Francia: elezioni dipartimentali, sconfitta la sinistra

Netta vittoria dell'unione delle destre che governerà 7 dipartimenti su 10.

31 / 3 / 2015

Il trauma era annunciato, le roccaforti storiche dei socialisti sono cadute una dopo l'altra. Nelle regioni Nord, Bouches-du-Rhône e Isère l'impatto è ancora più doloroso, soprattutto dopo aver tentato di minimizzare la sconfitta del primo turno ed aver dato i voti alla destra in molti cantoni lasciati all'UMP, partito di Sarkozy, e al Front national di Marine Le Pen lo scorso 22 marzo.

Astensione al 51% e il FN che allarga il dominio locale ma non arriva a prendersi nessun dipartimento grazie al 'fronte' unito delle destre: pur essendo in testa in 43 dipartimenti al primo turno, il FN non ne ha conquistato nessuno al secondo turno, su 4000 eletti resta con 62 consiglieri, numero modesto ma inedito a livello locale.

In alcuni dipartimenti come l'Aisne e il Vaucluse, pur avvicinando o superando ampiamente il 40% , il FN ha ottenuto rispettivamente solo 6 e 4 consiglieri, mentre il Pas-de-Calais con un gruppo di 12 consiglieri lepenisti è quello che ne ha eletti di più.

Ora arriva il cosiddetto "terzo turno", cioé l'elezione dei presidenti dei consigli dipartimentali. Il 2 aprile dove la maggioranza non è sicura, il FN potrà trattare accordandosi su una serie di punti per sostenere o meno l'unione delle destre. L'ascensione frontista è certa ma la strategia aggressiva contro l"UMPS", come viene chiamato il binomio politico centrista dell'alternanza di governo da Marine Le Pen, se ha permesso di ottenere i voti di reazione e di rifiuto al primo turno non ha portato la vittoria al sencondo turno nel tête-à-tête con l'UMP. Questo fatto isola politicamente il FN e lo costringe a fare allenaze sacrificando il profilo anti-sistema che lo caratterizza, oppure ad indebolire il discorso originario e quindi a correre il rischio di banalizzarsi accentuando la 'normalizazione', il che identificherebbe il FN al resto delle altre formazioni attualmente presenti nel paesaggio politico francese e gli impedirebbe di presentarsi come unica forza di opposizione.

Marine Le Pen per adesso punta alle elezioni regionali con modalità di scrutinio proporzionale per scalzare l'equilibrio collaudato dell'alternanza di governo in almeno 4 regioni dove a livello locale il FN si è progressivamente affermato e installato: Nord-Pas-de-Calais, Provence-Alpes-Côte-Azur, Alsace-Champagne-Ardennes-Lorraine e Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées. Ma in ogni caso il fronte nazionalista dovrà fare i conti con la strategia vincente di Sarkozy che ha saputo captare sia i voti della destra che dell'estrema destra.

Il PCF invece riesce a mantenere (dal 1976) un solo e unico dipartimento, Val-de-Marne, nella piccola cintura parigina, con il 51,8% di voti contro il candidato UMP, magra consolazione in un contesto nazionale complessivamente privo di 'resistenza' elettorale, ma è un segnale per le alleanze della sinistra, Front de Gauche, EELV (Verdi) con il PS del secondo tuno.

Il primo ministro Manuel Valls, che ha perso nel suo dipartimento, l' Essonne, conferma che il govenro, nonostante il risultato elettorale, non cambia linea politica per quanto riguarda l'economia e le riforme, in particolare quelle che vorrebbe far votare entro l'estate: legge Macron sulla crescita , legge Rebsamen sul dialogo sociale, la riforma sanitaria e quella sulla transizione energetica.