Treviso – Come si cambia una citta’

Praticare il cambiamento promesso

18 / 9 / 2013

Domenica 8 settembre ZTL WAKEUP! ha occupato per la terza volta in un anno l’ex-Telecom, un immobile abbandonato da vent’anni di proprietà di un fondo internazionale di speculatori finanziari, per rivendicare il bisogno di spazi sociali.

Quello spazio, per una settimana, è stato attraversato da centinaia di persone che innanzitutto lo hanno reso agibile e poi hanno svolto attività di discussione, festa, di arte, di condivisione di saperi ed esperienze.

E’ stato l’ennesimo segnale che Treviso non è una città pacificata e che l’onda del cambiamento che ha portato alla cacciata di Gentilini lo scorso 10 giugno è ancora potente e richiede che tale cambiamento sia concreto, sia parte della vita delle persone, e non solo simbolico.

Dopo aver realizzato il GRAM Festival il Collettivo ZTL ha deciso di terminare l’occupazione con un iniziativa dal grande valore simbolico: Lunedì 16 settembre è stata reinstallata, dopo 16 anni, una panchina (autoprodotta con materiali da riciclo) nei giardinetti di via Roma.

Di fronte alla semplice verità che dei giovani, dei cittadini, hanno cominciato a PRATICARE il cambiamento promesso, la nuova Amministrazione ha reagito in modo rigido, ingessato e confuso, balbettando come se improvvisamente avesse paura della partecipazione, delle energie che hanno reso possibile l’uscita dal medioevo leghista.

Dopo aver ripetuto per giorni il mantra della “legalità” (scordandosi non solo di Leggi come la Bossi-Fini ma anche dell’Aeroporto che viola bellamente le prescrizioni del TAR), in un eccesso di “gentilinismo”, ha fatto rimuovere la panchina “pericolosa” arrivando, per bocca di un Assessore, a dichiarare che “devono mettersi tutti in riga”.

Non è certo questo il cambiamento che la città si aspettava e ZTL considera una vera e propria vergogna questo atteggiamento, non a caso pienamente condiviso da Gentilini stesso.

Il Collettivo ritiene che l’Amministrazione debba fare un bel bagno di realtà e accogliere come una risorsa i movimenti della società, perché il cambiamento può passare solo dalla partecipazione, dalla mobilitazione e dal coinvolgimento concreto della società e non certo con una delega in bianco agli amministratori.

Per questo i ragazzi vogliono rilanciare, insieme a tutta la società civile, singoli ed associazioni, la battaglia, simbolica ma cruciale, per rimettere le panchine tolte da Gentilini, simbolo di quell’epoca che si vuole chiudere per sempre.

E così pure per gli spazi sociali si chiede che la nuova Amministrazione garantisca a tutti i gruppi, volontari, anziani, ecc. gli spazi adeguati per far rinascere il tessuto sociale trevigiano.

In questo contesto è sotto gli occhi di tutti che va data una risposta concreta anche alle centinaia di persone che richiedono uno spazio sociale fondato sull’autogestione e sulla pratica del comune.

In ogni caso quanto accaduto in questi giorni dimostra che i giovani e la società civile trevigiana vuole essere protagonista di un cambiamento che non può attendere e che va costruito insieme, dal basso, in un percorso che dovrà essere accolto, ascoltato e valorizzato dall’Amministrazione comunale, senza paure, senza imbarazzi, senza inutili irrigidimenti e retaggi del passato.