Grecia, centro di detenzione di Amygdaleza - La protesta dei migranti: "Freedom, we die here"

Il governo Syriza si impegna per sua la chiusura in 100 giorni e per la chiusura di tutti i centri

17 / 2 / 2015

250 container, alte recinzioni e filo spinato, 1.662 migranti rinchiusi, condizioni di vita disumane: benvenuti a Amygdaleza, benvenuti all'inferno.
Il centro di detenzione per migranti di Amygdaleza, si trova a nord di Atene. E' stato il primo centro, aperto nel 2012, per "trattenere" i migranti entrati "illegalmente" in Grecia. Teatro di scioperi della fame, suicidi e proteste dei detenuti (soprattutto pakistani e bangladesi) rinchiusi in celle di 9 metri quadri da condividere in 4 persone.

L'ultima rivolta è di qualche giorno fa, venerdì 13 febbraio, dopo l'ennesimo suicidio di un giovane pakistano. Aveva 28 anni, ha usato un asciugamano per impiccarsi dal suo letto a castello. Era stato arrestato il 12 dicembre a Rethymno, Creta e trasferito a Amydgaleza venerdì. E' il quarto migrante a morire al centro dalla scorsa estate e il secondo a perdere la vita la settimana scorsa.

Migliaia di immigrati, soprattutto asiatici e africani, scelgono la Grecia come paese di passaggio per entrare in Europa.

Una norma approvata dal governo precedente, all'inizio dello scorso anno, permette di prolungare il periodo di detenzione nei centri in maniera indefinita, in Grecia quindi non ci sono più limiti di tempo alla detenzione che l'Unione Europea fissa in un massimo di 18 mesi.

"Mi vergogno come essere umano", ha detto Yanis Panusis, Ministro per l'Ordine pubblico del nuovo governo Syriza, dopo aver visitato il centro sabato scorso. Panusis ha poi assicurato l'impegno del governo nel voler chiudere i centri di detenzione.

Entro 100 giorni il Ministro promette la chiusura di Amygdaleza e si impegna ad accelerare il processo per l'apertura di tre centri di accoglienza aperti.

"Amygdaleza e le altre strutture di questo tipo, non si possono "riformare", ha detto Panusis, "non c'è possibilità tecnica di usare questi spazi per installare nuovi centri aperti, per cui l'unica soluzione è la loro chiusura. Faremo quanto abbiamo detto prima delle elezioni, faremo quanto abbiamo detto in Parlamento".

"Sono venuto a esprimere la tristezza e il dolore del Ministero e del governo", ha detto, «ma ora esprimo la mia vergogna, non come ministro, ma come un essere umano, come rappresentante di una civiltà."

L'intero sistema sarà ridiscusso con il viceministro per l'Immigrazione, Tasia Christodoulopoulou.

Durante la visita del Ministro a Amygdaleza fuori si svolgeva un sit-in di protesta ed altre iniziative in solidarietà coi migranti sono previste in diverse città della Grecia il 17 febbraio.

"Please, help us" è il grido di disperazione che arriva da Amygdaleza. Sono le stesse parole scritte in un italiano stentato dai rifugiati che protestano a Vittorio Veneto per le inaccettabili condizioni in cui vivono. Sono gli stessi sguardi che ritroviamo in questi giorni guardando le immagini che arrivano da Lampedusa, ai quali abbiamo la responsabilità di rispondere con una politica diversa, attenta alle vite di chi è costretto a lasciare il proprio paese per la sopravvivenza.

Atene - Centro di detenzione di Amygdaleza (foto)

Atene - Dentro al centro di detenzione di Amygdaleza

Amydgaleza: discesa all'inferno