Costa d'Avorio - Intervista a Ouattara Diakalia

Approfondimenti dalla Tunisia al continente africano

2 / 4 / 2011

Gafca 2 aprile 2011

La crisi che viviamo ora è postelettorale. Dopo le elezioni presidenziali il precedente Presidente non vuole lasciare il potere.

Ma per capire cosa sta succedendo bisogna andare indietro nel tempo.

Nel c'è stato il colpo di stato militare. Dopo è stata fatta una nuova costituzioni che ha portato alle elezioni nel 2000. Il processo elettorale non è stato limpido anche se la Francia ha riconosciuto Laurent Gbagbo come Presidente.

Dal 2002 al 2004 c'è stata la guerra civile e il paese si è diviso in due. Il Nord, dove c'era la rivolta guidata da Guillaume Soro e il Sud, controllato dal presidente, erano divisi da una zona tampone sorvegliata da Onu e forze armate con composizione francese.

Dopo un periodo di negoziazioni nel 2007 la zona tampone è stata tolta e si è potuto circolare liberamente.

Al sud si è concentrata la crescita della protesta ma l'uscita dalla crisi non ha prodotto risposte adatte alle attese.

Per certi versi l'accordo raggiunto a riguardato solo i politici e la popolazione quasi non ne è stata informata.

Arriviamo così al primo turno elettorale del 30 ottobre scorso e poi al secondo turno del 21 novembre.

Sul processo elettorale noi che siamo una grande coalizione di 134 organizzazioni, avevamo sottolineato i rischi in particolare della commissione elettorale.

Per prima cosa la stessa commissione era formata solo da esponenti di partito senza rappresentanza della società civile, una sorte di marginalizzazione della società civile.

Ci sono stati anche altri problemi relativi alla Commissione elettorale tra cui il fatto della presenza di militari e le decisioni prese solo all'unanimità, in modo tale che bastava una persona a fermare tutto.

Il governo inoltre non ha finanziato il processo elettorale e la commissione che si sono basate su finanziamenti esteri e dunque come perdita della nostra sovranità.

Al primo turno tutto è filato più o meno liscio ma i problemi erano tutti presenti. Al secondo turno il 29 anche noi come osservatori abbiamo visto che tutto sembrava andare bene ma già lo stesso 29 novembre, gli osservatori e i giornalisti sono stati allontanati dalla commissione e alla televisione si è cominciato a dire che c'erano state frodi al nord.

Dunque fin dal 30 novembre si comincia a dire alla tv che il dato elettorale non andava appoggiato e si comincia a creare un clima per cambiare il risultato. .

Alla televisione sono cominciati ad apparire osservatori nazionali ed internazionali che dicevano che c'erano state frodi al nord.

La legge elettorale prevedeva che entro 3 giorni la commissine elettorale passasse i dati per poi confermare entro 7 giorni il risultato finale.

Ma gli uomini di Laurent hanno bloccato i dati fino alla paralisi del processo.

Intere zone venivano invaldate anche se solo in un seggio venivano denunciate delle frodi.

Così Laurent si è proclamato vincitore con il 51%, anche se i risultati che noi avevamo visto ernao all'opposto dando la vittoria a Ouattara

E' diventata una questione di rapporti di forza visto che a livello internazionale anche alcuni hanno riconosciuto la vittoria elettorale

Ora si sta usando la violenza perchè non c'è stata alternativa, si è voluto cercare di far passare la legge del più forte.

Oggi a Laurent resta solo il palazzo presidenziale e la tv.

Io mi trovo qui in Tunisia perchè sono dovuto fuggire dal paese.

Io sono anche del Consiglio Mondiale del Forum Sociale mondiale e ho deciso di venire qui per trarre ispirazione dalla lotta che stanno facendo qui per la democrazia.