Venezia - La casa è di chi la abita

Ancora una volta #invendibili contro lo sgombero di Ca'Tortuga e per reclamare reddito e diritti

8 / 10 / 2015

Al civico 2406 di Calle dei Guardiani, Dorsoduro, dal 2009 esiste un’anomalia.
Un’anomalia messa in campo da alcuni giovani attivisti dell’Assemblea Sociale per la Casa e studenti appartenenti al movimento dell’Onda Anomala (che si batteva contro i tagli dell’allora ministro all’istruzione Gelmini) che tramite le pratiche della riappropriazione e dell’autogestione diretta, decisero di occupare uno stabile di proprietà dell’Università Ca' Foscari sito, per l’appunto, nella strategica zona sia popolare che universitaria, che va da piazzale Roma al campo s.Margherita.

L’appartamento era sfitto e lasciato al degrado, simbolo di un disagio abitativo reale che condanna la città di Venezia a ridursi inesorabilmente ad asettica vetrina turistica.
In questo quadro generale di speculazione abitativa si innesta il sempre più bistrattato ed impalpabile Diritto allo Studio che noi, come studenti e cittadini, rivendichiamo come essenziale per permettere che la società presente e futura si plasmi sulla base dei liberi Saperi e sulla criticità che ne consegue. Rifiutiamo infatti la “tendenza” che vede l’università come un luogo sempre più esclusivo ed alla portata delle sole classi agiate, utile a creare i burattini di sistema del domani.
Per noi è inaccettabile questa visione aristocratica. L’università deve essere per tutti e tutte incondizionatamente.

In piena crisi economica strutturale l’unica soluzione alla precarietà permanente alla quale ci stanno condannando si chiama Autoreddito. Azione diretta. Conflitto.
In sei anni di occupazione tanti sono stati i lavori di riqualificazione effettuati all’interno dell’appartamento dai 30 studenti che l’hanno abitato ed attraversato, da quelli più essenziali e strutturali come il cambio della caldaia, di tutti i sanitari ed elettrodomestici, lo stuccaggio delle crepe e ridipintura delle pareti, la siliconatura degli infissi fino ad arrivare all’autocostruzione dei mobili e di una parete con i materiali recuperati dallo smantellamento delle varie biennali (tramite il progetto Rebiennale). Tanti lavori fatti e tanti ancora da fare.

La voglia non ci manca, le ragioni per farlo neppure, soprattutto dopo la notifica di ordinanza di sgombero entro il 24 Ottobre 2015 e che prevede l’uso delle forza pubblica. Uno sgombero fatto nel nome di Cassa Depositi e Prestiti, ente a cui sarà venduto l’immobile per trasformarlo probabilmente nell’ennesimo hotel.

Sul mercato, non trovi un posto letto a meno di 200 euro. La media si aggira sui 4 o 500 euro, e secondo le statistiche il costo di una camera è stato nel corso del 2015 più alto del 4% rispetto l’anno precedente. Un città vetrina, è questo a cui Venezia assomiglia ogni giorno sempre di più. 

Tante case, soprattutto nei quartieri universitari, che però non sono altro che magazzini ristrutturati senza neanche una finestra. Ristrutturazioni che non tengono conto neanche dell’acqua alta. Così, quando butta a scirocco, se ti va bene ti capita di dover indossare gli stivali in casa per poter andare al bagno che si trova al piano di sotto, in caso contrario ti ritroverai con trenta centimetri di laguna sotto il letto.

Se si esce dal mercato privato, le alternative sono davvero poche. L’Esu versa in fallimento tra tagli ed incapacità gestionale. Inoltre con 400 posti contro una popolazione stimata sui 25 mila studenti, può fare ben poco. In quanto a Ca’ Foscari, seguendo una pura logica gestionale (fallimentare, tra l’altro) ha appaltato il servizio ad un “ufficio housing” che risolve tutto dirottando verso il privato. Rimane solo la Pastorale, un ente religioso che gestisce 1500 posti letto. Ma anche a voler soprassedere sul costo di un letto rimane il fatto che gli orari sono da clausura, la socialità imposta e la messa obbligatoria.

Così "funziona" a Venezia. Tre università, zero politiche abitative. 

Per questo e perché crediamo nella socialità di quartiere, perché le lotte senza condivisione e partecipazione non fioriscono:
SIETE TUTTI E TUTTE INVITATI/E GIOVEDI 8 OTTOBRE ALL’APERITIVO DI APERTURA DELLA CASA.

Vogliamo costruire un percorso, condividere ragionamenti, immaginare futuri. La riappropriazione come pratica. L’inchiesta come base, il reddito per tutti e la libera circolazione dei saperi come obiettivo.
Dalle 18.00 alle 22.00 l’appartamento sarà aperto e gli inquilini a disposizione per discutere spiegare, raccontare.