Più
di tremila persone, soprattutto genitori e alunni delle scuole
elementari statali ma anche significative delegazioni di insegnanti e
lavoratrici delle pulizie, hanno dato vita a Venezia, nella mattinata di
sabato 15 febbraio, ad una partecipata e vivace protesta contro i tagli governativi alla spesa per l'istruzione.
La
drastica riduzione delle risorse disponibili, decisa negli ultimi due
anni con il voto parlamentare sulle Leggi di Stabilità, per finanziare
il servizio di pulizia in appalto degli istituti scolastici è infatti
all'origine della drammatica situazione che, da gennaio, stanno vivendo
la maggior parte delle scuole dell'obbligo in provincia di Venezia (e, a
macchia di leopardo, in altre regioni del Paese): qui il colosso delle
pulizie Manutencoop si è aggiudicato un appalto al massimo ribasso, il
numero di ore lavorate e di conseguenza la retribuzione delle operatrici
assunte dalla cooperativa sono stati drasticamente tagliati e, in molti
casi, aule, spazi e servizi comuni sono in condizioni indecorose, con
grossi rischi per l'igiene e la salute di bambini e insegnanti.
Da
alcune settimane, quindi, i genitori di numerosi plessi si sono
autorganizzati in Comitati di plesso e in un coordinamento provinciale
Interistituti che, utilizzando l'hashtag #scuolesporche, è
permanentemente e capillarmente mobilitato. Per giorni, dopo incontri ed
assemblee d'istituto, sono stati attuati presidi davanti alle scuole
con rallentamenti e blocchi del traffico e flashmob all'entrata e
all'uscita degli alunni. Nella maggior parte dei casi, la protesta ha
ottenuto il sostegno degli amministratori locali: sindaci e consigli
comunali, a Venezia come nell'area metropolitana, si sono schierati
contribuendo alla pressione sull'Ufficio scolastico provinciale e
regionale per cercare di risolvere l'emergenza dei problemi più
immediati, così come sul Prefetto e sul Ministero dell'Istruzione per
ottenere dal governo nazionale il reintegro delle risorse necessarie a
garantire un livello minimo dignitoso di pulizie.
Due
settimane fa, presso il Palasport di Mestre, si era svolta un'assemblea
generale dei genitori in lotta, cui avevano partecipato circa un
migliaio di persone e che aveva lanciato la manifestazione per sabato
15. Dopo il concentramento davanti alla stazione ferroviaria di Venezia
Santa Lucia, un grande e rumoroso serpentone - cui hanno partecipato
anche gli studenti medi superiori del Coordinamento e i cobas
dell'Associazione Difesa Lavoratori - si è snodato lungo le fondamenta
fino al ponte di Calatrava, e poi da piazzale Roma fino al ponte degli
Scalzi e di nuovo in stazione. Slogan, cartelli, striscioni calati dai
ponti hanno mostrato una straordinaria consapevolezza, al di là della
specifica ed intollerabile situazione, del carattere generale
dell'attacco portato alla scuola pubblica nel nome delle politiche di
austerity e della necessità invece di strappare risorse a difesa di
fondamentali diritti sociali, quali quello all'istruzione e alla salute.
Mentre
il governo nazionale è stato individuato come la controparte verso cui
indirizzare la forza della mobilitazione, è risultato altresì chiaro
l'obiettivo di estendere la protesta ad un più attivo coinvolgimento di
tutte le componenti del mondo della scuola e, in particolare, alle
lavoratrici dei servizi in appalto, le prime ad essere colpite dalla
politica dei tagli, anche grazie alle ambiguità delle organizzazioni
sindacali confederali. Il successo dell'iniziativa di sabato conferisce comunque più slancio ad una battaglia che continuerà nelle prossime settimane.