MOST importante uscire dall'impasse

In Croazia il risultato delle elezioni non permette all'HDZ di ottenere la maggioranza dei seggi necessaria per la formazione del Governo

10 / 11 / 2015

Si sono tenute domenica in Croazia le settime elezioni legislative dall'indipendenza del paese nel 1991 e le prime dalla sua entrata in Unione Europea. 

E' stata una campagna elettorale fortemente influenzata dalla crisi migratoria che ha portato più di 300 mila profughi ad attraversare il territorio croato in soli due mesi. 

I leader dei due principali partiti, ovvero il premier uscente Zoran Milanovic del SDP e Tomislav Karamarko della formazione conservatrice HDZ, hanno utilizzato questo fattore per distogliere l'attenzione dalla stagnazione economica che sta vivendo la Croazia. 

Inizialmente i sondaggi davano in netto vantaggio la coalizione di destra proprio per i mancati successi dei socialdemocratici in campo economico nei 4 anni passati. Paradossalmente però, proprio grazie all'arrivo dei rifugiati lungo la rotta balcanica, Milanovic ha recuperato la popolarità riuscendo a gestire in maniera organizzata e senza sbavature il flusso di migranti, di portata storica. 

Il governo ha sempre mantenuto la propria posizione rispetto ai colleghi europei, ha criticato la scelta del muro dei vicini ungheresi e ha difeso gli interessi nazionali accogliendo senza chiusure e senza violenza i profughi.

I risultati hanno segnato una sostanziale parità tra la coalizione guidata dall'HDZ che ha ottenuto 59 seggi e quella dei socialdemocratici con 56 posti nel parlamento unicamerale. A questi ultimi vanno poi aggiunti alcuni deputati delle minoranze linguistiche. 

La vera sorpresa di questa tornata elettorale è stata invece la nuova formazione politica denominata MOST, cioè un cartello di liste indipendenti che si vanta di non essere né di destra né di sinistra ma a fianco dei cittadini. MOST ha ottenuto ben 19 seggi e con questo risultato sarà determinante per la formazione del nuovo governo, visto che per avere la maggioranza assoluta bisogna arrivare a 76 deputati. 

Non appena è stato evidente che nessuno dei due era di fatto risultato vincente alle elezioni, i due leader si sono lanciati in corteggiamenti ed estenuanti trattative con i dirigenti del MOST, tutt'ora in corso. Quest'ultimi hanno dichiarato di essere pronti a sostenere un governo solo se questo accetterà le loro proposte di forti riforme del paese: taglio di province e comuni, diminuzione del numero di funzionari pubblici, trasparenza nella scelta dei dirigenti statali, taglio delle tasse per le imprese, tutela dei beni pubblici come acqua, foreste ed energia, lotta senza indugi alla corruzione e al clientelismo.

La formazione MOST (“il ponte” in croato) è stata fondata da un gruppo di intellettuali, medici, avvocati debuttando sulla scena politica nel 2012 in occasione delle elezioni comunali di Metkovic, una cittadina nel sud-est vicino Dubrovnik. L'impatto allora fu dirompente perché uno dei fondatori, lo psichiatra Bozo Petrov, riuscì a sconfiggere il candidato conservatore che per quasi vent’anni aveva spadroneggiato in città. 

Da quella prima vittoria MOST ha conquistato altri piccoli comuni della Croazia dove effettivamente è riuscito a risanare i bilanci pubblici, migliorando i servizi per i cittadini e tagliando gli sprechi. La sua campagna elettorale si è basata sulla lotta alla corruzione, sulla semplificazione della burocrazia, sulla cancellazione dei privilegi dei parlamentari e sulla riforma del sistema giudiziario e fiscale. I rappresentanti di questa formazione hanno sempre sostenuto l'indisponibilità di far parte di coalizioni con altri partiti politici, in quanto ritengono  l'HDZ e lo SDP come due facce della stessa medaglia che sta portando il Paese alla rovina. 

Ricordano per molti versi il Movimento Cinque Stelle italiano anche nelle accuse di populismo lanciategli dai due principali partiti. La composizione è assai variegata, da chi si sente più di sinistra e da chi proviene da una storia di destra come Drago Prgomet, ex vicesegretario dell'HDZ espulso dal suo vecchio partito per dissapori con l'attuale leader Karamarko. MOST ha condotto la campagna elettorale attraversando in lungo e in largo il paese. C'è anche chi sostiene che si tratta di un partito finanziato dai tycoon croati.

In questo momento di forte incertezza politica tutti gli occhi sono puntati su di loro. I partiti tradizionali stanno già cercando di sedurli con l'offerta della presidenza della Camera o di importanti ministeri. I due esponenti più in vista Petrov e Prgomet ripetono che rispetteranno le promesse della campagna elettorale, ovvero di non allearsi con nessuno per meri interessi politici. Sono consapevoli della responsabilità sulla stabilità politica della Croazia. Affermano però che un governo con il loro appoggio potrà nascere solo se sottoscriverà le riforme per cui sono stati votati dai cittadini. 

Sarà curioso vedere come saranno condotte le trattative e in particolare se riusciranno a resistere alla pressione dei conservatori da una parte e dei socialdemocratici dall'altra. Non sarà facile tenere uniti tutti i 19 deputati del MOST anche per la diversità delle sensibilità politiche al loro interno. Sarà però l'unica strada possibile se si vorranno evitare nuove elezioni tra qualche mese in quanto l'altra opzione, che prevede la grande coalizione tra HDZ e SDP per il momento sembra improbabile.