Carovana in Messico 2011 dell'Associazione Ya Basta

Messico - Chiapas: la dignitá non ha prezzo

L'autonomia zapatista cresce e nessuno la puó frenare

29 / 8 / 2011

La nostra delegazione é da poco tornata dai territori ribelli zapatisti, in Chiapas. Come abbiamo scritto alcuni gorni fa, in questo periodo molte comunitá autonome stanno subendo attacchi da parte dei paramilitari. Ma questi episodi non fermano il lento percorso di costruzione di una alternativa di vita dignitosa che migliaia di indigeni ribelli stanno portando avanti da piú di 15 anni.


Il malgoverno messicano ne sta provando di tutte per attaccare e danneggiare l’autonomia zapatista, ma oramai é in moto un processo che nessuno puó arrestare. L’autonomia zapatista non é solo un insieme di autoritá e di strutture come scuole o cliniche. Per migliaia di uomini e donne nelle terre ribelli del Chiapas l’autonomia zapatista é una scelta di vita, é la consapevolezza che nessuno ti puó dare un futuro migliore se non lo costruisci tu stesso, in collettivo. Tanti bambini e giovani che in questi anni sono cresciuti nell’autonomia sono cresciuti in un contesto di nuove relazioni sociali, un contesto di ugualianza, di dignitá e di partecipazione. Sono perfettamente consapevoli che i miglioramenti ottenuti in questi anni sono frutto delle attivitá quotidiane di ognuno, nella familia, nel campo, nell’organizzazione, nella comunitá.


Il malgoverno non capisce tutto questo. Organizza bande di paramilitari che minacciano le comunitá, attaccano le famiglie zapatiste e cercano di cacciarle dalle terre che occuparono nel ’94 ai latifondisti; ma non si ricorda che da piú di 500 anni queste comunitá resistono alle violenze, che per questo piú di 20 anni fa si sono organizzate in un esercito contadino, e che in maniera organizzata resistono e respingono gli attacchi di queste settimane.


Il malgoverno prova anche col denaro a fermare il progetto dell’autonomia. Dal 1994 il Chiapas, uno degli stati piú poveri e dimenticati del paese, ha ricevuto grandi finanziamenti sottoforma di soldi alle famiglie, strade, scuole e cliniche. Tutti questi soldi sono arrivati per fermare la lotta degli zapatisti, cioé sono arrivati grazie agli zapatisti; di questi soldi ne hanno beneficiato decine di comunitá non zapatiste, non gli zapatisti che si sono dichiarati in resistenza e non hanno mai accettato niente dal malgoverno. In questi anni ci sono state familglie che di fronte alla povertá hanno ceduto e hanno lasciato la resistenza per accettare qualche aiuto economico dei programmi governativi. Ma la maggioranza di coloro che iniziarono la lotta piú di 15 anni fa non si é lasciata ingananre, e tanti altri si sono aggiunti. Nelle comunitá zapatiste la qualitá della vita é migliorata dal ‘94, ma non per qualche soldo che é arrivato; é migliorata perché allora occuparono le terre dei latifondisti ed ora non muoiono piú bambini per denutrizione; é migliorata perché si sono formati centinaia di promotori di salute in luoghi in cui la clínica piú vicina era a giorni di cammino; é migliorata la loro vita perché nei loro territori non comandano piú dei malgoverni lontani centinaia di km o delle imprese private, ma comandano le comunitá locali secondo i loro modi di organizzarsi e di gestire i problemi.

Il malgoverno crede di “comprare” qualche comunitá, ad esempio mettendo una clínica, come ha fatto a La Realidad, con dottori della cittá e medicine gratuite, che peró funziona uno o due giorni a settimana e in cui non assiste tutti, ma solo coloro che si iscrivono al programa del governo; mentre gli indigeni ribelli sono consapevoli che il lavoro dei loro promotori di salute é un lavoro quotidiano fatto insieme alle famiglie con attivitá di igiene e prevenzione, che le cliniche autonome assistono chiunque si presenti, e che riscoprono le piante medicinali non per il gusto della tradizione, ma perché con esse si puó essere autonomi visto che le “regala” la natura.

Un altro esempio é nella comunitá di Roberto Barrios dove il malgoverno ha installato una scuola nuova ben arredata e con i computer, per convincere le famiglie a lasciare la scuola autonoma; questo non interessa agli alunni zapatisti della zona, che invece discutono su come organizzare una nuova educazione, cioé un educazione che non abbia programmi formativi scritti da altri, ma che insegni cose che servano a loro, che valorizzino il loro modo di vivere, per formare soggettivitá critiche utili al loro progetto di liberazione.

In questi giorni in Chiapas, visitando alcuni Caracoles e comunitá in resistenza, ci siamo resi conto che l’autonomia zapatista é un processo che ormai niente o nessuno puó arrestare. Quando in gioco ci sono migliaia di soggettivitá ribelli che ogni giorno vivono nuovi modi di costruire relazioni sociali e di partecipare alla gestione del bene comune, consapevoli che solo quella é la strada per costruire un futuro di dignitá, la violenza e i soldi del malgoverno messicano non avranno alcun effetto.

Tanto più se si guarda alla generale situazione del Messico intero insanguinato dalla "guerra del narcotraffico", come descrive il SubComandante Marcos nei suoi ultimi scritti.

E' per tutto questo che appoggiare e sostenere l'autonomia zapatista non è mera solidarietà ma la scelta di continuare a condividere un cammino che in questi anni abbiamo sentito vicino soprattutto per la continua scelta di mettersi in gioco e costruire un nuovo comune che sia oggi già uno spazio di alternativa.

Sosteniamo l'autonomia zapatista!

Associazione Ya Basta