Venezia è antifascista. Impedito il comizio di Forza Nuova

Cronaca multimediale in aggiornamento della mobilitazione antifascista contro la presenza di Roberto Fiore in città

18 / 2 / 2018

Il cielo grigio che si staglia sopra i canali della città lagunare riflette la sensazione che molti veneziani e veneziane percepiscono a causa del comizio di Roberto Fiore, leader del partito neo-fascista Forza Nuova. Non potrebbe essere altrimenti dopo i fatti di Macerata di sabato 3 febbraio, un evento che ha messo luce sul diffondersi delle idee e pratiche dei partiti di estrema destra, sull'odio che propugnano contro la diversità e sulla loro visione del mondo intrisa di razzismo, sessismo e fascismo. Nonostante la grandissima presa di parola e di piazza di sabato 10 febbraio, in cui è stata scritta un'altra pagina dell'antifascismo in Italia, Forza Nuova, così come Casa Pound, continuano a godere di agibilità politica e ad essere difese sotto l'egida della libertà di parola.

Di fronte a questa situazione, le realtà politiche e sociali veneziane hanno lanciato un appello alla mobilitazione affinché non sia permesso l'evento pubblico di Fiore. Non solo la Venezia città di mare porta con sé una profonda e lunga storia di migrazioni, libertà e antifascismo, ma, come indicato nell'appello del Laboratorio Morion e dal Centro Sociale Rivolta, Forza Nuova «ha apertamente dichiarato di stare dalla parte dello sparatore, di sposarne le ragioni, di voler sostenere le sue spese legali, di avvallare l'inaccettabile sessismo implicito nel volere presentare quell'azione come reazione al probabile omicidio di Pamela». Di fatto, il partito di Fiore difende ideali e gesti di una persona che ritiene che l’eliminazione fisica di chi non ha lo stesso colore della pelle e la proprietà maschile del corpo delle donne siano valori portanti.

Duemila persone si sono riunite di fronte alla stazione di Santa Lucia allo scopo di tenere vivi gli anticorpi di Venezia alla necrosi fascista che si sta levando in tutta Europa. Un segno, dicono i manifestanti, del fatto che l’unico e vero argine al ritorno del fascismo – in tutte le sue forme e facce – lo stanno ponendo soltanto coloro che si mobilitano dal basso, non certo i rappresentanti delle istituzioni repubblicane. La forza, la pluralità, il sentimento politico antifascista della piazza, già dopo un'ora di concentramento, sono riusciti ad impedire il darsi del comizio di Roberto Fiore. I neo-fascisti - uno sparuto numero - sono stati trattenuti a terra dalla polizia, prelevati e posti all'interno di un battello per essere lasciati a Ca' di Dio, nella zona dell'Arsenale. 

Il concentramento della stazione si è dunque trasformato in un corteo che ha attraversato le calli e i ponti di Venezia diffondendo la notizia della cacciata di Forza Nuova dalla città. 

Marco del Laboratorio Morion ha aperto la manifestazione ribadendo i punti dell’appello e le ragioni della manifestazione. «Roberto Fiore è una persona sporca, un eversore, uno che è stato leader di formazioni come Terza posizione e che ha giocato un ruolo importante negli attentati neofascisti; uno che ha creato un impero economico con i soldi della criminalità organizzata e neofascista. Oggi vorrebbe venire nella nostra città per prendere parola e difendersi dietro la nostra Costituzione. Dobbiamo ribadire che i fascisti non sono democratici: per essere davvero democratici, bisogna combattere il fascismo. Soprattutto oggi che, a causa dell’imbarbarimento del discorso politico, le idee fasciste sono state sdoganate».

Tantissimi gli studenti e le studentesse presenti in piazza. Sabrina del Coordinamento Studenti Medi di Venezia-Mestre ha parlato al microfono dicendo che anche i più giovani «sanno benissimo quanto sia fondamentale mobilitarsi oggi perché il tempo di lasciar fare agli altri è finito. Siamo consapevoli che siamo gli unici veri anticorpi al futuro buio che si prospetta davanti a noi, dobbiamo esserlo grazie ad una rinnovata formazione antifascista».

Anche l’ANPI di Venezia ha preso parola dal concentramento della stazione. «Quella di oggi è un’occasione per rappresentare con i fatti ciò che pensiamo e diciamo sempre. Siamo convinti che i giovani siano la bussola dell’antifascismo, della nuova cittadinanza; devono essere una bussola che fa ricordare questi valori ai nostri rappresentanti e alle istituzioni, con tutte le lingue diverse che vediamo nella piazza che abbiamo davanti. La storia italiana ci mostra, infatti, che sono sempre stati i cittadini a tenere alti i valori antifascisti, ovvero coloro che si sono mobilitati per colmare il silenzio istituzionale che ha sempre avallato il fascismo».

 All'intervento dell'ANPI è seguita la voce di un partigiano della Resistenza, Mario Bonifacio, nome di battaglia Billy. «Il fascismo a scuola ci insegnava l’esaltazione delle guerre, l’esaltazione della violenza vista come un valore. Tutti noi che abbiamo vissuto quei tempi sappiamo che fascismo ha voluto dire miseria, sfruttamento e guerra».

 Non una di meno - Venezia si è espressa al microfono con le parole di Gaia: «Faccio parte anche dei movimenti sociali che negli ultimi anni si sono battuti contro l’invasione neofascista a Venezia. Ci ricordiamo la battaglia neofascista per i libri etichettati come “gender”, contro l’educazione sentimentale e alle differenze, in pratica contro ogni cosa fosse in opposizione alla cultura patriarcale e sessista. Il femminismo di Non una di meno è stato attaccato perché non avrebbe difeso Pamela Mastropietro. Ma noi ci battiamo sempre per impedire i femminicidi, contro il sessismo che non ha nazione né colore, ma è parte strutturale della nostra società e molto spesso si accompagna al razzismo. Per questo, diciamo che noi ci difendiamo ogni giorno da sole: ci difendiamo da loro, dal loro fascismo che vorrebbe far diventare il nostro corpo loro proprietà».

Vittoria del percorso Side by Side per l’accoglienza degna dei migranti in Veneto ha ribadito l'importanza della solidarietà e del  mutualismo per costruire una nuova cittadinanza. «Rivendichiamo città e luoghi accoglienti per tutti e tutte eccetto che per gli unici stranieri che riconosciamo: i fascisti e i razzisti. L’unica vera sicurezza è quella di una città non attraversata dalle nuove estreme destre».

Andrea dell’associazione Stonewall ha affermato che «la comunità LGBTQUIA è scesa in piazza per manifestare contro il fascismo e ogni forma di discriminazione, soprattutto a Venezia, città crocevia di mille culture diverse».

Il gruppo volontari Emergency Venezia ha sostenuto dal microfono che «l’antifascismo è un principio fondamentale della Repubblica italiana. Il fascismo è negazione di ogni diritto, è squadrismo e razzismo. A Venezia come in tantissime altre città dobbiamo rimettere al centro la pratica dei diritti».

Laura di Lucia Coletti ha preso parola per Potere al popolo: «È bellissimo vedere una giornata transgenerazionale, da un partigiano di novant’anni ad una studentessa di sedici. Come ci ha insegnato Umberto Eco, il fascismo non è mai morto: sta lì, sopito, pronto a riemergere. Bisogna saper riconoscere le politiche neoliberali che hanno aiutato il nascere dei nuovi fascismi».

Il circolo culturale Paolo Peroni si è aggiunto al coro delle voci antifasciste: «Assistiamo a dibattiti orrendi su fenomeni che stanno succedendo in questo momento a causa dello svilimento culturale che subisce il nostro Paese. Io dico che c’è bisogno di un grande lavoro per riprenderci il terreno delle idee e espropriarlo dai razzisti e fascisti».

Marco del Centro Sociale Pedro di Padova ha aggiunto che un centinaio di persone si sono mobilitate da Padova, città in cui«Fiore ha tenuto una delle sue ignobili parate. Sappiamo bene qual è il volto del nemico fascista a Padova, per questo abbiamo deciso di aderire alla manifestazione di Venezia. Non dobbiamo lasciare alcuno spazio al fascismo che parla di sessismo, xenofobia: invadiamo la città lagunare con il nostro corteo composto da mille colori e mille differenze, tutte unite sotto la pratica e l’idea antifascista».

Said di Liberi e Uguali: «Finalmente torniamo in piazza per riprenderci i nostri luoghi, le piazze, dove esercitiamo democrazia. Dobbiamo dire con forza che né a Venezia né in Veneto il fascismo non deve tornare ad essere proposta politica. Soprattutto nel nostro territorio, dove personaggi come Gentilini e la Lega Nord in generale hanno fomentato un clima d’odio che alimenta le pulsioni neofasciste. Dobbiamo rifiutare la logica degli opposti estremismi: non esiste libertà di parola per chi porta avanti un’idea fatta di esclusione».

Il collettivo di Ca’ Bembo ha parlato tramite le parole di Sara: «Creiamo ogni giorno degli spazi in città dove i giovani possano sviluppare idee e progetti non infetti dall’ideologia fascista. Noi siamo l’argine a questo clima d’odio perché permettiamo la cooperazione, la solidarietà, lo scambio, fornendo ai giovani la possibilità di stare assieme nelle differenze».

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