Dalla Tribuna di Treviso del 13.11.11

Treviso - In tenda studenti e precari La notte degli indignados

L’occupazione pacifica di piazza Indipendenza: «Vogliamo avere un futuro» Pentiti del centrosinistra, sfiduciati, disoccupati: rifondare la politica dalla base

13 / 11 / 2011

Non credono più nella politica, almeno in quella di palazzi e segreterie. Alle ultime elezioni hanno votato Pd, attratti da Veltroni, ma ora sono pentiti. Credono nella democrazia della base, non vogliono rassegnarsi a una vita da precari. Sono gli indignados trevigiani che l’altra notte hanno occupato piazza Indipendenza per la mobilitazione mondiale del movimento «Occupy». Un centinaio hanno dormito col sacco a pelo nelle tende sotto la Teresona, in piazza Indipendenza: lavoratori e soprattutto studenti, che alle 7 sono andati a scuola. E la protesta continua: ieri pomneriggio nuova assemblea. «Meglio in tenda oggi che precari domani», dice un cartello. Riccardo Zivillica è uno degli indignatii. Ha 29 anni, è laureando in Scienze ambientali di trattamento delle acque reflue. Guadagna 1.100 euro al mese e vive con i suoi «Mi sento un riccone» - dice - voglio credere e sperare in una politica senza sprechi, senza enti inutili, con limiti di mandato. Ho votato centro sinistra, credevo in Veltroni, ora non lo voterei più. Quando il Pd si è astenuto sull’abolizione delle Province ho detto “basta”». E in cosa spera ora Riccardo? «Nel governo tecnico, per evitare l’affossamento finanziario della nazione, e poi in riforme davvero eque – dice – Ma si deve ripartire dalle circoscrizioni, dalla base, per una reale democrazia, contro la mentalità chiusa dell’opportunismo politico». Con lui c’è Giovanni Pisano, 27 anni, programmatore, che si dichiara «stanco della politica». Claudia Davanzo ha 18 anni, studia all’artistico. in futuro pensa ad Architettura o al Dams . «E poi penso di andare all’estero, semplicemente lì ci sono opportunità – dice – Sono qui qui per i tagli nella mia scuola. Ci sono pochi soldi per l’argilla, le tavolette per il disegno sono rovinate e non vengono sostituite». Volto più «noto», delle manifestazioni è Marta Carraro, 28 anni, laureata in Relazioni internazionali, ora disoccupata. «Da tempo la stragrande maggioranza dei cittadini non arriva fine mese – dice – Non è una situazione recente, anzi. Ero precaria prima della crisi, lo sono anche adesso. E non solo nel lavoro, questa è precarietà di vita. Ho 28 anni, non posso pensare di avere figli. Sogno di avere pieno possesso della mia vita, di poter pagare l’affitto in tranquillità. di mangiare una pizza con il ragazzo quando voglio. La precarietà ti impedisce di fare scelte esistenziali. Se ho difficoltà io che sono laureata penso a chi magari ha solo la terza media. Anche mia madre è precaria, guadagna meno di mille euro al mese e lavora tantissime ore alla settimana. Cosa mi aspetto? Da politici e istituzioni nulla, molto dal movimento di base, dalla democrazia reale che è anche questa piazza»