Verità e giustizia per Donald. Oltre duecento in corteo a Conegliano

17 / 6 / 2016

Provincia di Treviso is the new Alabama. Ormai potremmo titolare a questo modo gli ingressi di grossa parte dei comuni che compongono la "ridente" Marca Trevigiana. E Conegliano oggi non si è sottratta al trend tipico del nostro territorio. 

Questa mattina dalle 9.30 si è svolta la manifestazione organizzata dalla comunità camerunense del coneglianese insieme a gruppi del Togo, del Senegal, della Nigeria e del Ghana. A loro si sono aggiunti diversi abitanti di Conegliano e associazioni e gruppi del trevigiano per chiedere luce e verità a fronte della morte del trentenne Donald Fombu, avvenuta durante un arresto da parte della polizia. Oltre duecento persone hanno sfilato pacificamente urlando e cantando il desiderio di giustizia per il fratello, il figlio, l'amico morto. 

Ovviamente il dispiegamento di forze da parte della polizia e dei carabinieri, ingiustificabile rispetto alle dinamiche della mobilitazione, ha agito, oggi come nei giorni precedenti, con il chiaro intento di lasciare ai margini le richieste degli organizzatori. Le pressioni esercitate dalle forze dell'ordine e dalle istituzioni locali erano tutte volte a creare paura tra le comunità africane, con minacce continue di rischio di infiltrazioni, e ovviamente di separare come sempre l'uomo nero dall'onesto e tranquillo coneglianese di denominazione d'origine certificata. Ma il trucchetto è stato smascherato, anche a causa dell'eccessiva dose di sicurezza che alcuni dirigenti della Questura credono di avere. 

Hanno cercato, in maniera non troppo velata, di non far parlare i portavoce del CSO Django e chiunque altro non avessero istruito prima a dovere. Credendo con lo stampo razzista che gli si confà di avere a che fare con menti facilmente malleabili erano certi di vincere la partita, tentando di dividere le varie componenti del corteo. Il gioco non è riuscito, le parole al concentramento finale del corteo sono state forti e ampiamente condivise dai partecipanti. 

Marie Paul e gli altri ci confermano che la battaglia non si conclude oggi.

E noi continueremo a seguirla, scandendo forte il coro di VERITA' E GIUSTIZIA PER DONALD!