Messico - Termina il Festival delle Resistenze e le Ribellioni

14 giorni intensi di incontri e condivisioni. EZLN, Ayotzinapa, CNI e le organizzaizoni della Sexta

5 / 1 / 2015

Si è concluso al Cideci di San Cristobal, in Chiapas, il Festival delle Resistenze e le Ribellioni contro il capitalismo. Dopo 14 giorni di incontri ed iniziative in varie località messicane, con la partecipazione di più di 2000 attivisti messicani, 500 stranieri e varie centinaia di rappresentanti di comunità che aderiscono al Congresso Nazionale Indigeno, è giunto al termine l'incontro convocato dall'EZLN e dal CNI per far conoscere differenti esperienze organizzative messicane e internazionali come tentativo per avviare un cammino di lotta insieme e tra tanti, a partire dalla condivisione della proposta politica della Sesta dichiarazione della Selva Lacandona, cioè quella di costruire reti tra tutti coloro che pensano al cambiamento a partire dalla costruzione di pratiche di lotta e di alternativa dal basso e fuori dai partiti politici.

Per il momento, un primo bilancio vede il Congresso Nazionale Indigeno uscito rafforzato dopo gli ultimi due anni di ricomposizione interna e di adesione di molte nuove comunità. La rete a livello messicano, quella che prende il nome di Sexta Nazionale, è ancora lontana da una sua convergenza e strutturazione attorno a campagne e obbiettivi condivisi, però sicuramente questi giorni del Festival hanno funzionato come momenti per sviluppare una maggiore conoscenza e fiducia tra i tanti collettivi e organizzaizoni presenti.

  

Le condivisioni

Quelle che sono state definite “compartizioni” sono stati gli incontri realizzatisi nella prima parte del Festival, nelle comunità di San Francisco Xochicuautla, Amilcingo e Monclova. Si è potuto ascoltare le testimonianze di decine di esperienze di lotta da tutte le parti del Messico e anche da altri paesi del mondo. Le principali protagoniste sono state le comunità del Congresso Nazionale Indigeno che in tutti gli stati messicani si stanno scontrando con le forme più recenti dell'attuale capitalismo estrattivo che minaccia i loro territori, e rispondono a partire delle proprie forme organizzative assembleari in cui la stessa gente di ogni comunità si mette in gioco in prima persona nel costruire alternative dal basso per un futuro dignitoso e nel difendersi dalla rapacità dei mega progetti capitalisti e dalla repressione del governo.

   

Ayotzinapa

Gli altri protagonisti sono stati i genitori degli studenti desaparecidos di Ayotzinapa, a cui l'EZLN aveva ceduto il proprio posto nel Festival. In ogni luogo si sono ascoltate le commoventi parole di rabbia di padri, madri e fratelli che continuano a cercare i propri cari, consapevoli che sono in mano dello stato. Più volte hanno ricordato che la partecipazione al Festival è stato per loro un'occasione per conoscere tante altre situazioni del paese in cui la gente sta subendo le angherie di un narco stato al servizio degli interessi del capitalismo. Omar Garcia, rappresentante degli studenti di Ayotzipana e sopravvissuto al massacro del 26 di settembre, ha ribadito più volte che riconoscono nell'EZLN e nella rete della Sexta dei referenti e dei compagni di lotta, auspicando che si possa avviare un dialogo e una collaborazione tra questi ambiti organizzativi e le organizzazioni sociali del Guerrero che da tre mesi si stanno riunendo ad Ayotzinapa e che tradizionalmente non hanno aderito alle iniziative nazionali convocate attorno allo zapatismo. Inoltre, a Monclova in Campeche, lo stesso Omar ha affermato che ad Ayotzinapa stanno discutendo la possibilità di convertire la loro scuola Normal Rurale (dove si formano giovani delle comunità contadine per fare i maestri) in una scuola Normal Rurale Autonoma Ribelle intitolata a Lucio Cabanas, dirigente guerrigliero degli anni '70 in Guerrero che aveva studiato nella stessa scuola di Ayotzinapa.

EZLN

L'EZLN non è stato visibilmente presente durante gli incontri di condivisione, per cedere il suo spazio agli interventi dei genitori degli studenti di Ayotzinapa. Le sue parole si sono potute ascoltare ad Oventik, con l'intervento del Subcomandante Moyses, durante la cerimonia del ventunesimo anniversario dell'insurrezione zapatista, nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. In un lungo intervento rivolto prima a Ayotzinapa e poi le altre realtà presenti, dal CNI e la Sexta, Moyses ha proposto ai genitori degli studenti desaparecidos di realizzare un giro in tutto il Messico per visitare direttamente le comunità indigene del CNI, per portare in questi luoghi la loro testimonianza e per conoscere tanta altra gente che dal basso sta resistendo alle ingiustizie dello stato e del capitalismo. Ha parlato della necessià per i movimenti di sviluppare un pensiero critico che dal basso e a fianco delle pratiche di lotta si ponga domande per comprendere le situazioni attuali che stiamo vivendo, che non sono uguali a quelle di 500 anni fa ma nemmeno a quelle di venti anni fa. Inoltre ha anticipato che l'EZLN prossimamente uscirà con nuove dichiarazioni.

In attesa di questi prossimi comunicati dell'EZLN, intanto torniamo a casa arricchiti dall'aver conosciuto decine di esperienze di lotta che in Messico ci parlano di un modo di fare politica dal basso e con dignità. Lasciamo questo paese che negli ultimi tre mesi, dopo i fatti di Ayotzinapa, ha visto l'insorgere di una nuova partecipazione ampia e eterogenea, con molti giovani alla loro prima esperienza di mobilitazione, che si affianca alle esperienze rurali e indigene che ormai da molti anni resistono e lottano per difendere i loro territori e le proprie comunità così come per costruirsi un futuro migliore. La scommessa per i movimenti messicani è adesso, da una parte di avere la capacità di mantenere un livello di mobilitazione come quello degli ultimi tre mesi attorno ad Ayotzinapa, e dall'altra di riuscire a costruire ponti tra le differenti esperienze politiche, dalla città alle campagne. Sicuramente questo Festival e le reti del CNI e la Sexta, pur rappresentando una parzialità all'interno dell'eterogeneo mondo dei movimenti sociali messicani, hanno spinto in questa direzione.

  

Francesca e Noemi di Ya Basta Bologna e Labàs

Daniele del CSA Intifada di Empoli

Camilla del CSOA La Strada