Bienvenue en France - La Zad e il "fronte sociale"

23 / 4 / 2018

Nel pensiero e sulla pietra: Liberté, égalité, fraternité. Nei corpi e nella realtà: servizi pubblici sotto attacco. Solidarietà condannata. Libertà derisa. Mondo rurale asfissiato. Quartieri popolari mutilati. Movimenti sociali annientati. Medici e personale ospedaliero repressi. Ferrovieri ignorati. Studenti censurati. Pensionati disprezzati. E molto altro….

L'ultimatum

Zad, 22 aprile.

Dopo l'assalto del 9 aprile, dieci giorni di violento attacco e due settimane di occupazione militare, l'imposizione alla Zad mediante un conto alla rovescia per "regolarizzare" l'insediamento, fissato al 23 aprile, si presenta come una sorta di "armistizio". Una pausa che permette agli occupanti di verificare se la prefettura di Nantes fa un passo verso la progettualità collettiva che esclude le attività non agricole, oppure se il governo tenta solo di giustificare un secondo, anzi terzo intervento militare dal 2012, che rischia di minare ancora di più la sua già scarsa credibilità sul fronte sociale. 

Con le armi puntate, Macron tenta di trovare una via d'uscita, mentre gli occupanti prendono un po' di quel tempo che non è stato e non viene concesso al progetto comune.

Gli zadisti sanno che nessun progetto agricolo è possibile durante un assedio militare: come dichiarare una parcella agricola? Le forze dell'ordine hanno cacciato via gli abitanti e distrutto campi e orti, coltivazioni sperimentali, rimesse, laboratori artigianali, stalle e pollai. Lo stato chiede, senza impegnarsi in alcuna forma di riconoscimento giuridico, una "dichiarazione con la proposta di progetto individuale" che implica: identità, professione, diploma agricolo, permesso di coltivare e affiliazione all'assicurazione mutualistica agricola (MSA), descrizione e dimensione della produzione prevista; per gli occupanti che da dieci anni si chiamano "Camille" non è un passo scontato, anzi è una schedatura in tutti i sensi, non solo protocollare, vissuta prima di tutto come tentativo di svilire una forza collettiva.

Questa ingiunzione da parte del governo privilegia il modello individuale di impresa che viene valutato sulla base di ciò che ne risulta economicamente, unico criterio, e negazione di ogni possibile gestione collettiva delle terre. Proposta che era precedentemente stata avanzata dalla Zad con una Convenzione di occupazione provvisoria (Cop) per 310 ettari coltivati dagli occupanti distinti dai 450 ettari gia acquisiti dagli agricoltori storici di Nddl. Proposta rifiutata perché non nominale.

Per questo gli zadisti invitano i cittadini francesi ad inviare migliaia di dichiarazioni d'intenzione al potere pubblico.

Negoziare resta un'evidenza ma le premesse come le condizioni sono improponibili per la maggioranza degli occupanti soprattutto dal 9 aprile scorso. C'è bisogno di tempo, per ricostruirsi e ricostruire, per parlare. È ridicolo pensare che in due mesi, a partire dall'abbandono del progetto di aeroporto, o in pochi giorni, si possa strutturare un progetto che amministrativamente richiede di solito almeno due anni.

Venerdì 20 aprile, una delegazione (che non include chi non può presentarsi con progetti nominali) si è presentata in prefettura con quaranta progetti ( 28 agricoli e 12 artigianali, di trasformazione e di distribuzione della produzione agricola) "per rispondere all'ingiunzione dello Stato e mettere fine all'escalation militare nella zona di Nddl, e per permettere il dialogo e la costruzione del progetto di vita che difendiamo". I progetti depositati "tutti interdipendenti" coprono circa 280 ettari sui 1425 di proprietà dello Stato e "riguardano la quasi-totalità dei luoghi di vita, abitazioni e attività della Zad" per proteggerli, nella prospettiva che venga riconosciuto il loro "carattere collettivo e solidale, rifiutando ogni selezione".

Altro punto critico riguarda la messa in concorrenza sulle parcelle da parte della Camera agricola, organo regionale che esige una redistribuzione da effettuarsi tramite selezione delle candidature, comprese quelle esterne. Da parte dei membri del coordinamento degli agricoltori che si opponevano all'aeroporto si assicura che "in caso di minaccia di intervento delle forze dell'ordine le candidature verrebbero validate". La prefetta della regione Loire-Atlantique, Nicole Klein, si è felicitata per il "gesto di buona volontà", ma previene che " deciderà il governo, non la prefettura". Sul conflitto nella Zad, il ministro della trasformazione ecologica e dell'ambiente ha mantenuto un profilo bassissimo e si è adeguato per primo a quello "stato di diritto" che ha mortificato proprio l'ambiente da preservare, si è accontentato dell'abbandono del progetto di aeroporto ignorando il problema della cementificazione dei terreni in concessione a Vinci. Ma è riemerso per implorare gli zadisti "a cogliere l'ultima chance", la mano armata e tesa del governo il cui primo ministro, Edouard Philippe, che non tollera le "occupazioni illegali" ha promesso di proseguire "con tutta la calma e tranquillità necessarie" l'evacuazione delle 68 abitazioni che restano.

L'assemblea della Zad del 21 aprile ha discusso le differenti opzioni possibili, qui si può leggere il report.

"Ragionare sull'utilizzo collettivo delle terre, delle risorse, dell'acqua e dell'energia, è nel cuore di tutte le nostre lotte"

Questo lavoro sul comune che permette alle singole soggettività di creare reti collettive non appartiene nè allo Stato nè ai proprietari privati. Per questo, in Francia e a livello internazionale la Zad sa che può contare sulla presenza e sulla solidarietà di decine di organizzazioni, comprese quelle sindacali, e di migliaia di persone. 

Sabato 14 a Nantes e domenica 15 aprile, giornate di mobilitazione nazionale, ventimila persone si sono organizzate, improvvisando un campeggio, per ricostruire le aree distrutte da pale meccaniche e blindati. Dall'inizio dell'operazione militare centinaia di persone di ogni età hanno aiutato a resistere ai violentissimi assalti delle forze dell'ordine, 300 persone sono triplicate nella prima settimana, attualmente ci sono circa 3000 persone che si attivano per difendere la Zad dall'occupazione militare. Nonostante l'evidente difficoltà, la raccolta quotidiana del latte e il suo trasporto è stata assicurata. Qualche decina di trattori hanno presidiato costantemente la zona impedendo ai mezzi delle forze dell'ordine di avanzare e allo stesso tempo di formare barricate e recuperare poi trasportare i materiali per ricostruire ogni giorno. 

La missione del ministro dell'interno che prevedeva di "ristabilire l'ordine entro il fine settimana, al più tardi sabato, domenica" è fallita, venerdi 13 aprile ha poi annunciato che CRS, GM, gendarmi mobili e polizia sarebbero rimasti "da tre settimane a un mese". Il costo di questo intervento tra mezzi, uomini e materiale (droni, flashball, lacrimogeni ordinari, al cloro ed altri paralizzanti tirati alle spalle nella folla che sta correndo, granate assordanti e offensive a frammentazione, GLI-F4 lanciate a grappolo a 200 metri invece che a mano e verso terra) è stato calcolato a quasi mezzo milione di Euro al giorno. Il costo ambientale non è invece quantificabile, differenti tipologie di vegetazione, laghi e acquitrini, animali asfissiati in un'area considerata un biotopos unico nel territorio della Francia.

Ogni spazio pubblico è stato reso inaccessibile, check-point sulle strade DR81 e DR 281, la "chicane" che attraversa e penetra nell'area ambientalistica protetta. Black-out elettrici e gps fanno parte della tattica di re/pressione anche psicologica. Alcuni giornalisti, molti dei quali hanno abbandonato la zona perché troppo rischiosa, sono stati feriti ed hanno testimoniato. Come hanno fatto per primi i medici delle équipes di soccorso, sull'uso sproporzionato e illegale delle armi cosiddette "non letali". Decine di persone saranno mutilate a vita perché colpite alla testa o alla gola oppure perché toccate ad organi vitali. I presìdi medici sono stati attaccati a più riprese ed il passaggio delle ambulanze è stato intenzionalmente ostacolato dalle forze dell'ordine, blocchi che hanno ritardato il trasporto negli ospedali al punto da rendere critico lo stato dei feriti. L'uccisione di Rémi Fraisse a Sivens non ha insegnato proprio niente!

E si contano ormai a decine gli arresti anche durante le manifestazioni di solidarietà alla Zad e contro il governo Macron in tutto il paese. Il collettivo VigiZAD ha presentato un rapporto sulle violenze poliziesche al Difensore dei diritti, Jacques Toubon. 

Mai 68 est mort !

Per compiacere a quella parte (meno del 30%) di elettorato che ama il profitto finanziario, il cemento e l'acciaio con gli "angoli dritti" il governo ha raso al suolo 30 capanne in legno, argilla, paglia…. Ma l'esperienza sociale e politica di Notre-Dame-des-Landes, la ricerca e l'invenzione di nuove forme di abitare, di vita collettiva nel rispetto dell'ambiente e dell'uso del nostro mondo si è radicata e consolidata sempre più, ben oltre il perimetro geografico della Zad in seguito all'operazione militare del governo francese per demolirla. Dissociato dalla realtà del paese, Macron ha dimostrato la forza militare ma anche tutta la sua debolezza politica. 

Lo Stato francese cerca senza sosta l'assoggettamento con la repressione come nei quartieri popolari, vuole dominare e occupare un territorio che si chiama Francia e far rispettare regole che lo Stato per primo non rispetta contro manifestanti, migranti, cittadini, vuole distruggere ogni forma di contestazione a quello "stato di diritto" che da pretesto, si trasforma in permesso di uccidere, violare, devastare, ferire, umiliare. Le riforme sono una licenza per applicare una selezione "naturale" di chi è più adatto a sopravvivere in funzione del profitto economico dalla scuola materna alla pensione, modello coerente con quello già adottato rispetto all'immigrazione: individualizzare, valutare e controllare e poi eliminare, respingere e allontanare nel caso di cittadini non-francesi. La selezione del mercato per persone usate e riciclate come merci, o gettate vie, espulse.

Ogni contributo libero per un cambiamento non pre-ordinato dall'alto è una sfida e un rischio fisico e penale allo stesso tempo per chiunque non abbia intenzione di adeguarsi all"ordine repubblicano" en marche e allo tsunami di riforme, non per ultima quella istituzionale che prevede di ridurre i poteri del parlamento. 

Senza dimenticare che la legge che ha inserito nella costituzione lo Stato d'eccezione è arrivata dopo una stagione di lotta contro la Loi Travail.

L'esperienza della zad, che porta alcune soluzioni ai grandi problemi con i quali ci stamo confrontando è una "forza poetica"  che ispira al di là del militantismo.  La costruzione collettiva, la riabilitazione ambientale e la salvaguardia delle specie animali, la protezione dell'ecosistema e il rinnovamento del progetto abitativo con il disegno di vita impressionante che si profila, questa dimensione "fuori norma" che resiste nella molteciplità e nella diversità, risuonano molto più potenti di qualsiasi arma.

Per questo il savoir-faire zadista ha contaminato le lotte nelle città e nelle università dove le assemblee di migliaia di studenti, "professionisti del disordine" secondo Macron, e in quelle degli scioperi contro la politica del suo mondo, eccheggiano le discussioni, le pratiche e le azioni della Zad, o meglio delle "Zad". 

Oggi nelle università si accolgono rifugiati, si discute con i ferrovieri e con gli infermieri, con i postini e gli spazzini, con i commessi dei supermercati e le cameriere…coscienti della doppia violenza, sociale e poliziesca, senza farsi illusioni su quel mondo "pacificato" che si vorrebbe commemorare dopo cinquant'anni.

*** Qui il comunicato degli attivisti della Zad

Benvenuti alla ZAD.

2.500 militari con i loro blindati che affrontano 200 abitanti. Una settimana dopo, 11000 granate, 250 feriti, 30 luoghi di vita distrutti, decine di migliaia di persone arrivate in aiuto (grazie!), un dialogo aperto con la torretta del blindato mirata alla tempia e il bulldozer alle spalle. La mano tesa. Benvenuti nella menzogna di Stato. 

Perché parlano di uno stato di diritto mentre assassinano una ventina di persone ogni anno in Francia, e di democrazia mentre bombardano la Siria. Perché lo Stato e il governo ci chiedono di curvare la schiena fino a spaccarla. Perché ci chiedono di piegare le ginocchia fino a romperle. Perché isolano ogni collera per meglio spezzare la rivolta, per metterci gli uni contro gli altri mentre respiriamo gli stessi lacrimogeni. Ci diranno di non fare confusione perché sanno che il nostro nemico è comune. Vogliono dividerci.

Perché ogni pietra, ogni mattone, ogni albero piantato è il frutto lasciato dai nostri vecchi, qui e altrove, e non appartiene loro. Abbiamo quasi dimenticato che questo mondo ci appartiene e che è arrivato il tempo di riprenderlo. Perché loro non possono essere ovunque ma noi si. Perché "Zad ovunque" non è un semplice tag, una scritta sul muro, un manifesto o uno slogan, ma un'idea di lotta comune e di solidarietà. Perché la ZAD appartiene a chi l'ha sostenuta, la sostiene e la sosterrà, la selezione costante operata dalla macchina dello stato è inaccettabile. Perché noi siamo il grano E la zizzania. Perché pensano che sterminare NDDL e la ZAD sia una dimostrazione di forza per dare una lezione a tutti-e quelli-e che oseranno alzare la voce e combattere.

A partire dal 23 aprile forse torneranno. E, secondo loro, per farla finita. Se questo accadrà, chiediamo da subito che chiunque lotti, s'indigni e insurga, ci rivolgiamo a tutte le persone lasciate all'abbandono, a quelle che subiscono la repressione, a quelle oppresse e a chi non osa ancora lottare, a chi ci ha provato, a quelle che non ci sono riuscite e che sbaglieranno di meno, a tutti quelli/e che dimentichiamo… invitiamo a diventare collettivamente selvatici, in loco o altrove, con creatività e immaginazione. Perché ogni modo di fare, ogni sensibilità ed ogni azione conta, la diversità è la nostra arma più bella. Non resta che esprimerci insieme.

Che la prossima settimana e il suo seguito sia nostra, con sincerità e verità.

Soyons magnifiques

Les occupant-e-es de la Zad

Appel intergalactique, 20 aprile 2018.

Per maggiori informazioni: https://zad.nadir.org/