Francia – Loi travail: scontri nel primo dei tre giorni di scioperi e blocchi

Iniziata il 17 Maggio la tre giorni di scioperi di settore e blocchi per il ritiro della loi travail. Il paese rischia la paralisi. A Parigi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Diversi feriti.

17 / 5 / 2016

La mobilitazione “contre la loi travail et son monde” continua in tutta la Francia, con la chiamata a una tre giorni di blocchi e scioperi di settore dal 17 al 19 Maggio. Gli scioperi, indetti da sette sigle sindacali (CGT, FO, FSU, Solidaires, l’UNEF, l’UNL e la FIDL), hanno bloccato fin dall’alba di stamattina alcuni nodi nevralgici dei flussi produttivi del paese. Bloccati un deposito di carburante a Rouen, il centralissimo port du Havre e diverse autostrade, con copertoni incendiati, nel Nord del paese. La Federazione Nazionale delle Industrie Chimiche CGT ha chiamato a “un blocco progressivo dei prodotti petroliferi da martedì a giovedì”. Appello a scioperare anche per gli impiegati dei settori di poste, telecomunicazioni e ferrovie. Ancora scioperi negli aeroporti e nei trasporti (RATP,SCNF). E’ sicuramente difficile tracciare un quadro esaustivo della mobilitazione, che oggi ha visto un’adesione di massa e che è riuscita realmente a paralizzare il Paese. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza con manifestazioni unitarie che, in continuità con i blocchi del mattino, hanno attraversato le città francesi.
A Parigi la manifestazione, partita a École militaire, ha visto forti tensioni e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il corteo, soggetto a continue provocazioni da parte di un dispiegamento enorme di forze di polizia, è giunto a Denfert dopo un tentativo fermato di manif sauvage in direzione Port Royal. A margine del corteo una nasse (cordone di accerchiamento) dei CRS ha impedito ai manifestanti, tra cui alcuni sindacati (SUD e FSU) di lasciare la piazza per diverso tempo. Si contano diversi feriti tra i manifestanti che, nonostante il tentativo sempre più diffuso e condiviso di equipaggiarsi per resistere alla furia poliziesca, sono stati ancora una volta sottoposti ad un utilizzo indiscriminato di lacrimogeni, a più riprese sparati ad altezza uomo e a una marcatura stretta e violenta. Per domani è prevista una manifestazione “contro l’impunità poliziesca” nella capitale francese. Si tratta del secondo di tre giorni che costituiscono una seria minaccia per la macchina produttiva del paese.

Sono ormai passati due mesi dal primo sciopero generale del 9 Marzo. Due mesi di mobilitazione contro la loi travail. Le piazze piene e un fronte di opposizione sempre più largo e radicale. Ciononostante il governo procede e conserva la linea in uno spazio d’eccezione a due piani di intervento, uno normativo, l’altro repressivo.

Il 10 Maggio il governo Valls-Holland, con l’applicazione dell’articolo 49-3 della Costituzione, ha infatti posto la fiducia al testo  di legge che ha superato la mozione di sfiducia presentata dalla destra. Il progetto di riforma del codice del lavoro giunge quindi al Senato senza voto parlamentare e senza aver incontrato sul proprio cammino alcuna mozione di sfiducia da parte dei “frondeurs” del PS, di Melenchon e dei comunisti, 56 voti sui 58 necessari alla deposizione della “censure”. Eccezione normativa, certo costituzionale, che rimette l’adozione del progetto di legge alla navette tra Senato e Parlamento attraverso una sospensione della decisionalità parlamentare. Approvazione definitiva prevista a fine Luglio.

L’eccezione dello stato d’emergenza si fa però soprattutto repressione, preventiva e violenta. Prima della manifestazione del 12 Maggio le forze dell’ordine hanno eseguito diversi controlli domiciliari, intimando le vittime di non recarsi alla manifestazione. Un’evoluzione negli stessi dispositivi di controllo si è prodotta inoltre alla vigilia di questa tre giorni. Sono decine i divieti di manifestare comunicati dalla Prefettura di Polizia, sia a Parigi che a Nantes. Sono 53 le persone interessate, secondo il Ministero dell’Interno. Un “DASPO” di piazza che si aggiunge ad una serie di interventi di che segnano una stagione di palese escalation repressiva. Flashball (proiettili di gomma, che ad una distanza inferiore ai 5 m possono anche uccidere), piogge di lacrimogeni su intere piazze, talvolta ad altezza d’uomo, nasse (accerchiamenti) con colpi di manganello e spray al peperoncino per abusare degli accerchiati. Una mole di arresti senza precedenti, e spesso e volentieri arbitraria. E’ indubbio che questo movimento stia mettendo seriamente in difficoltà il dispositivo securitario francese. Mai quanto oggi la separazione tra casseurs e manifestanti si rende impraticabile. Tanto quanto una gestione classica, modello sindacale, della piazza da parte del servizio d’ordine. Insomma una piazza calda che costringe ad una becera restrizione di ogni spazio democratico, e che di risposta continua a crescere e a invadere gli spazi. Inafferrabile, nonostante una scientifica e sanguinosa repressione.