Francia - "Siamo tutti casseurs", un primo maggio di lotta

I comitati di azione formati da studenti, intermittenti e precari con migliaia di persone alla testa del tradizionale corteo sindacale hanno difeso il diritto di manifestare contro la legge sul Lavoro.

3 / 5 / 2016

La "convergence des lutte" si materializza in piazza. Il 9 aprile, poi il 28 aprile e questo 1° Maggio, le piazze francesi hanno dimostrato l'esistenza di una comune, forte e radicale opposizione che prescinde dalle formazioni politiche esistenti. Dal 9 marzo, la mobilitazione affronta lo stato d'emergenza con centinaia di fermi, di arresti e decine di manifestanti gravemente feriti. Non si può non sottolineare questi fatti perché parlano della forza di un movimento che da settimane agisce contro l'offensiva dei poteri economici e politici sulle nostre vite. Un movimento che declina pratiche integralmente assunte nonostante il tentativo di ignorare e poi dividere le centinaia di migliaia di persone che manifestano e occupano le piazze francesi da quasi due mesi contro la Legge El-Khomri.

Le testimonianze delle violenze poliziesche sono ormai innumerevoli e documentate, il Legal Team è sovraccarico di lavoro e la StreetMedic Team si fa carico di decine di feriti da flashball tirati ad altezza uomo; contusioni, lacerazioni, tumefazioni diffuse, ossa rotte e arterie sezionate dovute a tiri di lacrimogeni e granate assordanti in mezzo alla folla; uso di manganelli e scudi, spray urticanti, calci e colpi su persone indifese e rese inerti, molto spesso già traumatizzate, poi trascinate per terra e caricate sui blindati come bestiame da macello.

Si assiste a scene di violenza già viste sotto le peggio dittature.

La presenza massiccia delle forze dell'ordine crea regolarmente disordine, i plotoni vengono utilizzati per provocare incidenti e cercare lo scontro per ore. I CRS caricano anche se ci sono persone a terra, c'è solidarietà e ci si aiuta facendo - per quanto possibile nelle nubi di gas - barriera di sicurezza nonostante il grande rischio di subire altre violenze. Il Primo maggio, a Nation, la polizia ha soffocato con tiri diretti di lacrimogeni il perimetro di soccorso dei feriti che non erano in grado di essere trasportati e aspettavano di essere portati via dall'ambulanza.

Un lungo e intenso primo maggio che si è concluso con l'ennesima brutale e ingiustificata evacuazione  di una Place de la République impegnata a discutere il seguito della mobilitazione e a fare festa. Dal 2 maggio, la prefettura ha ristretto l'agibilità delle nuitdebout in Place de la République, vietata l'azione, la parola e la musica. Ogni spazio di espressione del dissenso viene fisicamente blindato e attaccato, ogni espressione di conflitto viene duramente repressa.  "Tout le monde déteste la police" (tutti detestano la polizia ndt) è diventato "Toute la France déteste la police" per andare oltre la facile simmetria mediatico-prefettizia dei "casseurs contro i CRS".Infatti,  chi scende in piazza, manifestanti o chiunque voglia partecipare e condividere les nuitdebout , si organizza per resistere fisicamente  e non subire la violenza delle forze dell'ordine.  Il governo Hollande con il primo ministro Valls, dopo aver perso ogni credibilità da parte di chi lo ha votato con le politiche economiche e sociali, ambientali, con le politiche anti-terrorismo e con l'identità nazionale, oggi - con la Legge sul Lavoro - si è ampiamente diluito nella destra più reazionaria. Questa deliberata strategia per assediare e indebolire il movimento contro la legge sul Lavoro è politicamente fallimentare. I manifestanti rivendicano le azioni, gli stessi sindacalisti dichiarano che "Tutti vogliamo il ritiro della Legge El-Khomri, alcuni sono solo meglio equipaggiati" (CGT - Continental), o "Per cambiare la società non basta scrivere dei testi di legge, è una lotta quotidiana, nei posti di lavoro come nelle piazze" (SUD ferrovie) dopo aver partecipato agli scontri. La consumata teoria degli "infiltrati" non ha funzionato da subito, non c'è nessuno "ai margini" dei cortei e con il tempo, il numero dei manifestanti che si organizzano indipendentemente dai sindacati e prende la testa del corteo per aprire la via attraverso i blocchi polizieschi è aumentato ed è sempre più determinato.

Il 3 maggio il Coordinamento studentesco nazionale scende di nuovo in piazza conto la Legge "Travaille" e contro la repressione.