocità del Trentino, dopo le iniziative e la fiaccolata della scorsa settimana, questa mattina hanno effettuato un vero e proprio blocco del cantiere della Grande Opera impedendo l’accesso agli operai e la prosecuzione dei lavori di sondaggio geognostico della trivella di Novaline, già presa ad obiettivo negli scorsi giorni

Gli attivisti si sono disposti su tre diversi blocchi con lo scopo di “coprire” tutti gli accessi al cantiere. Nel tentativo di avvicinarsi alle reti uno dei tre blocchi ha subito una prima carica da parte delle Forze dell’Ordine ma la determinazione dei manifestanti è stata tale da riuscire a passare attraverso i cordoni di polizia e a raggiungere l’ingresso vero e proprio del perimetro del cantiere. A questo punto c’è stata una seconda violenta carica a cui è seguito un fitto lancio di lacrimogeni in pieno bosco per disperdere i manifestanti.

Nel mentre alcuni attivisti, approfittando della confusione, sono riusciti a entrare nel perimetro e in questo momento sono arrampicati sulla trivella, in modo da mantenere il blocco. Gli operai hanno quindi deciso di rinunciare al proseguimento dei lavori nella giornata di oggi.

I manifestanti rimangono a presidiare il cantiere per dimostrare la solidarietà agli attivisti ancora all’interno, che non hanno intenzione di smobilitare il blocco della trivella.

L’iniziativa è stata promossa per cercare di rallentare i lavori dell’Alta Velocità, un’opera impattante e inutile che si rivela essere l’ennesima prova di devastazione ambientale e che vede contrarie molte delle comunità della zona, attive nei comitati per la salvaguardia del territorio.

Oggi, come durante le iniziative della scorsa settimana, in tanti si sono mobilitati a difesa del proprio territorio, rivendicando la possibilità di decidere da parte della cittadinanza rispetto alla realizzazione dell’Alta Velocità, decisione  imposta dall’alto con la scusa del “lo vuole l’Europa”. Le scelte operate finora dalle Istituzioni del territorio (Provincia in primis) - il cambio della legge urbanistica, l’invio della polizia a difesa dei cantieri e il silenzio in merito al progetto preliminare per la tratta trentina del TAV - dimostrano la volontà di agire senza il coinvolgimento dei cittadini e il disprezzo verso gli stessi. 

Di fronte alla sordità delle Istituzioni i comitati rilanciano la mobilitazione e si danno nuovamente un appuntamento per la giornata del 14 novembre, ad un anno dall'acquisto collettivo di un appezzamento lungo il previsto tracciato della nuova linea.

Trento - NoTav

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