Francia - Macron e il governo-impresa

Con un'astensione storica che supera il 57%, il nuovo parlamento si rinnova con una maggioranza assoluta confermata dall'esito delle elezioni legislative del 18 giugno.

20 / 6 / 2017

The winner is… Emmanuel Macron, il nuovo presidente che la sera della sua elezione saluta dal Louvre, residenza reale, e riceve l'annoiato Putin a Versailles. L'operazione di comunicazione che assolutizza la figura presidenziale è potente, il potere in gioco infatti è grande, sui banchi del parlamento e tra i ministri "della società civile" ci sono presidenti amministrativi e direttori di gruppi multinazionali, gestori di complessi industriali, responsabili finanziari e investitori, personaggi della corte di Macron con "percorsi professionali innovativi, associativi e politici diversi", così vengono presentati  quelli che dovranno prima di tutto garantire la continuità di un comando unilaterale del mercato e dell'economia del paese nel rispetto delle regole imposte dall'Europa franco-tedesca. 

La sua via crucis sarà il consenso che non ha ottenuto, né alle presidenziali con un risicato margine sul campo e solo grazie al rischio Le Pen e all'affaire Fillon, né alle legislative del mese successivo, elezione che hanno disintegrato il PS, ridimensionato fortemente la destra tradizionale, ricacciato un passo indietro il FN impedendo al partito della destra radicale di formare un gruppo parlamentare, reso quasi invisibili le altre formazioni, ecologisti compresi.

La France insoumise di Mélenchon si consola dallo scacco presidenziale con un gruppo parlamentare (almeno 15 deputati eletti)  che porta nell'Assemblée nationale la presenza del PCF, Partito comunista francese. Una camera in cui l'opposizione resterà minoritaria e divisa in tre: Républicains, PS e France insoumise. Riesce quindi molto difficile individuare il "nuovo" nel vecchio, a parte l'età degli eletti e la presenza femminile (38, 8%) strumentalizzati come "dinamique citoyenne" da Les Républicains En Marche, che certo non è un fatto marginale, ma da questo dedurre che la governabilità possa essere assicurata dalla composizione di genere o anagrafica, tutto resta da discutere, in particolare rispetto alle riforme previste dal governo di Macron.

Complessivamente, ci sono 434 nuovi eletti nella prossima legislatura che comincia il 27 giugno, ma su 573 candidati eletti in totale, 440 sono stati eletti da meno di un quarto degli elettori della loro circoscrizione, questo induce a riflettere sulla fragilità dei rappresentanti eletti in parlamento.

Macron non ottiene risultati tanto diversi da quelli di Chirac nel 2002 e da Sarkozy nel 2007 ma la narrazione del primo ministro, Edouard Philippe, ignorando il principale partito, quello che ha disertato i seggi, e l'astensione che nelle periferie dell'ïle-de-Frace ha oltrepassato il 65% e in quella di Tolosa l'80% - afferma che "la maggioranza dei Francesi ha scelto la speranza, l'ottimismo e la fiducia".

Lunedì 19 giugno, un presidio organizzato dalla rete di collettivi, sindacati e associazioni che compongono il Front social e dagli "ingovernabili" di En marche contre  Macron ha manifestato davanti all'assemblée nationale, un migliaio di persone sono sono state subito allontanate dalla polizia con i lacrimogeni.