Istanbul - Terza giornata in Turchia, la carovana continua.

Report della terza giornata di carovana in Turchia

22 / 4 / 2014

È la mattina della terza giornata a Istanbul, la vivacità di questa città si respira nell'aria.

A pochi giorni dalla grande manifestazione del Primo Maggio aumenta l'attesa e la speranza degli attivisti locali per una buona riuscita di quella che sembra sarà una giornata di forte tensione ma anche di richiesta di libertà. Gli incontri odierni ci hanno dato infatti la possibilità di ampliare il quadro complessivo di una realtà sfaccettata e multiforme come quella turca.

In mattinata incontriamo Huluzi Zaibel di IHD (Associazione per i Diritti Umani), prima associazione ad essere stata fondata dopo il colpo di stato del 1980 con cui sono state messe al bando le organizzazioni civili. IHD nasce infatti nel 1986 proprio per sostenere e difendere gli oppositori politici: da allora si occupa di diritti e tutela delle delle minoranze (religiose e nazionali includendo progressivamente migranti e rifugiati), di discriminazione di genere e di libertà civili.

L'associazione ha avuto un ruolo attivo durante le giornate di Gezi, tenendo le porte aperte ai manifestanti e assistendoli durante gli scontri e i raid della polizia, denunciando e documentando le violenze delle forze dell'ordine.

Anche durante la manifestazione del prossimo primo maggio i volontari di IHD saranno presenti nelle strade con la casacca dell'associazione per dare visibilità alla loro azione di difesa del diritto di manifestare, anche tramite riprese video. Un diritto inesistente, conferma Zaibel, dal momento che il partito dell'AKP non tollera alcuna critica né espressione di dissenso alle proprie politiche, attaccando anche gli operatori per i diritti umani accusati di essere eversivi.

Ma non è solo con la repressione e la paura che l'AKP afferma il suo dominio: Zaibel ci spiega che sono particolarmente allarmanti anche i continui  provvedimenti normativi che mirano a condizionare pensiero e stili di vita attraverso i programmi scolastici o l'imposizione di norme di comportamento (forti inviti per le donne a non fumare, a non bere alcool, ad avere famiglie numerose, a non indossare abiti scollati). È proprio questo che spiega perché sono state le donne e i giovani a ribellarsi e a partecipare maggiormente alle mobilitazioni passate.

Usciamo dalla sede dell'associazione e ci dirigiamo a piedi verso il Bosforo. Raggiungiamo i quartieri meridionali del lato europeo della città e scendiamo tra le ripide stradine tra case e negozietti, scale e gatti randagi. É in riva al mare che tra i bar affollati e il continuo passare di navi container, petroliere e traghetti turistici abbiamo incontrato Muharred Ali, che ci porta nel cuore del quartiere di Besiktas, dove incontriamo alcuni militanti del partito di sinistra HDP.

Il partito, che nasce nel 2008 dalla minoranza curda, ha trovato nuova linfa vitale dopo le giornate di piazza Taksim e sta oggi cercando di ridefinirsi su base non etnica, ma coinvolgendo turchi e minoranze quali quelle armena e assira.

Intenzione del HDP è quella di porsi in controtendenza rispetto all'evoluzione bipolare del sistema politico turco, voluta dai partiti maggioritari, in primis l'AKP di Erdogan. All'interno dell'HDP sono presenti soggettività molto variegate: dalle femministe alle realtà lgbt, dalla difesa delle minoranze alla rivendicazione dei diritti fondamentali.

Queste molteplici sensibilità non rinunciano ad attraversare le differenti vertenze territoriali come le lotte contro la gentrificazione e per il diritto alla città. Alcuni ed alcune dei militanti che abbiamo incontrato ci hanno infatti riferito di aver partecipato e organizzato l'occupazione dello studentato occupato Berkin Elvan e lottato per la difesa degli spazi verdi cittadini dalla speculazione edilizia e dalla cementificazione.

Nel tardo pomeriggio incontriamo Hakan Alak, un regista che fa parte della casa di produzione indipendente “Pancard”. Hakan entro fine maggio porterà a termine il suo ultimo lavoro, un documentario sulle giornate di Gezi Park intitolato “The fall of heaven”, realizzato grazie all'utilizzo di materiale fornito volontariamente da alcuni dei manifestanti presenti in quei giorni di Piazza Taksim.

Il documentario è composto principalmente da varie interviste alternate a scene di “ordinaria violenza” da parte della polizia turca, attraverso le quali abbiamo riconferma di come il governo sia stato in grado di mettere in atto una politica di totale e indiscriminata repressione.

Obiettivo del progetto, oltre alla diffusione di quello che è realmente accaduto a Piazza Taksim nel giugno dell'anno scorso, è anche poter raccogliere un contributo economico per aiutare i manifestanti ustionati e feriti durante gli scontri.

Lo stesso produttore del documentario fa infatti parte dell'ordine degli avvocati e che ha partecipato attivamente alle proteste di Gezi Park.

La censura e la malainformazione che ha caratterizzato l'esperienza di Gezi ha inoltre portato il regista a dare la sua partecipazione ad un tour di presentazione e promozione del docufilm in Italia, attraversando lo Sherwood festival a metà giugno, in occorrenza dell'anniversario delle giornate di Piazza Taksim, passando per diverse città e spazi sociali nella prossima estate.

"Sulle rotte dell'Euromediterraneo" in Tunisia, Turchia e Libano carovane organizzate da:
Un Ponte per ...
Coalizione Ya Basta Marche, Nordest, Emilia Romagna e Perugia
Info e contatti generali: [email protected] e [email protected]

I report completi dell'iniziativa saranno in Globalproject.info e Unponteper.it
Media Patner dell'iniziativa: Nena News, Osservatorio Iraq, Progetto Melting Pot Europa, CORE online

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Sirman, partito HDP