Assistiamo all'inizio della fine. Il PT tende a diventare un'imitazione del PMDB”

Traduzione a cura di Antonio Lupo

2 / 4 / 2015

Icona del PT, Frei Betto dice che l'unica via di uscita per il partito che governa il Paese da 12 anni è tornare alle origini e cercare la governabilità insieme ai movimenti sociali.

Un mese dopo essere stata rieletta, la presidente Dilma Rousseff ha ricevuto Frei Betto e il gruppo di Emmaus, della Teologia della Liberazione, al Palazzo Presidenziale. Per un'ora e venti minuti, anche in presenza del Capo della Casa Civile, Mercadante, ha ascoltato un sacco di critiche e suggerimenti, perchè il governo continuasse ad attuare un progetto rivolto al beneficio della società brasiliana, in particolare dei più vulnerabili.

La conversazione, secondo Betto , è stata ottima. Ma improvvisamente è arrivato Joaquim Levy, con un aggiustamento di bilancio, che penalizza soprattutto i più poveri. Gli spettatori del film Addio, Lenin! possono fare il seguente parallelo: se un cittadino brasiliano, disposto a votare per la rielezione di Dilma, fosse entrato in agonia all'inizio di agosto 2014 e si fosse risvegliato ora, in questo mese di marzo, all'ospedale, e vedesse il notiziario, sarebbe certamente convinto che Aécio aveva vinto le elezioni .

Frei Betto che, con le comunità cristiane di base, ha contribuito a fondare il PT e, come consigliere speciale dell'ex presidente Lula, ha coordinato il programma Fame Zero, dice che il Governo non ha, dal 2003, una pianificazione strategica.

Secondo lui, amico dell'ex presidente Lula da oltre 30 anni e che conosce la presidente Dilma fin dall'infanzia, abitando nella stessa strada a Belo Horizonte, in dodici anni di governo il PT non è riuscito a realizzare nessuna riforma strutturale, di quelle promesse nei documenti originali, e, arrivato al governo, ha cambiato il progetto di Brasile con un progetto di potere, ha messo nell'angolo i movimenti sociali ed è stato ostaggio del Congresso, dipendendo da alleanze spurie.

Ora, il suo grande alleato, il PMDB, si ribella e tenta di soffocare l'esecutivo.

Qual è la via d'uscita? Il PT deve essere fedele alle sue origini.

Cercare di governare rafforzando i suoi legami con i movimenti sociali.

“Al di fuori di questo, ho l'impressione che stiamo cominciando a vedere l'inizio della fine. Può anche durare, ma il PT tende a trasformarsi in una imitazione del PMDB”, sentenzia Betto , che è l'autore di 60 libri, tra cui La mosca azzurra ( una riflessione sulla storia del potere e della storia del PT al potere) e Calendario del Potere ( Un Diario del Palazzo del Governo), entrambi pubblicati da Rocco.

Ecco alcuni dei brani principali della conversazione con Frei Betto, che ha ricevuto la giornlaista nel Convento di S. Alberto Magno, nel quartiere di Perdizes, dove vive.

Come valuta l'attuale momento del Paese?

Il Brasile sta vivendo un momento di crisi política e economica. Prevedo 4 anni di governo Dilma con molta turbolenza, manifestazioni, scioperi, impass. E mi chiedo se, nel 2018, il PMDB appoggerà il candidato del PT. Come buon mineiro (nativo del Minas), non credo e non mi sorprenderebbe se il PMDB lanciasse un proprio candidato, con l'appoggio del PSB e altri piccoli partiti.

Il punto è che abbiamo avuto 12 anni di governo del PT che, nella mia valutazione, nonostante tutto sono stati i migliori della nostra storia repubblicana, soprattutto sotto l'aspetto sociale. Infatti, 36 milioni di persone hanno lasciato la miseria.

Oggi, gli aeroporti non sono più un spazio elitario. Se andiamo nella baracca di una favela, ci sono TV color, microonde, lavatrice, forno, frigorifero, telefoni cellulari, forse un computer e, eventualmente, ai piedi della collina, una piccola auto acquistata con 60 o 90 rate mensili. Ma questa famiglia è ancora in una baracca, senza servizi igienici, con un lavoro precario, senza accesso alla sanità, all'istruzione, ai trasporti pubblici. Il governo ha facilitato l'accesso dei brasiliani ai beni personali, ma non ai beni sociali.

Cosa è mancato?

Non abbiamo avuto, in dodici anni, nessuna riforma di struttura, nessuna di quelle promesse nei documenti originali del PT. Né la riforma agraria, né quella fiscale, né quella politica. Potremmo aggiungere né quella dell'educazione, né quella urbana.

In sintesi, ciò che manca al governo dal 2003 è la pianificazione strategica.

Cioè?

Si governa sulla base degli effetti contingenti, con l'amministrazione di crisi occasionali, perché il PT ha scambiato il progetto di Brasile con un progetto di potere. Rimanere al potere è diventato più importante che fare decollare il Brasile verso una nazione giusta, libera, sovrana e egualitaria. Come fa un governo che intende sviluppare la nazione brasiliana a creare un Consiglio di Ministri che qualifico come un coro stonato. Cosa ha che vedere Joaquim Levy con Miguel Rossetto? Katia Abreu con Anania? José Eduardo Cardozo con George Hilton?

In un articolo pubblicato poco prima delle elezioni, Lei ha elencato 13 ragioni per votare Dilma. Ora, ha scritto un nuovo articolo , La festa è finita, con critiche al governo. Cosa è cambiato?

Ciò che è cambiato è che, purtroppo, quelle 13 ragioni non sono state abbracciate nel secondo mandato di Dilma. La Presidente ha istituito un Consiglio dei Ministri strambo che non ha nemmeno un progetto di Brasile minimamente emancipatorio, così come lo era Fame Zero. In realtà, il governo stesso che lo ha creato lo ha ucciso, sostituendolo con un programma di compensazione chiamato Borsa Familia, che è buono, ma non ha carattere emancipatorio. Tutto il governo ora funziona in funzione di un dettaglio, non con un progetto storico, solo per il risanamento dei conti pubblici. E penalizza i più poveri, non il capitale. Tutte le basi di tale aggiustamento poggiano sulla riduzione dell'assicurazione contro la disoccupazione, della garanzia dello stipendio, sull'imposta di consumo. E nulla sulle grandi eredità, sulle royalties che lasciano il paese, i grandi trasferimenti di denaro, i brasiliani che hanno i soldi nei paradisi fiscali. Il conto sarà pagato da coloro che sono già in difficoltà.

Sta dicendo che siamo su una via senza ritorno?

La cosa grave del governo del PT, costruito e consolidato dai movimenti sociali, è che, quando ha raggiunto il Palazzo del Governo, ha preferito garantire la governance con il mercato e con il Congresso e evitare contatti con i movimenti sociali. Oggi, sono tollerati o, come nel caso di UNE e CUT, manipolati, invertendo il loro ruolo. Così, il PT è diventato ostaggio del Congresso, dipendendo da alleanze spurie.

Ora, il suo grande alleato, il PMDB, si ribella e sta cercando di soffocare l'Esecutivo. Qualcuno mi chiede quale è la via di uscita ? Il PT sia fedele alle sue origini. Cerchi la governance rafforzando i legami con i movimenti sociali. Cioè, il segmento organizzato, consapevole e politicizzato della nazione brasiliana.

Al di fuori di questo, ho l'impressione che stiamo cominciando a vedere l'inizio della fine. Può anche durare, ma il PT tende a trasformarsi in una imitazione del PMDB. Credo che oggi, il governo, deve fare una seria autocritica.

E' tramite i movimenti sociali che è possibile recuperare l'immagine del partito?

Esattamente. Il PT ha bisogno di uscire dalla posizione dell'animale braccato, in cui si è messo. Il partito, ad oggi, non ha dichiarato se coloro che sono coinvolti nelle accuse di ruberie sono innocenti o colpevoli; il partito, ad oggi, non ha dichiarato se, visto che ha governato il Brasile e, di conseguenza, la Petrobras, ha o non alcuna responsabilità sulla corruzione che si è verificata nella maggiore impresa brasiliana. Il partito si è allontanato dalle basi sociali. Dove sono i nuclei popolari che, negli anni '80, incantavano tutti coloro che arrivavano sul lato est di San Paolo, in una favela, e Donna Maria orgogliosamente mostrava una baracca che era la sede del nucleo del PT? Dove è il lavoro di base, di formazione politica?

Anche se non ero militante del PT, ho aiutato a costruire il partito attraverso il lavoro pastorale, e oggi mi chiedo: dove sono i leader del PT, che, nel fine settimana, andavano nelle favele e nelle periferie? Dove sono i leader del PT che non hanno avuto un aumento sorprendente del loro patrimonio di famiglia nel corso degli anni, fino al punto di non sentirsi più a suo agio in un Assemblea dei senza casa, in un villaggio indigeno, in un fine settimana in un quilombo ? Dove sono? Ce ne sono , ma sono rari. Non voglio fare nomi, ma ho profondo rispetto per i militanti e dirigenti del PT che sono molto coerenti con quel PT dell'origine.

Ma, purtroppo, sono l'eccezione.

Come ha detto recentemente la senatrice Marta Suplicy, “o il PT cambia o finisce”.

Come ho già detto, il PT deve cambiare per tornare alle sue origini e alle sue basi sociali. Non finirà, perché ha così tanti opportunisti che hanno aderito al PT come rampa di accesso ai benefici del potere, il partito tende a riempirsi di persone che non Come ho già detto, il PT deve cambiare per tornare alle sue origini e alle sue basi sociali. Non finirà, perché ha così tanti opportunisti che hanno aderito al PT come rampa di accesso ai benefici del potere, il partito tende a riempirsi di persone che non hanno nulla a che fare con le sue origini. Faccio un esempio: curosamente, in coincidenza con il giorno in cui la Presidente offre alla nazione un pacchetto

anti-corruzione, nello Stato di Rio un sindaco è colto in flagranza di corruzione. Cosa ha a che fare questo cittadino con la storia di un partito che, al momento della nascita, ha affermato tre principi: essere il partito etico nella politica brasiliana, essere il partito dei poveri ed essere il partito che, a lungo termine, avrebbe costruito un'alternativa al paese, con una società socialista?

Il PT ha abbandonato questi tre principi. Queste persone, che non hanno nulla a che fare con il PT, hanno visto che, con il partito, la manna cade dal cielo.

Potremmo indicare un colpevole per questa direzione differente che il partito ha preso? L'ex presidente Lula?

Mai nella mia analisi voglio personalizzare gli eventi. Perché non credo che la storia umana sia fatta da salvatori della patria. È fatta da movimenti e processi sociali. C'è bisogno di una lotta interna molto accesa nel PT perchè il partito sia minimamente coerente con le sue origini e proposte.

Lei è a favore del ritorno di Lula”? Può salvare il Governo dall'attuale crisi ?

La mia valutazione è che Lula non sarà candidato alla presidenza nel 2018 solo se muore. Oltre a questo, ho fiducia assoluta che sarà il candidato. Non è stato lui a dirmelo, è solo la mia testa. Ma non sarà il ritorno di Lula che risolverà la situazione. Il problema è la direzione che il partito ha preso e impresso al governo del Brasile.

Ci sono cose molto positive, ma l'aspettativa era molto più alta.

Il Governo si fa con la lotta interna, l'ho imparato nei due anni che sono stato lì.

Il governo è come i fagioli, funzionano solo nella pentola a pressione. Si tratta di un melting pot in continua ebollizione. Ma ci devono essere alcuni segmenti all'interno del governo in grado di sviluppare una proposta strategica a lungo termine, che serve da bussola per la politica. E questo oggi non esiste .

Cosa esiste?

Un pacchetto di proposte specifiche. La mancanza di orizzonte storico nel progetto di governo, aggravato dalla fine delle ideologie libertarie dopo la caduta del muro di Berlino, è ciò che spiega il motivo per cui il dibattito politico di oggi è disceso dal razionale all'emotivo.

E' come la lite fra marito e moglie. Quando si perde un progetto di amore o di famiglia, affiorano emozioni, insulti, offese, sentimenti di rabbia e vendetta, perché non c'è orizzonte. Quando esiste questo orizzonte storico quando c'è un progetto strategico, il dibattito democratico resta a livello di razionalità, non di emotività.

Ma questa rabbia nazionale che pervade tutti gli ambienti finirà solo se ci sarà una forza politica che indicherà un progetto storico.