Iraq - Cosa sta succedendo? Intervista a Domenico Chirico di un Ponte Per ..

Un paese devastato prima dalla guerra e poi dalla ricostruzione si trova sull'orlo della frantumazione

19 / 6 / 2014

Abbiamo incontrato Domenico durante la presentazione del volume "War on demand" allo Sherwood Festival 2014 a Padova.

Un Un ponte per ha una presenza ventennale il Iraq. A partire da questa esperienza abbiamo voluto chiedere un giudizio sul quel che sta accadendo nel paese, le radici dell'avanzata dell'ISIS, gli scenari che si possono prefigurare in una dimensione globale in cui conflitti geopolitici locali si innestano in un quadro internazionale complesso, contradditorio e mobile.

Un punto vogliamo subito segnalarlo ed è quello della presenza di compagnie militari private, mercenari si sarebbe detto una volta, che ormai assumono un ruolo centrale nelle nuove forme della guerra. Un dato per tutti la G4S, compagnia militare privata con i suoi 600.000 dipendenti è seconda al mondo solo alla Wall Mart per fatturato. Ecco che gli spunti racchiusi nel libro War on demand sulle nuove forme della guerra diventano quanto mai essenziali per capire il tempo nel quale viviamo. 

Cosa sta succedendo oggi in Iraq?

Nelle ultime settimane più di mezzo milione di persone hanno lasciato le loro case a Mosul nel nord dell'Iraq, a Tigrit ed in altre zone.

Questo perchè, in modo apparentemente inaspettato l'ISIS, Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, forza estremista di matrice sunnita, ha preso possesso di Mosul.

In modo apparentemente sorprendente, perchè nessuno si aspettava che l'Esercito iracheno regolare lasciasse le sue posizioni, abbandonasse la più grande città irachena.

Siamo stati sorpresi dal grande spostamento di persone ma non dall'evento in sé.

Alcuni esempi molto pratici per capire cosa sta succedendo: in 5 giorni l'ISIS prende il potere a Mosul. A fianco dell'Isis si è messo a combattere anche il Governatore sunnita di Mosul. Nessuno lo dice ma lui ha organizzato delle milizie all'interno della città per difenderla visto che l'esercito prima di andarsene ha cominciato a bombardare con gli elicotteri alcune zone civili.

Parliamo di una forza estremista che sta prendendo possesso di intere aree del paese  ma parliamo di una forza che ha un fortissimo radicamento all'interno delle città irachene.

E' una storia che va avanti da molti anni, figlia dell'esclusione di un pezzo della società irachena, dopo il 2003, di tutta la fascia di provenienza sunnita.

Si era arrivati ad un accordo di mediazione nel 2008, dopo momenti sanguinosissimi di guerra confessionale. Una mediazione, giunta con un inclusione a livello politico di questi soggetti, che  però questo non ha funzionato. Da tre anni ci sono enormi proteste nelle zone a maggioranza sunnita del paese contro la corruzione del governo, contro l'esclusione dai processi politici, contro l'assenza di giustizia sociale. Tutto questo è stato negletto dalle forze dominanti del governo di Maliki, che è a maggioranza sciita. E' erroneo, però,  fare una divisione in termini confessionali: molte volte le linee sono di potere, di gruppi di potere non necessariamente confessionali. In ogni caso il governo a maggioranza sciita ha negletto qualsiasi istanza venisse dall'altra parte e non è un caso che in pochi giorni una forza che sembra uscita dal nulla ha preso la seconda città del paese e ha determinato la fuga di mezzo milione di persone. Tutto questo ora apre uno scenario completamente nuovo in tutto il paese.

Uno scenario che può essere di presa di Baghdad nel giro di poche settimane. I nostri amici iracheni ci dicono che sono terrorizzati a Baghdad, molti stanno facendo le valigie e stanno fuggendo verso altre aree del paese. C'è un impatto con la zona dominata dai curdi, nel nord del paese, dove c'è il governo regionale curdo, che di fatto ha sigillato un'area fuori da qualsiasi conflittualità. Sono arrivate ora nella zona più di trecentomila persone. E' l'area più sicura del paese. Se ci fosse un conflitto tra forze sunnite dell'ISIS e curdi si aprirebbe un scontro generalizzato nel paese perchè i curdi sono la parte meglio organizzata a livello militare.

In questo momento c'è un enorme caos e di fatto si sta arrivando ad una partizione del paese: un'area dominata dagli sciti a centro e sud, una dominata a ovest dai sunniti e l'area curda. E' come se si stesse raggiungendo lo stesso livello della Siria. E' quello che scriveva Robert Fisk: gli accordi Sykes- Picot, che hanno diviso ad inizio del novecento il Medioriente a pezzi, stanno saltando e si stanno ridefinendo completamente dei confini di questo paese.

L'ISIS, una forza che sembra apparsa all'improvviso, ma parlando di Falluja forse ne capiamo di più?

Parlare di Falluja è sempre esemplificativo. E' la città martire, la Guernica irachena,  martoriata nel 2004/2005 dagli attacchi degli americani. Di fatto non si è mai ripresa dallo shock. anche per gli effetti di lungo periodo. E' una zona contaminata dall'uso di armi chimiche , dove il numero di patologie ad esse connesse è aumentato in numero esponenziale in questi anni.

Un intera area del paese, che era prima la parte dominante, è stata massacrata dai bombardamenti, inquinata in modo pesantissimo ed ha cominciato a protestare da Baghdad a Falluja , a chiedere maggiore giustizia sociale in modo pacifico.

L'anno scorso c'è stata una protesta enorme di tutti i capi tribù che hanno chiesto in maniera pacifica maggiore giustizia sociale e partecipazione. Anche in questo caso hanno ricevuto una risposta violenta e non è un caso che proprio lì si sia saldata ora, due mesi fa, la risposta più violenta e che da lì sia nata parte della protesta attuale.

L'ISIS, forza estremista, che ora sta prendendo il controllo di parte del paese, non è una forza solo irachena. E' una forza che nasce in Siria, ha radici nella resistenza di pezzi d'Iraq nel dopo 2003, ma comunque è una forza molto più transnazionale che sigilla gruppi estremisti, jaddisti di vario genere. In parte ha trovato vasto consenso in varie parti irachene, come a Falluja da alcuni mesi ed in parte ha un potere enorme in alcune zone della Siria.

E' una forza anche un po' strana nelle sue origini e radici, che potrebbe determinare l'assurdo cioè l'accordo tra americani e iraniani, in un'alleanza inedita affinchè ci sia una sua sconfitta. Detto questo se vogliamo fare un passaggio ancora più complesso, una cartina di tornasole per leggere questo processo è anche a livello macro politico la "fine" dell'alleanza strettissima tra America e Arabia Saudita.

Questo è un elemento di sottofondo nell'attuale caos, a cui va aggiunto anche il conflitto tra Arabia e Qatar. Ci sono una serie di elementi regionali che stanno complicando enormemente la situazione come sempre sulla pelle della povera gente.

I miei amici a Baghdad, a Mosul per l'ennesima volta in dieci anni, stanno subendo un'invasione, non riescono a ricostruire una normalità nella loro esistenza. Ogni volta che sembra si stia ricostruendo un briciolo di normalità, ogni volta che c'è un minimo di luce, di serenità, per quel che è possibile, questa cosa scompare e arriva una nuova forza.

Per farvi capire il livello di corruzione che c'è stata in Iraq in questi paesi in questi anni, racconto un episodio che sembra una barzelletta: c'è stata una grossa rapina in banca anni fa a Baghdad, furono inseguiti i ladri, e si scoprì che era la guardia del corpo del vice-presidente- Non solo c'è una gigantesca corruzione ma anche una ruberia diffusa. Tutto questo per forza ha causato il livello di proteste attuali.

Siamo in una situazione di profonde mutazioni geopolitiche. Alleanze fisse si sfaldano e alleanze incredibili si propongono in uno scenario in cui oggi più che mai sembra che nessuno abbia un controllo unipolare, bipolare etc .. del globo. Dentro questo quadro torniamo indietro un po' e parliamo dell'Iraq: dalla guerra, si è passati alla ricostruzione, che avrebbe dovuto portare progresso e democrazia nel paese, in realtà cosa è successo?

In realtà sono stati sprecati miliardi e miliardi. Qualcuno, e questo si vide negli Stati Uniti, si mise a giocare con equilibri e disequilibri, creando una situazione di enorme violenza e diseguaglianza nel paese.A questo punto cosa accade? Venivano spesi miliardi e miliardi da parte dei contribuenti americani poi da parte anche di quelli italiani e di tanti altri paesi europei (la sola Ue ha stanziato più di un miliardo di euro).

Che fine hanno fatto questi soldi? In che modo hanno creato stabilità e pace nel paese?

C'è stato in realtà un enorme ciclo corruttivo, che è durato dieci anni. Le ultime inchieste italiane sono state chiuse anche recentemente con l'arresto dell'ex-Ministro dell'Ambiente Clini, quindi questo è qualcosa che ci riguarda molto da vicino.

E' uno scenario in cui hanno investito miliardi in una sorte di enorme partite di giro: si facevano partire miliardi dall'Italia, dagli Stati Uniti per poi farli tornare nelle tasche delle persone che organizzavano questi affari. Anche l'Eni è sotto processo in Iraq perchè una serie di dirigenti si vendevano gli appalti e c'è un'inchiesta a Milano.

Vi sono flussi di denaro enormi che si sono mossi verso l'Iraq che non hanno in nessun modo creato pace, stabilità, non sono andate a beneficiare le persone. Gli americani sono un po' naif in questo perchè anche sugli appalti petroliferi non hanno avuto il meglio ma l'hanno avuto tanti altri.

C'è stata una enorme tavola imbandita che è andata ai danni delle persone, degli iracheni che ora si ritrovano di nuovo, dopo 10 anni, a fronteggiare un enorme emergenza sociale. Ovviamente poi tra gli iracheni ci sono quelli più sfortunati. C'erano un milione e duecento mila cristiani, ora ci sono 400 mila cristiani. Mentre ISIS ha invitato le persone che sono sfuggite, anche i cristiani, da Mosul a tornare, gli unici che non stanno tornando sono proprio i cristiani, gli aziti e tutte quelle che sono le molte minoranze irachene, che sono i paria di questa situazione, quelli che subiscono ancora di più le violenze di questi giorni.

Il paese è stato “messo a ferro e fuoco”. Come se ci fosse stato un saccheggio di barbari. E' la stessa cosa che sta succedendo in Siria. Ed ora ci dovremmo aspettare una nuova ondata di persone in fuga dall'Iraq.

L'Iraq è stato un laboratorio non solo della ricostruzione basata su depredazione ma anche della privatizzazione delle forze militari.

Uno dei primi atti del governatore provvisorio Bremar fu garantire impunità ai contractori, alle compagnie private di sicurezza americane, che hanno fatto il bello e cattivo tempo in termini anche di stragi dei civili. Hanno avuto una diffusa impunità. Tutt'ora il paese è pieno di compagnie americane, irachene etc .. nate in questi anni.

Uno dei maggiori business del paese.

Tenete presente che per esempio le Nazioni unite per uscire dalla zona verde di Baghdad in cui ancora vivono ed andare in un'altra zona devono affittare dei contractor a cui danno 10.000 dollari all'ora. Questi sono i costi e i prezzi di questo business. Tanto è vero che noi, che a Baghad ci andiamo a mani libere, se vogliamo incontrare qualcuno dell'Onu o lo invitiamo a qualche iniziativa ci troviamo di fronte il fatto che questi non possono venire perchè gli costerebbe troppo.

E' nato un business enorme che non riguarda solo l'Iraq. Di questo ancora non c'è una consapevolezza diffusa. Buona parte della sicurezza viene privatizzata non solo a livello di guardie giurate ma anche a livello degli eserciti, di sovranità pubblica, delle forze dell'ordine. Il “controllo democratico” delle forze dell'ordine, che già scarseggiava in Italia come in altri paesi, sparisce. Nel momento in cui queste “forze dell'ordine” diventano private ci avviamo all'interno di un gorgo terribile, ritorniamo all'epoca dei lanzichenecchi.

L'Irak è il più grande esempio di questo.

G4S che è la più grande ditta mondiale di contractors , di mercenari ha 600.000 dipendenti ed il suo bilancio è il secondo al mondo dopo Wall Mart. Stiamo parlando di una delle più grandi aziende del mondo che garantisce al momento anche la sicurezza degli uffici delle Nazioni Unite, dell'Unione europea, di tantissimi governi ed in alcuni stati fa proprio il ruolo delle forze dell'ordine ad esempio in Africa.

Questo è il mostro che è nato e cresciuto in Iraq. Un altro frutto avvellenato delle guerre di questi anni.