Una panoramica tra i differenti tavoli di lavoro che prendono vita ogni giorno all'Aterro

Cupula dos Povos, quarta giornata: le diverse anime del Vertice dei Popoli.

19 / 6 / 2012

Ogni giorno l'Aterro do Flamengo viene riempito con numerosissimi incontri, decine di tematiche, di tessere diverse che compongono il grande mosaico che è la Cupula dos Povos.

Nella giornata di oggi si sono formati i gruppi di lavoro delle diverse plenarie: da ogni gruppo di lavoro emergeranno le parole chiave che si vogliono inserire nel documento che verrà discusso domani nella plenaria generale e consegnato al Vertice ufficiale di Rio+20, contenente le richieste dal basso dei popoli e le priorità per il futuro sostenibile del pianeta.

Questa mattina tanti argomenti diversi sono stati approfonditi nei padiglioni all'ombra delle mangrovie del parco che ospita i lavori: le lotte in difesa dell'Amazzonia, le politiche educative del paese e le forme dell'economia solidale come soluzione per affrontare la crisi.

Dinailson Benassuly è un attivista che fa parte del Comitato Dorothy, che prende il nome dalla missionaria Irma Dorothy Stang, assassinata nel 2005 per le sue battaglie in difesa dei diritti umani. Dinailson si batte contro la distruzione della foresta Amazzonica per il futuro di tutto il pianeta.

La questione Amazzonia dovrebbe essere una priorità del governo brasiliano, ma purtroppo questo insiste solo in megaprogetti di estrazione e devastazione e la discussione rimane solo a livello teorico, mentre c'è bisogno di una vera politica ambientale di difesa della foresta.

Shirley Diniz è un'insegnante e fa parte della Segreteria dello Stato di San Paulo nel settore dell'educazione.

Shirley spiega che le politiche educative in Brasile sono in divergenza con le reali necessità del paese, perchè più rivolte all'assistenzialismo invece che alla reale educazione: i bambini vanno a scuola per ricevere cibo e piani di assistenza del governo invece di ottenere una vera e libera istruzione. Addirittura quando cambia il governo, i materiali di studio vengono completamente sostituiti, i libri eliminati, senza la possibilità di dare un minimo di continuità al percorso di studio di qualsiasi giovane. Purtroppo l'istruzione, soprattutto quella universitaria, è molto povera di contenuti, si pensa più ad informare gli studenti che a formarli.

Anche l'assemblea sull'economia solidale è stata partecipata: per parlare di economia solidale - un settore che vede impiegati 2 milioni di brasiliani - bisogna riflettere sull'etimologia comune che hanno i termini "economia" ed "ecologia": lil primo non presenta alcun riferimento al denaro, ma si riferisce alla gestione dei processi che avvengono all'interno di una comunità, il secondo studia questi processi.

La solidarietà razionale ed articolata è il pilastro portante, e prende vita in quei luoghi in cui vi è un'identità comune: non certo in una riunione di potenti, bensì inaspettatamente nella quotidianità delle comunità delle favelas.

In Brasile si sta sperimentando una nuova forma di banca, completamente differente dalle logiche di mercato che animano le banche che noi tutti conosciamo: si tratta di banche comunitarie, attualmente ne esistono 80 (5 anni fa ce n'erano 10) che operano in svariate comunità, favelas, assentamenti, nelle zone più emarginate.

Le banche comunitarie propongono un modo differente di trattare il denaro, che non viene visto come obiettivo, ma mezzo per il raggiungimento del benessere e l'autonomia di una comunità, inoltre, oltre ad offrire prestiti a tasso zero e a creditori non virtuosi secondo il mercato tradizionale, i soldi vengono investiti nel territorio: il risultato è uno sviluppo locale attraverso la riappropriazione dei mezzi di produzione: uno studio aveva rivelato che la popolazione investiva il proprio denaro in centri commerciali, ipermercati e grandi marchi di multinazionali, invece in questo modo la ricchezza resta all'interno della comunità.

Degli esempi virtuosi sono la banca della Città di Dio, comunità di 100000 abitanti, la moneta utilizzata è il CDD, accettato in 160 attività commerciali all'interno della favela, e la banca del Cerrado, a sud del Mato Grosso, che fornisce credito all'agricoltura familiare di 5 assentamenti, rendendo possibile la produzione di prodotti biologici e l'acquisto di piccoli macchinari per la pastorizzazione del latte o per la cucina.

Purtroppo le banche comunitarie vengono criminalizzate dai poteri forti in quanto non rispettano la legge: mantengono al loro interno il 100% di capitale corrispondente, e non il 30% come imporrebbe la legge.

La speranza di queste realtà è quella di diventare l'ordine del giorno dei consigli comunali, vista la loro grande crescita e gli importanti benefici in favore delle comunità locali.

Clarissa Sant'Ana e Franco Carrassi (Art Lab Occupato - Globalproject Parma)
Francesca Stanca (Ass. Ya Basta - Globalproject)

Intervista a Dinailson Benassuly, Comité Dorothy Amazzonia

Intervista a Shirley Diniz, Segreteria dello Stato di San Paulo, settore educazione

Alcuni momenti dei seminari del mattino