Vicenza- Parco della Pace bene comune

Giovedì 29 settembre il Parco della Pace è stato consegnato al Comune di Vicenza. Uno spazio che deve diventare un bene comune e un laboratorio di democrazia e partecipazione.

Utente: markos
6 / 1 / 2012

Con l'arrivo del 2012, l'area che abbiamo chiamato collettivamente “Parco della Pace” è entrata finalmente a far parte degli spazi verdi della città. Oltre quelle reti, ci aspettano i 150 alberelli che piantammo nel settembre del 2007, a segnare un territorio che continuiamo a voler vivere come indisponibile alla guerra e ai suoi strumenti. 

Il  Parco della Pace è innanzitutto una sfida per quanti credono nella democrazia e nei beni comuni. Perché rappresenta la cartina di tornasole della nostra capacità di costruire sinergie e relazioni con l'obiettivo di dar vita a processi partecipativi, aprendo così nuovi spazi pubblici nei quali discutere e costruire, insieme; perché è il terreno sul quale misurare la sostenibilità e la forza di laboratori che guardano al governo del territorio come a un esercizio di democrazia e attenzione all'ambiente; perché è, insomma, l'occasione di dimostrare che quanto scriviamo e diciamo da anni può essere la nostra realtà quotidiana.

Crediamo che vi siano dei principi irrinunciabili intorno ai quali si debba sviluppare ogni discorso sul "Parco della Pace".

- l'estraneità della guerra e dei suoi strumenti, del razzismo, della xenofobia e della discriminazione all'interno di un' area che vuole parlare di pace e della dignità, solidarietà, interculturalità, diversità, partecipazione e democrazia;

- la necessità di articolare un approfondimento sul tema del comune, che escluda il privato e superi il pubblico nella forma di gestione dell'area;

- l'assenza di esclusività nell'utilizzo dell'area e di strutture da parte di qualsiasi soggettività, rispettando l'idea che un territorio, per essere di tutti, non deve essere di nessuno;

Intorno a questi nodi, e partendo dal documento che tante realtà hanno sottoscritto lo scorso 11 settembre , vogliamo connettere i fili di un ragionamento comune sul "Parco della Pace", nella convinzione che quel territorio sarà valorizzato soltanto se sapremo costruire un percorso progettuale articolato e collettivo.

Diversamente, quell'area resterà un anonimo prato verde, magari attraversato dalle attività di alcuni che avranno saputo ottenere spazi e concessioni, ma incapace di esprimere una novità che non può essere che il frutto maturo di un percorso sociale comune.

Presidio No Dal Molin