Tunisia - Diario di viaggio della Carovana Libertè e démocratie. La prima puntata

Da Porto Alegre a Tunisi, dall’Italia alla Tunisia.

27 / 3 / 2013

Tunisi, primo giorno di carovana - Da Porto Alegre a Tunisi, dall’Italia alla Tunisia. 

Nel nord est tira vento e neve e si prepara una pasqua al gelo. Qui invece è già primavera da un pezzo. La carovana di Ya Basta! è sbarcata questa mattina in quella Tunisia che nel dicembre del 2010 ha aperto la stagione delle rivoluzioni arabe, scacciano Ben Ali e la sua cricca. Oltre una settantina, tra quelli partiti oggi dal Marco Polo di Venezia e quelli già in loco, sono gli attivisti che si preparano a partecipare al World Social Forum. Il primo che si svolge in un  Paese arabo. Ventidue gradi di temperatura sono già un buon benvenuto per i ragazzi provenienti dal nord est, in rappresentanza del Laboratorio Occupato Morion e del Rivolta di Venezia, della casa dei beni comuni di Treviso, dal Tpo di Bologna, dal Bruno di Trento. 

L’altro benvenuto è quello che accoglie tuttii partecipanti al Forum e che si legge nei mille striscioni appesi in tutte le strade di Tunisi. Dignidad, dignité, dignità, vi si legge in tutte le lingue del mondo. Il nostro albergo, definirlo “spartano” è d’obbligo, si trova a La Goulette, termine che significa “collo di bottiglia”, e che indica la sottile striscia di terra che collega la città di Tunisi all’omonimo laguna. La mancanza di comodità è comunque colmata da una vista stupenda e dalla presenza - non trascurabile per dei movimentisti - di una buona connessione wifi. E se ci è permessa una parentesi “rosa,” stasera quella che si specchia nel acqua è una luna davvero magnifica. Una di quelle lune che si possono ammirare solo in Africa. L’albergo è a quindici minuti di taxi dal campus universitario di El Manar dove si svolge il Social Forum. Ci arriviamo nel tardo pomeriggio appena in tempo per farci una idea delle enormi dimensioni degli spazi destinati agli stand delle associazioni e dei movimenti partecipanti, e del gran numero di “atelier” - laboratori - dove si svolgono in contemporanea le tantissime iniziative in programma. Temi che spaziano dai migranti ai diritti delle donne, dall’euromediterraneo allo sport popolare. 

Su Global daremo spazio agli approfondimenti su ciascuno di questi argomenti. Impossibile comunque non  rimanere colpiti tanto dall’imponenza del Forum quanto dalle sue inevitabili contraddizioni. C’è lo stand dei profughi siriani che denunciano i crimini di Assad e quello di altri profughi siriani che inneggiano al dittatore come difensore della laicità dello Stato. C’è lo stand del Fronte Polisario e quello del Grande Marocco che accusa i ribelli sarawi di crimini. Tutto questo è il Social Forum di Tunisi. Ma adesso già è ora di tornare in albergo. Domani si entra nella mischia.

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