Un attentato e un uomo decapitato nel sud-est della Francia , 38 morti per un attacco armato in albergo tunisino, centinaia di civili uccisi a Kobane, decine di morti e oltre 200 feriti a causa di una bomba in una moschea scita a Kuwait City, altre decine in Somalia

Francia - Radicalismo islamico fuori controllo

Un secondo venerdì del ramadan sotto il segno della jihad

30 / 6 / 2015

Questa convergenza della morte avviene tre giorni dopo l'appello lanciato dallo Stato islamico, in guerra in Siria e in Irak, per incitare alla guerra santa, ma non ci sono elementi fattuali che per adesso possano confermare una reale coordinazione di tempi tra gli attentati e l'attacco punitivo e di vendetta contro gli abitanti ed i combattenti di Kobane. In Europa, a sei mesi dai sanguinosi attacchi di Parigi, un attentato esplosivo contro una fabbrica di prodotti chimici del gruppo americano Air Products vicino a Lione e un morto decapitato rinnovano minacce e interrogativi. Per la prima volta una pratica dell’ISIS frequente in Siria e in Irak avviene in Francia.

Il presunto terrorista, Yassin Salhi, ha 35 anni. Conosciuto per i suoi legami con il movimento salafista non ha improvvisato la macabra messa in scena: prima di lanciare l'automezzo sullo stock di bombole ha appeso sul cancello esterno la testa decapitata della vittima insieme alle bandiere islamiche inviando selfie ai suoi contatti francesi in Siria. Arrestato dopo essere stato bloccato dai pompieri arrivati per l'emergenza, ha riconosciuto l' attacco e l' assassinio del titolare della ditta di trasporti per cui lavora(va) nella regione lionese. Gli obbiettivi danno una dimensione personale e atipica all'atto 'terrorista' non rivendicato ma la volontà di 'terrorizzare' ha raggiunto il suo scopo. Le armi rudimentali, un auto e un coltello, sembrano indicare un crimine 'artigianale' e scartare l'ipotesi terrorista ma il Ministero degli Interni francese dovrebbe spiegare perché Salhi sorvegliato da dieci anni è riuscito a 'scomparire' dalle liste segnaletiche negli ultimi 6 anni pur continuando a mantenere strette relazioni con figure attive dell' islam radicale.

I seguaci del salafismo, conosciuti dai servizi di sicurezza, aumentano in modo costante da oltre vent'anni, candidati alle azioni terroriste forniscono forze vive all’ISIS sia nei paesi europei e del Mediterraneo che nelle zone di conflitto armato.

In Francia, tutto sembra cominciare nel 1995, dopo la serie di attentati ricondotti al GIA (Gruppo islamico armato) in cui sono morte 10 persone e 180 sono rimaste ferite. Al tempo, l'indottrinamento per i più giovani passava quasi esclusivamente attraverso l'esperienza del carcere. In prigione si incontravano gli educatori alla pratica religiosa fondamentalista e coordinatori, allo stesso tempo, dei contatti tra le numerose 'cellule' diffuse in Europa, in Francia e in Belgio soprattutto, figure politiche e religiose che forniranno alla jihad in tempi più recenti soldati e 'martiri' dell'islam. I francesi incarcerati a Guantanamo per l'11 Settembre sono nati nella cité di Minguettes, nella banlieue sud  di Lione e sono stati arrestati dopo l'addestramento militare in Afghanistan. Uno dei due, Murad Benchellali, tornato da Guantanamo è il solo "pentito"  riconosciuto dal Ministero dell'Interno francese, viene utilizzato per testimoniare a favore della "sradicalizzazione" nei quartieri popolari e nelle scuole delle banlieues

Nel comune di residenza di Y. Salhi, viveva anche il venticinquenne che si è 'sacrificato' su un camion-cisterna carico di esplosivi davanti alla sinagoga di Djerba, in Tunisia. Attentato rivendicato da Al-Qaida che ha ucciso 19 persone. Anche questo kamikaze era passato dai campi militari afgani. Altre tracce hanno confermato i legami tra la rete lionese e quella parigina degli attentati alla redazione di "Charlie Hebdo" e nel supermercato cacher . 

Anche se il capoluogo del salafismo resta Marsiglia, Lione è segnata da due avvenimenti storici che hanno strutturato le importanti comunità magrebine arrivate in Francia all'inizio degli anni 50 con l'immigrazione economica nella regione industriale: la "Marche des Beurs", la marcia degli immigrati magrebini del 1983 organizzata dopo la serie di sommosse urbane a Vénissieux. I partecipanti hanno formato il primo movimento antirazzista che poi darà origine a SOS Racisme, assimilato integralmente al PS, Partito socialista successivamente. Molti dei partecipanti non si riconoscevano nell'associazione creata dal PS e si sono ritrovati isolati e politicamente alla deriva come i quartieri dove abitavano, la discriminazione era al tempo, ed è sempre presente.

Nello stesso tempo nasce l'Unione dei giovani musulmani (UJM), 1987, oggi vicina a Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei "Fratelli musulmani" . L'UJM insieme all'Unione delle organizzazioni islamiche in Francia hanno investito socialmente i quartieri popolari, le associazioni musulmane hanno colmato il vuoto del welfare e la carenza dell'investimento pubblico a sostegno delle zone urbane più povere. Le politiche del rigore e l'austerità economica con i tagli su servizi sociali, sanità e scuola hanno poi fornito terreno fertile alle strutture religiose che intervengono per aiutare le famiglie e i più giovani. Oggi i salafiti fanno concorrenza, non solo in Francia, a queste organizzazioni musulmante nel tentativo di soppiantarle. Il conflitto si gioca sul controllo delle moschee.

Il volto del radicalismo islamico in Francia si è modificato dopo le "primavere arabe" e l'intervento militare in Libia e in Sahel. 

La Francia si dota anche di leggi che fanno del laicismo una pratica ideologicamente aggressiva, questi sono elementi non secondari a farla diventare il principale paese europeo preso di mira dalla jihad. L'anniversario del "califfato" ha probabilmente ispirato e istigato all'attacco geograficamente diffuso ma, osservando i meccanismi collaudati di reclutamento in Europa, l'ipotesi più verosimile resta quella del forte potenziale comunicativo dell’ISIS che pare non necessiti sistematicamente di una commissione diretta degli attentati.