Trento - Cosa vogliamo? Vogliamo tutto, fino all'ultima borsa

Iniziativa del collettivo universitario contro il taglio delle borse di studio

18 / 11 / 2016

Il 17 novembre, giornata internazionale del diritto allo studio, anche la Trento universitaria si è mobilitata. 

I motivi per cui si è scesi in piazza, in questa giornata dal significato importante, sono legati principalmente ai tagli introdotti sul nostro diritto allo studio dalla Provincia Autonoma di Trento (PAT). Recentemente, infatti, è stata approvata dalla PAT una “riforma” che introduce il nuovo ISEE come criterio di assegnazione per alloggi e borse di studio. 

La narrazione messa a punto dall’assessora Ferrari, consiglieri provinciali e alcune rappresentanze studentesche ha parlato della riforma con toni entusiastici, presentandola come un mezzo per aumentare gli importi delle stesse borse. Ma se è vero che tali importi aumenteranno, è soprattutto vero che il numero delle borse erogate diminuirà. Il cambio di questi parametri comporterà, infatti, una riduzione drastica del numero degli idonei alle borse di studio: secondo i calcoli della stessa Provincia, i beneficiari diminuiranno di più di un terzo rispetto gli anni scorsi. A tale narrazione si è poi aggiunta la notizia di un investimento di un milione di euro in più della PAT sul diritto allo studio. In realtà, l’Opera Universitaria l’anno scorso aveva previsto una riduzione di più di due milioni di euro per l’erogazione di borse di studio a seguito di una riduzione considerevole dei finanziamenti della PAT allo stesso ente. Un milione di euro in più genericamente investito in diritto allo studio non solo non sanerà il buco di più di due milioni di euro previsti, ma servirà solo a finanziare meno borse di studio anche se più “pesanti”. La stessa decisione presa a poche ore dalla manifestazione odierna, cioè quella di aumentare da 20.000 euro a 21.500 la soglia massima per accedere alle borse di studio fa parte di questa narrazione assolutamente falsa e strumentale. Quello che, infatti, continua a tacere l’assessora Ferrari è che il MIUR consente agli atenei di estendere la soglia massima per accedere alle borse di studio fino a 23.000. Questa decisione sembra quindi avere un valore più strumentale che sostanziale: un tentativo di spegnere i focolai di dissenso che si stanno accendendo attorno alla questione dell’ISEE, o forse quello di favorire certe rappresentanze studentesche amiche che affrontano proprio in questi giorni l’ennesima campagna elettorale in ateneo.

La mobilitazione di ieri ha avuto l’intenzione di scoprire le carte che PAT, rappresentanze studentesche, Opera Universitaria e Ateneo vorrebbero non mostrare, con silenzi imbarazzanti e narrative fasulle; partita con un presidio davanti lettere, si è poi trasformata in un corteo per le vie centrali della città, fino ad arrivare sotto il palazzo della Provincia in Piazza Dante. Qui, sono stati lasciati all’entrata dei sacchi a simboleggiare i soldi tagliati alle borse di studio e gli sprechi perpetrati dalla Provincia a danno della componente studentesca. Un chiaro riferimento alla Biblioteca delle Albere, che sarà inaugurata a breve. Biblioteca questa costata più di 70 milioni di euro e imposta dalla PAT all’Università, nel tentativo di dare linfa vitale a un quartiere come quello delle Albere, che oltre ad essere disabitato si è rivelato un vero e proprio flop economico.

Si è voluto dimostrare che esiste all’interno dell’Ateneo trentino una parte della componente studentesca che non è disposta ad accettare passivamente delle decisioni prese in palazzi troppo lontani dalle aule universitarie, che è stanca di dover subire e pagare prezzi troppo alti per le politiche economiche e gli investimenti sbagliati della PAT.

Soddisfazione da parte del Collettivo Refresh, promotore della giornata, che dichiara: "L'iniziativa ci ha riempito di soddisfazioni: da tanto gli studenti e le studentesse dell’università di questa città non scendevano in piazza. Vogliamo però che sia chiaro che non finisce qui. Vogliamo tutto, tutto. Fino all’ultima borsa, fino all’ultimo diritto negato, senza se e senza ma. Per questo invitiamo tutte e tutti mercoledì 24 novembre, alle 18.00 in assemblea a Sociologia, in modo da continuare questa mobilitazione che non abbiamo intenzione di smettere così presto."