Francia - "Siamo qui" contro la cultura della paura e del debito

Circa cinquanta persone hanno occupato lo studio del telegiornale più seguito dai francesi per informare sull' Accordo di indennizzo disoccupazione firmato il 22 marzo nella sede del Medef, sindacato padronale, dai sindacati dei lavoratori CFDT, CFTC e FO e dagli imprenditori.

10 / 4 / 2014

 8 aprile, alle 20 e 20,  subito dopo la messa in onda del discorso inaugurale all'Assemblée nationale del nuovo primo ministro Valls sulle politiche del governo per i prossimi anni, entrano in scena disoccupati, lavoratori precari, intermittenti e interinali accolti da un sorpreso ma subito rassegnato presentatore televisivo. Vogliono leggere un comunicato  che chiede una discussione aperta mai concessa dal 22 marzo e  all'attuale Ministro del Lavoro, Rebsamen, di non firmare l'Accordo.

Questo accordo aggrava la situazione dei salariati più poveri e precarizza ancora di più i lavoratori con contratti intermittenti, sia che si ritrovino disoccupati o con un'attività, o prestazione di servizio, ad ore o a chiamata. Secondo i calcoli fatti dal sindacato CGT e dal Coordinamento, se l'accordo viene firmato anche dal governo i lavoratori con un reddito discontinuo e senza protezione sociale garantita dall'indennizzo di disoccupazione perderebbero tra 50 e 300 euro ogni mese.

I lavoratori precari, intermittenti, interinali si oppongono alla logica della concorrenza che serve ad abbassare le remunerazioni e i salari di tutti e denunciano la pagliacciata scandalosamente antidemocratica dei "negoziati" Unedic.

 Il negoziato sul regime di indennizzo di disoccupazione si è svolto senza e contro i diretti interessati, i quali da subito lo hanno rifiutato occupando l'Opéra Garnier e il nuovo centro culturale del Carreau du Temple  alla vigilia delle elezioni amministrative.

Il Coordinamento si è invitato al TG delle 20 perché attacca i media che sulla questione disoccupazione e precarizzazione veicolano "informazioni" sotto forma di reportage dai contenuti fortemente orientati dai padroni, o a favore degli argomenti presentati dai sindacati "alleati". Sindacati che hanno firmato un accordo preparato e imposto dal Medef contro l'interesse dell'insieme dei lavoratori. Accordo che indebolisce tutti e che Il governo non deve sottoscrivere in un paese dove vivono 9 milioni di poveri, dove l'80% dei contratti sono a termine o di breve durata e dove un disoccupato su due non è indennizzato.

Il vergognoso attacco ai diritti sociali e alla protezione del lavoro a spese dei lavoratori più precari  avviene in assenza di discussione e dibattito pubblico sul welfare.  Non sono state prese in considerazione le proposte che meglio si adattano alla discontinuità dell'impiego portate avanti  dallo stesso Comitato parlamentare che ha seguito i lavori sull'Accordo. Un vasto movimento che si oppone alla soppressione dei diritti sociali del lavoro da 11 anni ha fatto emergere le proposte che oggi devono essere ascoltate e di cui si deve tenere conto nel negoziato. 

Si chiede una riforma completa dell'Unedic, del suo funzionamento, della sua rappresentanza e del suo finanziamento in modo da garantire  l'insieme dei lavoratori perché rifiutare di pagare la crisi significa vivere dignitosamente.

La mobilitazione cresce di giorno in giorno, azioni, manifestazioni, assemblee generali sono previste per chiedere di rinegoziare l'accordo.

Fra poche settimane ci saranno festival ed eventi.

I lavoratori ntermittenti  dell'industria culturale si mobilitano.

Disoccupati, lavoratori precari, Intermittenti, interinali, salariati con contratti generali o speciali, con o sans papiers, saranno in piazza il 12 Aprile contro l'austerità, il razzismo e il sessismo

Link  video dell'azione del Cip - Idf dell'8 aprile :

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