"Cittadini, lavoratori e amministratori insieme per sconfiggere la logica dell'austerità"

Venezia - lavoratori del Comune in piazza contro il Patto di Stabilità

Respinte anche le piccole provocazioni di Forconi e Forza Nuova, la mobilitazione a difesa di servizi e salari continua.

25 / 2 / 2014

Nel pomeriggio di lunedì 24 febbraio, un migliaio di lavoratrici e lavoratori del Comune di Venezia hanno percorso con un corteo non autorizzato le calli del centro storico lagunare, fino a raggiungere Ca' Farsetti, la sede municipale dove era in corso la seduta del Consiglio comunale.

Motivo della mobilitazione dei dipendenti, la decisione assunta venerdì scorso dal presidente del Senato Grasso che aveva dichiarato "inammissibili" gran parte degli emendamenti presentati al Decreto legge cosiddetto "Salva Roma". Tra questi, infatti, le disposizioni che avrebbero dovuto attenuare le sanzioni previste per Venezia per lo sforamento del Patto di Stabilità 2013. In particolare, quelle che colpiscono direttamente l'erogazione di servizi ai cittadini, impedendo l'assunzione di supplenti per asili e scuole materne e di operatori a termine per gli altri interventi sociali, e il salario dei lavoratori comunali, decurtando molte delle voci accessorie della retribuzione previste dai contratti integrativi. Un potenziale taglio agli stipendi compreso tra i due e i quattrocento euro mensili per gli oltre tremila dipendenti dell'Amministrazione veneziana.

Il Consiglio comunale di lunedì doveva discutere la mozione di sfiducia al sindaco Orsoni, presentata dalle opposizioni di destra e grilline, nel tentativo di strumentalizzare politicamente la situazione di difficoltà creata dagli effetti delle politiche nazionali di austerity. Una situazione spiegata e denunciata con forza, in una lettera aperta indirizzata a cittadini e lavoratori, dai consiglieri comunali Camilla Seibezzi, Sebastiano Bonzio e Beppe Caccia:

C'è chi sta continuando a diffondere narrazioni tossiche sullo sforamento del Patto di Stabilità da parte del Comune di Venezia. Chi parla di "buco di bilancio", di "dissesto finanziario", di "spese folli e inutili". Niente di tutto questo è vero. Lo dicono i numeri. Il bilancio comunale è in equilibrio fra entrate e uscite. Da tre anni a questa parte l'indebitamento con i circuiti finanziari è stato drasticamente ridotto. Enormi sforzi sono stati compiuti per ridurre le spese, senza mettere in discussione i servizi ai cittadini. In particolare quelli sociali dedicati all'infanzia, a vecchie e nuove povertà, alle persone disabili ed anziane. Per fare ciò Venezia ha alienato meno patrimonio, mobiliare e immobiliare, di qualsiasi altra grande città italiana. Chi sta all'opposizione fa il suo mestiere, quando propone la sfiducia al sindaco. Meno corretto è chi racconta balle.

La situazione grave in cui ci troviamo è responsabilità dei governi nazionali e dei parlamenti che, negli ultimi anni, hanno massacrato le autonomie locali. In particolare le loro scelte hanno colpito i Comuni, facendo ricadere su di essi il maggior onere del rispetto dei vincoli finanziari europei. Scelte sciagurate perché appiattite su logiche feroci e perverse imposte dal Patto di Stabilità. Le stesse logiche di quelle politiche di austerità che rovinano la vita di cittadini, lavoratori e di intere città.Sacrificano tutto all’altare delle logiche di mercato e della grande speculazione finanziaria. 

Oggi è giusto ricordare che Venezia è fuori dal Patto di Stabilità, innanzitutto, perché alla città sono state tolte le risorse della Legge Speciale, dirottate invece verso le grandi opere. Altro che "salva Venezia": il Parlamento sta quindi negando alla città un atto dovuto, cioè semplici misure di attenuazione delle sanzioni previste.

A Roma i governi delle “larghe intese” vogliono continuare una fallimentare politica di austerity, a spese dei cittadini, dei lavoratori e dei Comuni. Vogliono strangolare economicamente gli Enti locali per costringerli a svendere i loro patrimoni e a privatizzare i servizi pubblici, dall'acqua, ai trasporti, ai rifiuti. Vogliono negare servizi essenziali e di qualità ai cittadini, e cancellare le conquiste, salariali e di diritti, dei lavoratori.

Se servisse a difendere la città da questo attacco, saremmo pronti a dimetterci subito. Ma non renderemmo un bel servizio alla Città consegnandola nelle mani di un Commissario governativo che applicherebbe, meccanicamente e senza alcuna mediazione, tagli a servizi e salari, con i massimi aumenti possibili a tasse e tariffe comunali.

L'unica alternativa è invece mobilitarci insieme - cittadini, lavoratori e amministratori - e lottare per cancellare il Patto di Stabilità e le sue ingiuste sanzioni. È dai Comuni che può e deve partire questo moto di ribellione.  Non siamo disposti ad essere complici silenziosi di feroci politiche d'austerità. Per questo devono essere assunte tutte le misure necessarie a ridurre l'impatto delle sanzioni su servizi e lavoratori. Per questo saremo a Roma a manifestare a fianco dei lavoratori del Comune. Per questo chiediamo che in quella occasione si convochi tutto il Consiglio comunale. Insieme possiamo farcela.

Così la lettera aperta di Seibezzi, Bonzio e Beppe Caccia.

Mentre i lavoratori del Comune manifestavano con grande determinazione, dentro e fuori dal Municipio, si registravano anche alcune isolate provocazioni da parte di un gruppetto di fascisti legati a Forza Nuova insieme ai cosiddetti "forconi" del comitato C9D popoli liberi, arrivati da fuori Venezia. Provocazioni più che tollerate dalla polizia, che cercava invece di impedire l'accesso dei lavoratori alla sala del Consiglio, ma presto respinte dai manifestanti.

Ecco il comunicato sulla giornata di lotta, diffuso dal Comitato autonomo dei lavoratori e lavoratrici del Comune di Venezia:

La manifestazione dei dipendenti comunali di ieri ha avuto un’ottima riuscita: la massiccia mobilitazione dei lavoratori/lavoratrici che esprimono forte preoccupazione sia per il salario sia sulle ricadute gravissime sui servizi rappresenta le due facce della stessa medaglia, salari, diritti e servizi devono andare di pari passo.

Non pensiamo che la nostra amministrazione sia esente da colpe nella gestione dell’emergenza patto di stabilità ma non le auguriamo di decadere, perché non siamo autolesionisti e siamo consapevoli che un eventuale commissariamento avrebbe delle conseguenze gravissime sui lavoratori (soprattutto precari) e ancor di più sui servizi erogati. Oggidobbiamo concentrare i nostri sforzi per chiedere a chi ci governa di trovare delle soluzioni sia sollecitando il nuovo Governo e il parlamento sia convocando immediatamente un tavolo tecnico con RSU e OO.SS. per decidere quale può essere il cosiddetto piano-B, nella malaugurata ipotesi in cui tutto vada male (cioè il DDL non passi o passi con tempi molto lunghi).

Ieri – inoltre - è successa una cosa gravissima sotto Ca' Farsetti. Quando il corteo dei lavoratori del Comune è arrivato a Ca’ Farsetti da Campo Manin, dove Prefettura e Questura lo volevano relegare, abbiamo trovato il presidio dei Forconi composto da una decina di esponenti di Forza Nuova. I “signori” che erano lì a chiedere le dimissioni della Giunta sono gli stessi che predicano l'odio per la differenza, l'omofobia e il più bieco razzismo.  Non hanno nulla a che vedere con le nostre rivendicazioni e la nostra lotta. Non possono avere spazio nelle nostre iniziative come non ne devono trovare in città. Sbagliano se pensano di poter ancora usare le nostre iniziative per gridare il loro odio cieco. Non devono più tentare di strumentalizzare le nostre lotte. Questo – aggiungiamo – vale anche per il presidio del Movimento 5 stelle che, seppur con tutt’altro atteggiamento rispetto ai fascisti di Forza Nuova, ha sbagliato, a nostro dire, a tentare di strumentalizzare, come nel peggior stile dei peggiori partiti, i dipendenti comunali per i loro fini, condivisibili o meno che siano. 

Respinte provocazioni e strumentalizzazioni e  respinta, dal voto del Consiglio comunale, la mozione di sfiducia che avrebbe consegnato la città al Commissario governativo, la battaglia per difendere servizi e salari e per sconfiggere il Patto di Stabilità e le logiche feroci dell'austerità, continua. I lavoratori del Comune stanno infatti organizzando nuove mobilitazioni a Roma, per far sentire la propria voce in occasione della discussione parlamentare del Disegno di Legge che dovrebbe reintegrare le misure sulle sanzioni previste.