Trento - Presidio itinerante per una città viva ed accogliente, contro ordinanze e coprifuoco

13 / 2 / 2017

Oggi, lunedì 13 febbraio, diverse persone si sono date appuntamento in piazza Pasi per denunciare le politiche securitarie della giunta Andreatta e pretendere una città solidale, aperta ed accogliente. Il presidio itinerante, lanciato dal centro sociale Bruno, si è spostato in diversi luoghi del centro storico, individuati dai fautori della cultura della paura come spazi di degrado. 

«Altro che capitale della cultura, la città sta diventando la capitale del mantra securitario, nel quale la socialità e le nuove povertà vengono represse e marginalizzate», denunciano nei vari interventi i partecipanti all'iniziativa. Gli attivisti sono entrati in Comune, per consegnare al Sindaco il «Primo Premio per la Città della Cultura della Paura».

Qui sotto il comunicato del Centro Sociale Bruno:

Martedì 24 gennaio una decina di commercianti, assieme ad alcuni volti noti della destra locale, hanno inscenato una protesta in consiglio comunale al grido di “stop alla delinquenza” e “basta degrado”. 

Il teatrino dei commercianti, partito da Piazza Duomo e arrivato a Palazzo Thun, è stato abilmente sfruttato dalla Lega e dalla destra neofascista che stanno utilizzando ogni occasione possibile per avere visibilità e raccogliere consenso. Assieme ai soliti Fugatti e Cia si sono intravisti anche i militanti di Casa Pound e Forza Nuova, quest’ultimi conosciuti ai più per istigazione all’odio razziale, minacce ed aggressioni notturne. I diversi volti xenofobi dell’isteria securitaria uniti in un’unica proposta, ossia quella di chiamare l’esercito e militarizzare ulteriormente la città! 

Ci saremmo aspettati una levata di scudi contro le minacce di una parte minoritaria della città, invece la giunta comunale, pur non avallando l’ipotesi di recintare Piazza Dante, continua ad essere ostaggio delle retorica sul degrado e delle isterie cavalcate abilmente dalla destra. 

Trento è diventata negli anni una città dei divieti, attraverso ordinanze che limitano fortemente la socialità e dove si cerca di marginalizzare la povertà, considerate entrambe dei fenomeni di “degrado”. 

In ordine di tempo, una delle ultime novità volute dal consiglio è quella di istituire un gruppo di vigili urbani anti “degrado”, che a suon di pattugliamenti e multe, coadiuvati da telecamere messe in ogni angolo, dovrebbero mettere le radici nella zona che va da Piazza Dante a Piazza S. Maria Maggiore. In realtà questi nuovi provvedimenti non sortiranno nessun effetto sulla sicurezza ma incentiveranno ancora di più lo svuotamento delle piazze e delle strade, rendendole ancora più vuote e meno vissute. 

A pagare il conto di questo pessimo clima generale sono soprattutto coloro che non vogliono una città dormitorio e le fasce più povere e marginali della società, molto spesso vittime più che carnefici di una situazione in cui sono finiti loro malgrado. La lotta al “degrado” in verità punta ad allontanare dal centro storico tutto ciò che non è funzionale al commercio e alla città vetrina, ovvero tutto ciò che può intralciare gli affari di una piccola parte di cittadini.

Non sarà grazie alla presenza dell’esercito, alzando muri con filo spinato o ghettizzando ulteriormente i soggetti indesiderati che si risolveranno i (pochi) problemi di microcriminalità presenti in città. Semmai è con più attenzione verso i bisogni e i diritti delle persone, preoccupandosi di creare percorsi di inclusione sociale, puntando su welfare e integrazione che si possono affrontare questi nodi critici.

Se proprio dobbiamo parlare di “degrado” non bisogna puntare il dito contro la povertà o contro chi non accetta di vivere in una città vetrina, ma bisogna guardare a ben altro: gli immobili sfitti, gli scandalosi vitalizi, i lavoratori licenziati e lasciati senza reddito, le aree inquinate e poi abbandonate come l’ex Sloi, la gentrificazione e le speculazioni edilizie, i tagli al welfare e alle borse di studio, la precarietà diffusa e gli sfratti. Queste dovrebbero essere le priorità di qualsiasi formazione politica, queste dovrebbero essere le discussioni alle quali vorremmo assistere.

E’ preoccupante ed assurdo che il dibattito cittadino sia focalizzato solo sulla questione sicurezza, riducendo il tutto ad una questione di ordine pubblico, controllo e repressione verso il povero, il migrante o i giovani che vivono la città dopo le 22 di sera.

Troviamoci lunedì 13 febbraio alle ore 18 in piazza Pasi per dire che vogliamo una città fatta di desideri e non di paure, non vogliamo una città vuota e militarizzata, ma una città viva ed accogliente!

Le immagini dell'iniziativa