Honduras - Le città private

10 / 9 / 2012

 Nel tempo in cui la crisi sembra giustificare ogni forzatura, si arriva adirittura ad andare oltre le privatizzazioni ed ha immaginare la nascita di città private.

E' il progetto di cui si sta parlando in uno dei paesi più poveri dell'America centrale: l'Honduras. Quella che viene definita la "prima metropoli modello" dovrebbe sorgere grazie all'accordo tra il governo honduregno e la Mkg, una società immobiliare nordamericana.

Di fronte all'accordo un gruppo di giuristi hanno chiesto che la Corte suprema bocci il progetto. Il pronunciamento è atteso a giorni.

La città avrà proprie leggi, una propria polizia ed una propria giustizia. Come al solito la promessa è quella di nuovi posti di lavoro e cioè 5000 posti diretti e 15.000 indiretti per la costruzione.

Chi ha proposto il ricorso alla Corte suprema punta a mettere sotto accusa la legge quadro costituzionale che è servita da riferimento per questa operazione che va oltre la privatizzazione di una parte di territorio e mette in discussione il controllo statale su materie che dovrebbero essere di sua competenza.

A favore del progetto, che dopo la costruzione della prima città-private, ne prevede altre due, sono anche i coreani che hanno già reso noto di voler investire nel progetto.

Nel presentare il progetto si afferma che sarà un contributo a combattere la povertà nel paese.

Nella città in cui gli abitanti arriveranno insieme alle industrie e ai servizi, sorgeranno ospedali, ristoranti ed altri servizi. La città sarà gestita da una sorte di Consiglio di Amministrazione di nove membri che nomineranno un governatore, poi (a questo punto non si capisce con che valore) potranno votare anche i cittadini. Sul piano legale varranno le leggi del paese ma limitatamente a materie quali il codice penale, l'emissione dei passaporti o migrazione ma invece per quanto riguarda l'ordine pubblico, il tema fiscale e le norme economiche queste saranno gestite dalla stessa "città modello" ed il Parlamento nazionale si limiterà a approvarle per la promulgazione.

Chi ha progettato queste "città", prive di radici e a scelta elettiva, ne parla come un'esperimento in cui si potrà accedere liberamente adirittura dicendo che la residenza "non sarà basata sul censo"!

Il Presidente honduregno Porfirio Lobo e il suo governo appoggia a pieno le tesi dell'economista americano, Paul Romer, che presenta il tutto come l'"alternativa" alle favelas e alla povertà che innerva le città dell'America Latina.

Tra l'altro la prima città modello dovrebbe sorgere sulla costa (in modo da essere indipendente nel commercio), e in territorio indigeno dei Garufuna già fortemente penalizzati dai progetti speculativi nel loro territorio.

E' stata lanciata una raccolta di firme per denunciare l'aberrazione della proposta: per saperne di più clicca qui