Vicenza- 14 Novembre; contro l'austerity riprendiamoci lo sciopero, #tomalahuelga

Mercoledì 14 Novembre Stazione FS, ore 8.30

12 / 11 / 2012

Sabato 10 Novembre si è tenuta al Bocciodromo l'assemblea pubblica verso lo sciopero generale del 14 Novembre. Per la prima volta abbiamo la possibilità di costruire una giornata di mobilitazione europea che coinvolga milioni di persone, riuscendo ad incidere in maniera determinante contro le politiche di austerity che i governi, su diktat dell'Unione europea, BCE e FMI, stanno imponendo ai cittadini.

Il 14 Novembre la CES (Confederazione Europea dei Sindacati), ha lanciato scioperi generali in Spagna, Portogallo, Grecia. In Italia la CGIL, dopo iniziali tentennamenti, ha deciso di convocare uno sciopero di sole 4 ore.

Noi riteniamo che questa modalità sia insufficiente per manifestare l'opposizione all'austerità e al rigore, al taglio delle politiche sociali, della formazione, alla riforme del mercato de lavoro, ai diritti in generale.

Noi in quella giornata vogliamo fare un passo in più, cioè provare a costruire, insieme alle realtà e ai soggetti che lavorano su diversi ambiti nella nostra provincia, uno sciopero vero, praticato in maniera conflittuale, che sia in grado di incidere nello scenario della crisi globale.

Nell'assemblea di sabato, gli studenti, i lavoratori, il mondo delle cooperative sociali, i richiedenti asilo, i comitati che lottano per la difesa del territorio dalla devastazione ambientale, coloro che si oppongono alle servitù militari ed ai meccanismi di guerra, si sono ritrovati per capire come stare in piazza insieme il 14 Novembre.

Lo sciopero, seppure a livello europeo, non basta

Il nostro tentativo di ricomposizione guarda a una prospettiva più ampia, per un autunno e una fase lunga di mobilitazione nel nostro territorio, che a sua volta si inserisce in un quadro generale europeo.

La crisi ci consegna uno scenario di tagli ai Fondi sociali per persone non autosufficienti, disabili, persone con problemi di salute mentale e fisica. Dall'altra parte assistiamo invece alla costruzione di grandi opere, di cui Pedemontana, Valdastico Sud, Valdastico nord, Autostrada Valsugana sono solo esempi di cementificazione del territorio vicentino che impiegano enormi risorse economiche, sottratte al sociale, alla scuola, alla sanità, alla possibilità delle persone di vivere degnamente. Le spese militari per armamenti (f15) e/o e nuove basi, le grandi opere finanziate in modo truffaldino a discapito di welfare, sanità e istruzione, stanno a dimostrare che in realtà i soldi ci sono ma che le priorità sono altre.

In questo contesto vengono messi in crisi anche i diritti fondamentali nei luoghi di lavoro. Ci troviamo sempre più spesso nelle situazioni in cui i lavoratori sono costretti a subire forme di ricatto che li costringono ad accettare condizioni lavorative e di compressione e cancellazione dei diritti che non aveva uguale dai decenni.

E’ in atto un ritorno (se mai s’era fermato) allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Il caso della Fiat è sicuramente quello più emblematico, ma sempre più anche a livello territoriale vediamo riprodursi il modello Marchionne. Ad esempio, nel settore della logistica si assiste a metodi di ricatto, deroghe a contratti nazionali e una totale assenza di diritti elementari nei confronti di soci lavoratori.

Quando parliamo di diritti non possiamo scordarci dei richiedenti asilo, che nel vicentino sono circa 250. Scappati dalla Libia, a causa di una guerra che gli stati europei hanno contribuito ad alimentare, sono stati inseriti nel progetto emergenza “nord africa” dal governo e ospitati in strutture spesso fatiscenti, senza i servizi minimi da garantire ai profughi. Ora però la maggior parte di loro rischia di trovarsi in uno stato di clandestinità e senza una casa dove stare, dato che il progetto governativo si conclude il 31 dicembre. Sono persone fuggite dai loro paesi di origine in cerca di una vita migliore, a cui va garantito il diritto ad avere un permesso di soggiorno e all'accoglienza.

Tutto questo necessita di una capacità di azione capace di mettere in discussione l'attuale modello di sviluppo, puntando ad una vera riconversione ecologica dell'economia. Non si può tollerare il ricatto per cui, per avere un reddito, qualsiasi tipo di produzione può andar bene, anche quando questa produce gravissimi danni alla salute e all’ambiente, come nel caso dell'Ilva di Taranto.

La risposta è un'altra: quella che vuole mettere insieme il lavoro alla difesa della salute e della vita, immaginando una riconversione in senso ecologico di produzioni ormai obsolete. Allo stesso modo contestiamo l’ideologia delle grandi opere, che tradotto significa grandi affari per pochi a spese della collettività, quando il nostro paese soffre ad ogni evento climatico, senza che ci sia una seria politica e investimenti importanti per la messa in sicurezza del territorio e delle popolazione con efficaci azioni di lotta al dissesto idrogeologico.

Mercoledì 14 novembre lanciamo l'appuntamento in Stazione alle ore 8.30, per dare vita tutti assieme ad una significativa mobilitazione nella giornata europea contro la crisi e l'austerità, con la voglia e la determinazione di far diventare questo appuntamento non la classica sfilata, non la solita liturgia, bensì una giornata di lotta che guardi al futuro, capace di dare cittadinanza a tutti coloro, studenti, lavoratori, migranti, che non si sono mai fermati nel cercare di trasformare radicalmente il presente, in nome dei diritti, primo tra tutti quello ad una vita degna.

C.S. Bocciodromo

ADL Cobas Vicenza-Schio-Montecchio Maggiore

Assemblea Richiedenti Asilo

Coordinamento Studentesco Vicenza-Schio

Presidio No Dal Molin

CDST ValleAgno-Altovicentino (No pedemontana)

CSA Arcadia