Trento - Negata la sala della Regione per il convegno su Almirante.

Nella giornata di commemorazione della strage di Piazza Fontana si sarebbe dovuto tenere un convegno su Almirante, un'offesa profonda nei confronti delle vittime della strage di Piazza Fontana. La giornata diventa degli antifascisti in presidio sotto la regione per non cancellare la memoria.

12 / 12 / 2014

Una grande vittoria quella ottenuta dalla Rete contro i fascismi nel momento in cui il Presidente della Provincia - Ugo Rossi - ha revocato per motivi di ordine pubblico la sala della Regione dove si sarebbe dovuto tenere il convegno su Almirante. Tale evento è una provocazione inaccettabile e, come espresso dal direttivo dell'associazione di piazza Fontana, è un'offesa e una mancanza di rispetto nei confronti della memoria delle vittime della strage. L'appello promosso dalla Rete contro i fascismi e diverse realtà e soggetti solidali è riuscito nel suo intento, è riuscito a fare la giusta pressione sulle istituzioni affinchè non si tenesse il convegno.

L'appuntamento antifascista e in ricordo delle vittime della strage si è comunque svolto, diventando un momento di denuncia delle responsabilità storiche della destra nella cosiddetta strategia della tensione e un momento di piazza dove smascherare la natura affarista e nazifascista che la destra continua ad avere in questo paese.

Poco prima delle 20 cinque esponenti di Fratelli d'Italia - tra cui la responsabile locale del partito Marika Poletti e il consigliere comunale Manfred De Eccher, nel chiaro intento di provocare e cercare di passare per vittime, si sono infilati dietro il cordone dei carabinieri. Dopo essere stati ridicolizzati e messi sotto pressione sono scappati a passo spedito con la protezione del cordone stesso dei carabinieri.

Trento ha dato prova di essere una città antifascista nella quale il revisionismo storico, i rigurgiti fascisti e dell'intolleranza non devono avere cittadinanza.

Riportiamo qui sotto l'appello:

Era il 12 Dicembre del 1969 quando una bomba scoppiò dentro la sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, uccidendo diciassette persone (quattordici sul colpo) e ferendone ottantotto.

Questa strage, che fu organizzata e compiuta da frange dell'estrema destra italiana (con la connivenza di pezzi dello Stato), segnò l'inizio della cosidetta "Strategia della tensione", un periodo molto cupo e triste per il nostro paese.

A quarantacinque anni da quell'attentato terroristico (di cui non si sono ancora identificati i responsabili materiali), lo stesso giorno a Trento, la sezione di Fratelli d'Italia / Alleanza Nazionale organizza, presso la Sala di Rappresentanza della Regione in piazza Dante, un dibattito per ricordare Giorgio Almirante.

Fra i relatori c'è anche Cristano De Eccher, ex parlamentare di Alleanza Nazionale e Pdl noto alla cronaca per essere stato da giovane responsabile triveneto di Avanguardia Nazionale, un gruppo dell'estrema destra eversiva, ma soprattutto riconosciuto da Guido Salvini (uno dei giudici che si è impegnato maggiormente per tentare di fare chiarezza sulla Strage) come sicuro possessore materiale dei timer che fecero esplodere la bomba di Piazza Fontana.

L'organizzazione di un evento, da parte di un partito politico che non nasconde la sua vicinanza a posizioni neofasciste e la presenza di un relatore vicino o addirittura implicato nei fatti, ci porta a chiedere al Presidente del Consiglio Regionale di negare la disponibilità della Sala della Regione. Far svolgere questa iniziativa in un'Aula Istituzionale sarebbe un grave oltraggio alla memoria di un episodio che ha segnato tragicamente la storia del nostro paese, ma soprattutto un'offesa alla dignità dei parenti delle vittime.

Non è accettabile che questo avvenga nel silenzio delle Istituzioni cittadine e Provinciali, coltivare la memoria ricordando e stigmatizzando fatti come questo e coloro che hanno contribuito direttamente e indirettamente ad attuarlo, è a nostro avviso il modo migliore per difendere il futuro da un possibile ritorno di ideologie regressive come quella fascista.