A qualche chilometro ad est di Kobane, ti accorgi di arrivare al confine con la Siria, non tanto per il filo spinato e le reti, ma per il numero spropositato di macchine, trattori, mezzi agricoli abbandonati dagli abitanti di Kobane e dai villaggi limitrofi in fuga dall'avanzata dell'Isis. Infatti l'esercito turco non solo ha costretto loro a varcare il confine a piedi, ma anche ad abbandonare i propri animali . E' anche da questi elementi che si coglie l'atteggiamento del governo di Erdogan nei confronti dei curdi. I mezzi abbandonati sono stati danneggiati e saccheggiati dalle bande dell'Isis, nonostante il presidio dei militari turchi a poche centinaia di metri. Ce ne siamo resi conto grazie al viaggio che oggi pomeriggio abbiamo fatto tra i villaggi al ridosso del territorio siriano.
Il
primo in cui ci siamo fermati è letteralmente sul confine, infatti le pecore
dei pastori brucavano a due passi dal filo spinato. Qui sono ospitati alcuni
degli abitanti scappati dal villaggio siriano più vicino, ora separato da un
campo di mine di fabbricazione italiana.
Ci
hanno raccontato come l'Isis li ha attaccati con armi pesanti e dopo un lungo
assedio sono stati costretti a scappare. L'Isis, oltre a controllare tuttora
questo villaggio, ha sparato verso i civili dell'abitato curdo all'interno del
territorio turco. Abbiamo potuto vedere i fori dei proiettili sui muri delle
case. Nonostante l'esercito turco fosse presente con mezzi e una guardiola, non
è assolutamente intervenuto a difesa dei civili curdi. Mentre ascoltavamo
questi racconti nella parte orientale di Kobane (controllati dall'Isis) sono
cominciati i bombardamenti da parte della coalizione.
Abbiamo
continuato il nostro viaggio al confine con la Siria, spostandoci fino alla
parte occidentale controllata dal Ypg/Ypj. Qui dal villaggio di Henerk, insieme
agli abitanti abbiamo seguito i combattimenti a colpi di mortaio sul fronte
sud-occidentale della città. Grazie ai loro binocoli, abbiamo potuto vedere sia
la postazione in collina riconquistata dal Ypg/Ypj, sia più in lontananza le
postazioni dell'Isis, sempre più distanti dalla città rispetto a qualche
settimana fa.
E'
stato surreale in questa giornata vedere come la vita quotidiana nei villaggi
andasse avanti normalmente, nonostante a qualche chilometro di distanza ci
fosse un conflitto in corso. Si vedevano trattori arare i campi, pastori
portare le pecore al pascolo, bambini giocare allegramente, nonostante i rumori
di guerra di sottofondo. Se non fosse stato per i numerosi carri armati, i
posti di blocco militari sulle colline limitrofe e le carcasse delle auto lungo
il confine, sembrava di essere in una qualsiasi zona del Kurdistan.
Enea, Jacopo, Teo e Marco, Centri Sociali del Nord-Est