Mercoledì, 14 Novembre 2012
Alle 15.35 di oggi
Gaza è stata scossa da molteplici attacchi militari israeliani lanciati
da droni, elicotteri apaches, caccia F16 e navi militari. Una delle
prime persone uccise è stata Ahmed Al Jabari, comandante in capo
dell’ala militare di Hamas. Le fazioni palestinesi hanno giurato
vendetta e i militanti hanno sparato dozzine di razzi verso Israele.
Dopo il primo attacco, le forze aree israeliane hanno condotto più di 50
bombardamenti su tutta la Striscia di Gaza che hanno causato almeno 8
morti, compresi 2 bambini e un neonato. Il Ministro della Salute ha
inoltre dichiarato che più di 90 persone sono state ferite.
Cresce
il timore che Israele possa lanciare un’offensiva di terra su larga
scala, paura alimentata dal lancio di volantini nel Nord della Striscia
da parte dell’esercito israeliano che annunciavano un’imminente
invasione via terra dell’area.
Israele ha lanciato l’operazione
denominata “Pillar of Defence” questo pomeriggio con l’uccisione mirata
di Al Jabari la cui macchina è stata bombardata nell’area di Thalatin a
Est di Gaza City. Mohammad Al-Hams, la guardia del corpo di Al Jabari
che viaggiava con lui in macchina è rimasto gravemente ferito ed è morto
poco dopo in ospedale. In seguito a questo attacco, una serie di
bombardamenti è stata lanciata in tutta la Striscia di Gaza, colpendo
aree abitate a Khan Younis, Tel Al Hawa, Sheikh Zayed Square e At Twan
nel nord di Gaza, Al Sabra a Gaza City, Rafah, Beit Lahia, Khuza’a, al
Bureij.
Le navi da guerra israeliane sono entrate nel mare di
Gaza e si sono posizionate vicino alla costa, sparando verso terra.
Verso le ore 20, le forze navali israeliane hanno sparato tra i 12 e i
15 colpi di artiglieria verso la base navale di Hamas a nord ovest del
campo rifugiati di Shati a Gaza City.
Si moltiplicano le ipotesi
secondo cui l’offensiva si prolungherà per diversi giorni e il Primo
Ministro israeliano ha dichiarato che è pronto a espandere l’operazione.
In una conferenza stampa tenuta oggi
il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha dichiarato: “le
provocazioni che abbiamo subito e il lancio dei razzi verso gli
insediamenti nel sud di Israele ci hanno costretto a intraprendere
quest’azione. Voglio che sia chiaro che i cittadini israeliani non ne
subiranno le conseguenze. L’obiettivo è di fermare i razzi e danneggiare
l’organizzazione di Hamas”. Nonostante ciò, la maggior parte delle
vittime di questo attacco sono state civili. La popolazione di Gaza si è
rifugiata nelle case e il personale della maggior parte delle
organizzazioni internazionali è sotto coprifuoco.
Gli ospedali
di tutta la Striscia sono stati invasi dalle vittime degli attacchi.
Nella conferenza stampa tenuta di fronte all’ospedale Al Shifa, il Dr
Mafed El Makha El Makhalalaty, Ministro della Salute, ha spiegato che
gli ospedali soffrono delle carenze causate dalla prolungata chiusura
della Striscia di Gaza e dal crescente numero di attacchi avvenuti nelle
ultime settimane, in cui molti bambini sono stati uccisi. Gli attacchi
di oggi
hanno lasciato gli ospedali privi di medicine e forniture mediche.
Inoltre, ha sollecitato un intervento immediato da parte della comunità
internazionale per fermare il massacro.
La stampa araba riporta
che gli ospedali nel Sinai sono stati posti in stato di allerta per
affrontare l’emergenza e ricevere i feriti di Gaza.
La
popolazione terrorizzata di Gaza sta subendo i continui attacchi di
droni, bombardamenti, fuoco navale di questa offensiva militare
indiscriminata e sproporzionata. Rimane imprigionata all’interno della
Striscia di Gaza e costituisce un facile obiettivo nella guerra
controllata a distanza.
Ci rivolgiamo alle persone di coscienza
in tutto il mondo perché si oppongano a questa aggressione illecita
contro i civili palestinesi.
La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per fermare questi violenti attacchi.
Per maggiori informazioni, contattare:
Adie Mormech +972 (0) 592280943
Gisela Schmidt Martin +972 (0) 592778020 blipfoto.com/GiselaClaire
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Siamo
un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e
lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani,
dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e promuovere i
diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione
israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere noi stessi
testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti personali
in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e
dalle ONG internazionali presenti a Gaza.
Verifichiamo ciò che
divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a
rendere più accurata la copertura mediatica della situazione di Gaza.
Dalla striscia di Gaza
14 / 11 / 2012