Tunisia - Diario di viaggio della Carovana Libertè e démocratie. Chi trova il suo workshop, trova un tesoro!

29 / 3 / 2013

Tunisi, terzo giorno di carovana - A due anni di distanza dalla cacciata di Ben Alì, i centri nevralgici dalla capitale sono ancora recintati dal filo spinato e guardati a vista dai soldati della Guardia Nazionale col fucile in mano. Ma le tensioni sociali che si respiravano durante la primavera sono oramai un ricordo. 

L’ultima volta che ero stato a Tunisi, nell’aprile del 2011, le strade erano invase da montagne di immondizie e gli scontri violenti tra le opposte fazioni erano quotidiani. Oggi, la caotica vita della metropoli scorre accanto agli autoblindi armati di mitraglia come se questi facessero parte del paesaggio. L’area del Campus di El Manar dove si svolge il Social Forum viene evitata tanto dalla polizia quanto dall’esercito. Solo davanti ai due ingressi del quartiere universitario troviamo qualche vigile  urbano, indaffarato a dirimere il traffico selvaggio (a dir poco) ed a far circolare i grossi autobus e il fiume di agili taxi gialli che trasportano i partecipanti al Forum. Se da un lato il Governo tunisino non vede di buon occhio queste migliaia di attivisti, per lo più stranieri, che vengono a discorrere di laicità e di democrazia a casa loro, dall’altro è evidente che si sta impegnando per offrire al mondo l’idea di una Tunisia democratica e, soprattutto in chiave turistica, sicura. Domani, comunque, ci attende la prova del nove quando parteciperemo alla grande manifestazione che concluderà il Social Forum e che, non  a caso si svolgerà in occasione della giornata della terra che ogni 30 marzo ricorda l’assassinio di sei palestinesi che protestavano contro l’esproprio delle loro terre da parte del Governo israeliano.

Per noi, questa di oggi è stata quindi l’ultima giornata trascorsa interamente al Campus. Le dirette in onda sul nostro sito, che abbiamo sperimentato per la prima volta proprio in questa occasione, sono andate molto bene e anche senza considerare le decine e decine di interviste video e gli articoli di approfondimento sui vari atelier raccolti dagli attivisti di Ya Basta!, potremmo ben vantarci di essere il social media italiano e probabilmente anche europeo che ha coperto in maniera più completa ed esaustiva il Forum tunisino. Rimandiamo la lettura degli altri articoli presenti sul sito per fare il punto dei vari workshop che si sono svolti nel pomeriggio. Qui notiamo solo come l’impressione di radicale disorganizzazione che abbiamo avuto quando abbiamo messo il piede nel Campus la prima volta fosse tutt’altro che sbagliata! Incontri programmati in sale inesistenti (o perlomeno noi non siamo riusciti a trovarle), cambi e spostamenti all’ultimo minuto con aggiunte a penna sul programma ufficiale. Vi racconto solo un episodio. Avrei voluto partecipare ad un atelier sui diritti dei migranti ma la sala A5 pareva depennata dall’elenco delle aule della facoltà di Scienze. Dopo una mezz’ora di inutile ricerca con un volenteroso ma poco efficace “volunteer organisation”, il ragazzo mi ha portato su un lungo corridoio dove si affacciavano decine di aule e mi ha detto sospirando: “Guardi, qui si stanno svolgendo workshop per tutti i gusti. Ne cerchi uno che le piace e segua quello!” Come si fa a non volergli bene?