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Approfondimento su Kobanê al C.S.O Pedro 3 Novembre h 19 #SaveKobanê

Ne parliamo con Burcu Sahinli,con i compagni di Milano in movimento e in collegamento Skype con Egidio Giordano.

29 / 10 / 2014

Dopo due anni di silenzio, il Kurdistan è divenuto protagonista della cronaca di guerra in Medio Oriente.

Una cronaca confusa e intrappolata nella retorica mainstream che non lascia trasparire quanto sia davvero drammatica la situazione di un popolo storicamente senza Stato ma dal 1921 diviso al suo interno dai confini artificiali di quattro Nazioni: Turchia, Siria, Iran, Iraq.

Proprio il confine turco-siriaco è teatro di furiose battaglie concentrate attorno alla città di Kobane, di fatto accerchiata dalle milizie dello Stato Islamico verso ovest e sud e a nord schiacciata dalla frontiera turca, dove il governo di Erdogan sta concentrando truppe sempre più ingenti.

A difesa della città resistono eroicamente le Brigate di Difesa del Popolo (YPG) e l'organizzazione delle donne curde in armi, YPJ. Un flusso ingente di profughi, prevalentemente anziani e bambini, sono in fuga da Kobane verso Suruc, l'altra metà della città in territorio curdo. I campi profughi sono interamente autogestiti dalla comunità dei Curdi in Turchia.

Ne discutiamo con: 

  • Burcu Sahinli, attivista del movimento femminista kurdo e responsabile dei campi profughi autorganizzati sul confine turco tra Kobane e Suruc
  • Compagni di MIM - Milano in movimento, attivisti dei centri sociali milanesi di ritorno dal confine turco-siriano
  • In collegamento Skype con Egidio Giordano - Napoli project, attivista di Napoli di ritorno dal confine turco-siriano

In diretta streaming tv su www.globalproject.info

Diren Kobane! Save Kobane!

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