Ecuador - Rio Grande: sgombero violento delle comunità montubias.

Resistenza alla costruzione di una mega-diga cinese.

31 / 10 / 2011

La Revolucion Ciudadana esta en marcha.

I suoi contraccolpi si sono visti spesso  in Ecuador: dal cruento sgombero in Amazzonia del paro di Dayuma (2009) al Vertice dell'ALBA di Quito, al recente sgombero dell'occupazione di un collegio di Quito costata la vita adu uno studente (settembre 2011).

Questa a volta a subire i colpi della Revolucion Ciudadana sono state le comunità montubias della Costa Ecuadoriana (Manabì).

Da due anni infatti le comunità di campesinos si stanno opponendo con determinazione alla realizzazione di un megaprogetto, ossia la costruzione di una diga, promossa dal governo tramite Secretaría Nacional del Agua (Senagua), che è parte del progetto Multiproposito Chone.

Questa grande opera si inserisce all'interno dei megaprogetti su scala continentale quali sono quelli dell'IIRSA e prevede la realizzazione di una diga in un sotto-bacino del Rio Grande che andrebbe ad inondare 6 mila ettari di suolo agricolo.

In tale area circa 1500 famiglie che vivono di agricoltura tradizionale, vedranno irreversibilmente compromessi i propri diritti alla terra ed alla sovranità alimentare.

Per la realizzazione di tale diga, la cui esecuzione è affidata all'impresa cinese Tiesiju, il governo usa la retorica sviluppista di calmierare le periodiche inondazioni che minacciano la città di Chone.

In realtà tale opera cela, ma neanche troppo, i grandi interessi industriali ed agricoli presenti nell'area: la nuova raffineria "Eloy Alfaro", caldamente sponsorizzata dalla petrolera venezuelana PDVSA, l'industria globale di gamberi (camaroneras) e le grandi attività agricole monocolturali come la Palma africana.

Tutte attività ad alto impatto socio-ambientale che richiedono l’uso di ingenti quantitativi di acqua dolce.

Il 21 ottobre, in seguito ai frequenti ultimatum a mezzo stampa del presidente socialista Correa di sgomberare l'area, un operativo di 400 unità tra corpi speciali della polizia (GIR) ed esercito ha fatto irruzione nei territori dei comuneros di Rio Grande, effettuando lo sgombero per poter garantire l'apertura dei cantieri.

La repressione da parte delle forze dell’ordine è stata violenta, durante lo sgombero sono stati usati lacrimogeni e proiettili di gomma procurando numerosi feriti (alcuni in gravi condizioni) tra i quali il leader della CONAIE Carlos Pincay, sono stati inoltre effettuati cinque arresti e la confisca di macchine fotografiche e videocamere.

A distanza di qualche giorno il governo mantiene il controllo dell’area, delegando agli agenti del gruppo speciale GIR di controllare l’accesso al territorio comuneros, dichiarato “zona reservada de seguridad”.

Gli stessi agenti stanno effettuando perquisizioni casa per casa ed intimidazioni ad personam, seminando scompiglio e paura tra le comunità.

Le comunità di Rio Grande hanno lanciato un appello affinché questi fatti vengano denunciati a livello nazionale ed internazionale continuando a ribadire la loro ferma opposizione alla costruzione di un progetto, calato dall’alto, che, al solito, fa gli interessi di pochi sulla pelle del territorio e dei suoi abitanti.

Nessuna diga può arginare i sogni in cammino!

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