Studenti scendono in piazza e il questore convoca i genitori

Trieste - Cacerolada sotto la Questura

Utente: Tommytrst
31 / 10 / 2012

Venerdì 26 quasi 500 studenti sono scesi in piazza, spingendo sotto le porte del comune e lanciando uova, invocando lo Stato d'Emergenza per le scuole triestine che cadono a pezzi.
Il Sindaco prima ha fatto capire che senza un morto non si muoverà, poi si è rifiutato di scendere a parlare con gli studenti

"Oggi gli studenti triestini sono scesi in piazza contro i provvedimenti presi dal questore ieri pomeriggio. Infatti venerdì quasi cinquecento studenti hanno spinto sulle porte del Comune e lanciato alcune uova, in risposta alle dichiarazioni del Sindaco che faceva capire che senza il morto non si sarebbe preoccupato del problema dell'edilizia scolastica.

Il problema nella maggior parte delle scuole triestine è gravissimo, con molti edifici senza scale antincendio e con danni strutturali, tant'è che lunedì 22/10 un calcinaccio, caduto da un cornicione, è caduto addosso a uno studente, che è stato portato in ospedale.

Il questore ha convocato le famiglie di alcuni giovani presenti al corteo, con puro scopo intimidatorio, denigrando di fatto la protesta studentesca. Non siamo scesi in piazza come dei bambini che vanno sgridati, ma come delle persone che chiedono diritti e dignità.  Se il questore crede di doversi esprimere, lo faccia con i giovani stessi:  non è difficile capire le nostre posizioni se si frequentano le stesse scuole fatiscenti.

Troppi esperti e sapienti si sono lamentati dell'apatia dei giovani, della loro indifferenza nei confronti della politica. Ma quando essi prendono una posizione, critica e scomoda, li si fa punire nel silenzio generale. 

Anche gli insegnanti, che da oggi ai licei Oberdan e Petrarca hanno stabilito all'unanimità di bloccare tutte le attività extrascolastiche, parteciperanno alle nostre proteste. A riprova del fatto che tutto il sistema della Scuola  è ormai devastato dai tagli, e che con la legge Aprea rischia di crollare.

Crediamo che questo sia inaccettabile. Siamo consapevoli che la situazione è sempre più grave, e per questo torneremo in piazza. Non possiamo più permetterci di essere ignorati."

Trieste