Francia - L'inutile referendum sull'aeroporto a Notre Dame des Landes

Domenica 26 giugno, più di 950mila elettori del dipartimento Loire-Atlantique sono chiamati alle urne per pronunciarsi a favore o contro il progetto voluto dal governo.

25 / 6 / 2016

Il referendum annunciato lo scorso 11 febbraio da F. Hollande, primo del genere in Francia, non ha alcun valore decisionale, ma serve al governo per legittimare l'inizio dei lavori di costruzione di un secondo aeroporto di Nantes (la domanda del referendum: «Siete favorevoli al progetto di trasferimento dell'aeroporto Nantes-Atlantique nel comune di Notre Dame des Landes?»), come ha dichiarato lo stesso primo ministro Valls a proposito della consultazione referendaria.

Hollande ha così messo in pratica la riforma della democrazia ambientale, voluta nel 2014 in seguito alla morte del militante ambientalista Rémi Fraisse durante una manifestazione contro il progetto della diga di Sivens (Tarn).

Un dossier che in questi ultimi anni ha ostacolato i rapporti tra il partito ecologista EELV, Europe-Ecologie-Les Verts, e il PS ma che soprattutto è rimasto sul tavolo dei successivi governi. L'opposizione all'aeroporto di NDDL è la più vecchia lotta in Francia, visto che da oltre mezzo secolo vede la popolazione battersi contro la sua realizzazione ed i tribunali impugnare spesso i vari progetti che si sono susseguiti.

Nel mese di marzo 2016, un rapporto chiesto dalla ministra dell'ambiente, Ségolène Royal, indicava che «il progetto di un nuovo aeroporto a NDDL risulta sovradimensionato rispetto alla necessità concreta evocata dalle istanze che sostengono il progetto». In realtà - sostengono i periti - un'infrastruttura ad una sola pista è la soluzione più adatta a far fronte ai nuovi bisogni di trasporto aereo. Questo a conferma del fatto che l'attuale aeroporto pare più che sufficiente..

Per organizzare una consultazione locale su un progetto di interesse nazionale, il governo ha fatto modificare il Codice ambientale e la legislazione "relativa alla consultazione locale sui progetti suscettibili di incidere sull'ambiente". Il 23 aprile scorso è stato possibile per decreto decidere l'oggetto del referendum, la data e il perimetro elettorale che esclude sia il dipartimento Pays de la Loire che quello della Bretagna (entrambi coinvolti sia nel finanziamento che nell'utenza di un futuro aeroporto regionale).

I movimenti, locali e nazionali, che si oppongono alla costruzione dell'aeroporto hanno depositato una serie di ricorsi, tutti respinti dal Consiglio di Stato il 20 e 22 giugno.

La scorsa settimana Valls ha anche ricordato che gli abitanti (15 aziende agricole, tra cui 11 famiglie) ed i 200-300 attivisti della ZAD (zone à défendre) di Notre-Dame-des-Landes dovranno andarsene «a prescindere dal risultato del referendum», facendo leva sulla decisione del Tribunale di Nantes che lo scorso gennaio ha reso esecutive le espulsioni degli occupanti dei terreni, compresi gli agricoltori che ci abitano da generazioni.

Una minaccia che richiederebbe, come nel 2012, l'intervento delle forze dell'ordine con la presenza di migliaia di CRS attualmente impegnati a reprimere brutalmente i movimenti sociali contro la Loi Travail in tutto in paese, nonché impiegati in massa a Calais, frontiera con la Gran Bretagna, paese di destinazione delle decine di migliaia di migranti che attraversano la Francia.

Un SI o un NO sull'aeroporto non può certo riassumere l'esigenza di cambiamento che in Francia emerge con forza in questi mesi, come non potrà delegittimare le lotte ambientali né la determinazione ad ottenere l'abbandono del progetto. 

Per approfondire vai al sito della Zad

Guarda il trailer di LE DERNIER CONTINENT, film-doc de Vincent Lapize (2015), che parla delle lotte contro l'ampliamento dell'aeroporto tra il 2012 ed il 2014