Francia ingovernabile

Movimenti sociali e sindacati hanno bloccato il paese, la mobilitazione resta alta, una grande partecipazione agli scioperi e una forte presenza ai blocchi delle attività e della produzione in ogni settore economico mantengono la pressione sul governo Hollande

6 / 6 / 2016

Alla vigilia dei campionati europei di calcio, che si svolgeranno dal 10 giugno al 10 luglio, sulla riforma della legge sul Lavoro proposta dalla ministra El-Khomri e dal Medef, confindustria francese, in Francia si gioca già un tempo supplementare: quello del movimento che non chiede ma esige il suo ritiro.

In una primavera che non c'è la temporalità di questo movimento ha sorpreso da subito, dal 9 marzo: inizio della lotta per chiedere l'abbandono del progetto di riforma. In un primo tempo che poi si è dilatato, studenti liceali e universitari hanno guidato la mobilitazione e il governo, temendo l'esplosione di una mobilitazione studentesca come nel 2006 con il CPE (Contrat premier emploi,  votato ma non applicato), decide di "rivedere" il testo di legge apportando insignificanti modifiche che servono solo a giustificare una finta "mediazione", ma che di fatto non modificano i 22 articoli che rendono la legge inaccettabile da parte di lavoratori salariati e precari, intermittenti, studenti in formazione o in apprendistato.

Su questa "mediazione" i sindacati si dividono e la CFDT, sindacato riformista, si schiera apertamente con Governo e Medef contro l'insieme degli altri sindacati (CGT, FO, Sud-Solidaire) che invece mantengono il "ritiro puro e semplice della Legge El-Khomri". Tappa necessaria per poter discutere una riforma del Lavoro. Contemporaneamente, il 31 marzo, a Parigi, emerge "Nuit debout" tramite una rete di collettivi militanti e di sindacalisti legati all'associazionismo "citoyen" che già si sta opponendo alla Legge sul Lavoro con un appello che, in due settimane, ha raccolto oltre 1milione e 300mila firme.

In aprile, i movimenti francesi,  trasversalmente, partecipano alle piazze organizzate dai collettivi #Nuitdebout, centinaia di migliaia di persone aderiscono alle mobilitazioni e alle azioni "contro la Legge El-Khomri e il suo mondo". Il conflitto si radicalizza a causa della violenza poliziesca e della repressione giudiziaria che coinvolge migliaia di persone che manifestano quotidianamente. Lo "stato d'emergenza", instaurato con una legge costituzionale il giorno successivo agli attacchi terroristi del 13 novembre 2015, viene utilizzato contro le lotte sociali mentre in parlamento la Legge passa di forza con l'articolo 49-3, senza discussione e dopo una "mozione di sfiducia" dell'area dissidente del governo Hollande che non riesce a raccogliere i voti necessari.

In tutti questi mesi,  sia il primo ministro Valls che il ministro dell'Interno, Cazeneuve, si distinguono per la gestione militaresca delle piazze orchestrando una campagna "anti-terrorista" contro studenti e sindacati, tentando di dividere il movimento sia in piazza con estrema ferocia che sui media criminalizzando i manifestanti.  I media, infatti, continuano ad occultare l'estensione delle mobilitazioni e le violenze delle forze dell'ordine, censurano la parola dei manifestanti e danno voce alla Polizia che si auto-rappresenta vittima dei "casseurs", cioé  delle decine di migliaia di persone che partecipano ai cortei dando corpo e voce alla "convergenza delle lotte".

In maggio, la convergenza nella lotta dei comités d'action, dei collettivi militanti, in cui confluiscono le "nuit debout" insieme a numerosissimi gruppi di persone che si organizzano autonomamente rispetto ai sindacati e al calendario sindacale. Migliaia di persone, da Rennes a Marsiglia, formano spezzoni che si mobilitano con azioni quotidiane e durante le giornate di sciopero prendono regolarmente la testa dei cortei davanti ai cordoni dei sindacati. Queste "teste di corteo" sono composte da liceali, studenti universitari e delle accademie artistiche, intermittenti e precari, disoccupati, con una grossa componente militante femminista e LGBT. Tutte le pratiche di azione diretta sono autodifese, le manifestazioni vengono protette dagli attacchi polizieschi, le medical team e le legal team  intervengono a soccorrere e a difendere chi partecipa alle manifestazioni.

Attualmente, i feriti sono all'ordine del giorno. Migliaia di manifestanti soccorsi, centinaia di persone finite in ospedale, decine di feriti gravi con menomazioni a vita provocate dall'armamento bellico utilizzato dalle forze dell'ordine durante le manifestazioni o contro i presidi permanenti di "Nuit debout". Centinaia di manifestanti picchiati e fermati, decine di arresti e di persone obbligate a non uscire di casa oppure a frequentare i luoghi o gli spazi di mobilitazione.

Nel 2003 e nel 2010 la forte mobilitazione contro la riforma delle pensioni si era esaurita con il voto della legge, questa volta invece il conflitto si è ulteriormente esteso e radicalizzato con l'adozione della Legge.  Il rifiuto del "suo mondo", del modello che lo governa e del sistema che produce questa legge sul Lavoro è l'elemento essenziale di opposizione alla Legeg El-Khomri.

I lavoratori in sciopero nei settori strategici (raffinerie e depositi, nucleare, energia e trasporti) sono sotenuti dalla popolazione che non si mobilita solo su una questione che resta centrale come il lavoro ma per rompere con quegli equilibri politici che reggono l'attuale governo e creare un rapporto di forza contro la sua politica. Una politica che nel 2015 con gli attentati ha fatto implodere la coesione sociale sull'"identità nazionale" e che oggi provoca l'esplosione sociale contro la Legge sul Lavoro.

Mentre Valls dalla Grecia dichiara di "non capire le ragioni dello sciopero", i sindacati vengono quasi sollecitati al posto di quella "gauche radicale" che non esiste più. La dinamica delle "nuit debout" ha rivelato la grande aspettativa in una forma di rappresentanza ibrida tra partito, l'area della sinistra, PS compreso, e l'associazionismo "sindacalizzato" che caratterizza la "gauche" francese.  In questi mesi si è di fatto consumato il monopolio dell'estrema destra sulle questioni sociali. Nel contempo, le strategie sindacali sono in pieno confronto e anche scontro con la radicalità dei movimenti che non possono rappresentare, incluse le loro basi, tesserati che sempre più numerosi confluiscono tra gli "ingovernabili".

Questo spiega la determinazione del movimento e la diversificazione in una sorta di "turn-over" delle pratiche di lotta. Nella stessa giornata si passa dall'azione simbolica, allo sciopero indeterminato, dall' erogazione continua di energia a tariffe minime per decine di migliaia di famiglie nella regione parigina, ai blocchi che paralizzano le piattaforme economicamente strategiche.

"On bloque tout" significa bloccare  con ogni mezzo, fisico o  azione di sabotaggio, le vie di comunicazione, di trasmissione e di alimentazione energetica. Decine di blocchi sono organizzati, contemporaneamente o alternativamente, dai lavoratori insieme a precari, intermittenti, studenti. E c'è un sostegno visibile anche di chi non può partecipare. Un blocco ha un impatto economico più profondo e se continua grazie alla partecipazione allargata produce un aumento del conflitto, come sta accadendo all'inizio di maggio. I sindacati di fatto sono legittimati dalla maggior parte della popolazione che si oppone al passaggio della Legge con il 49-3.

Con o senza pratiche altamente simboliche come rendere accessisbili, cioé gratuiti, trasporti, musei, teatri, il sostegno alla mobilitazione è aumentato proporzionalmente alla stretegia della tensione mediatica e all'ostinazione del governo che rifiuta di ritirare la Legge.

Scegliendo di colpire il movimento il governo si è indebolito ancora di più. Persevera nell'errore di utilizzare la Legge sul Lavoro per una fallimentare campagna elettorale di Hollande, ulteriormente fragilizzato e lontano da chi lo ha votato.  Il governo Hollande, anche se la Legge El-Khomri passasse, ha perso la battaglia politica perché ha rifiutato ogni progetto di riforma alternativo a quello del Medef. E perché ha voluto ignorare il necessario confronto con l'attuale realtà del lavoro per riuscire a riformare senza demolire l'insieme delle garanzie che tutelano i lavoratori.  Di fronte ad un movimento sempre più ampio, il Governo ha dimostrato che è la vera minoranza nel paese, politicamente vulnerabile come il sistema che rappresenta.

Dall'inizio della mobilitazione, le forme contemporanee di militantismo e le reti sociali hanno certo favorito l'efficacità delle forme tradizionali di conflitto ma, contestualmente, non le hanno sostituite, in questo senso la tecnologia non ha prodotto lo spazio dove si sono giocati i rapporti di forza, ma il repertorio di azioni non sembra esaurirsi.

QUI l' invito a sabotare gli Europei di calcio.

La prossima settimana si annuncia infatti decisiva in vista dello sciopero generalizzato  durante il Campionato europeo di calcio e fino al 14 giugno, data che segna l'inizio della discussione della Legge sul Lavoro in senato.