Vicenza - Fuochi d'artificio e lacrimogeni al Dal Molin

16 / 1 / 2017

A 10 anni dal sí di Prodi alla base militare americana - quando l'allora presidente del Consiglio diede il via libera alla costruzione della base americana sul territorio vicentino - gli attivisti del presidio No dal Molin hanno lanciato una passeggiata popolare. La passeggiata, inserita all'interno delle due settimane di "Ritorno al presidio", non aveva come intento quello di commemorare le iniziative che si sono susseguite in questi anni, ma di denunciare ancora una volta lo sfruttamento del territorio da parte di servitù militari e grandi opere in Veneto. 

La mobilitazione ha segnato uno dei momenti di avvicinamento alla manifestazione regionale contro le grandi opere, che si terrà nella città berica sabato 21 gennaio, ma ha voluto anche lanciare un ponte anche verso #DisruptJ20, le manifestazioni che accompagneranno Oltre Oceano l'insediamento di Donald Trump alla casa bianca il prossimo 20 gennaio.

Partendo dal terreno del presidio storico, gli attivisti hanno raggiunto la base militare americana Dal Molin e, dopo una serie di battiture alle recinzioni della base, sono stati lanciati dei fuochi d’artificio all’interno di questa per dimostrare il rifiuto verso chi perpetua una politica guerrafondaia in giro per il mondo.

La risposta della polizia all’interno della base non si è fatta attendere, con decine di lacrimogeni lanciati contro chi manifestava per la libertà della propria terra dalla presenza militare americana. Non è la prima volta che la base viene difesa con queste modalità. Già era accaduto in occasione della mobilitazione che il popolo No Dal Molin aveva lanciato durante l'election day americano. Si tratta di un segnale di paura non solamente delle forze dell'ordine, ma dell'intero establishment, di fronte alla ripresa del conflitto attorno ad uno dei nodi fondamentali del controllo dei territori: quello della presenza militare statunitense e dell'Alleanza Atlantica.