Tunisia - In marcia per chiedere verità sulla sorte di Sofiene Chourabi e Nadhir Guetari

Carovana al confine libico per i giornalisti tunisini scomparsi

22 / 10 / 2015

Il 21 ottobre una carovana di attivisti tunisini ha percorso la strada da Gafsa al confine con la Libia – con dei presidi intermedi di fronte alle sedi della centrale sindacale UGTT di Gabes e Medenine – per chiedere la verità sulla sorte dei due giornalisti tunisini Nadhir Guetari e Sofiene Chourabi, scomparsi in Libia 14 mesi fa. 

Hanno partecipato alla carovana i genitori di Nadhir Guetari, numerosi giornalisti ed esponenti di gruppi della società civile tra cui la Ligue Tunisienne des Droits de l’Homme, l’Union des Diplomés Chomeurs e la coalizione di partiti di sinistra Front Populaire.

Fathy Titai della Ligue Tunisienne des Droits de l’Homme ha dichiarato: “La nostra iniziativa si rivolge tanto alle autorità libiche quanto a quelle tunisine; la questione non deve essere dimenticata fino a quando tutte le informazioni sull’accaduto saranno rese pubbliche”.

Sofiene Chourabi era già assai noto come critico del regime di Ben Ali, era infatti militante di Attac Tunisia e collaboratore del blog Nawaat.org e del giornale d’opposizione Attariq Al Jadid. Nel corso della rivoluzione tunisina e delle mobilitazioni successive svolge il ruolo di mediattivista, concentrandosi anche sulle più o meno velate tentazioni autoritarie dei vari governi post-rivoluzionari. E’ probabilmente a causa delle sue critiche al governo islamista dell’epoca che Chourabi viene arrestato nel 2012 con la pretestuosa accusa di ubriachezza e “malcostume”.

L’8 settembre 2014 Sofiene Chourabi e Nadhir Guetari sono rapiti in Libia da una milizia non identificata nel corso dei lavori per un reportage. Da allora si susseguono notizie contrastanti in merito alla loro sorte. Nel gennaio 2015 l’Isis dichiara di averne eseguito una condanna a morte mentre il Ministro degli Interni tunisino sostiene di saperli in vita. Di recente la catena MTv ha diffuso la notizia secondo cui i due giornalisti sarebbero rientrati in Tunisia. Notizia presto smentita dall’ordine dei giornalisti.

Nel contesto tunisino attuale la mobilitazione per le vite dei due giornalisti assume anche un valore simbolico più ampio in virtù del loro impegno per la libertà d’espressione e per i diritti civili. Questi sono spesso citati come l’unica solida conquista della rivoluzione, ma sono in realtà violati in numerose occasioni con i noti pretesti dell’ordine pubblico e della lotta al terrorismo. Ne sono esempi gli 11 giovani della sinistra rivoluzionaria condannati a otto mesi per l’organizzazione di manifestazioni non autorizzate, l’arresto del celebre MC Klay BBJ noto per le sue invettive contro la polizia, il 22enne condannato a un anno di carcere per atti omosessuali, l’insegnante imprigionato per aver accusato dal proprio profilo Facebook il Ministero degli Interni di complicità nell’attacco terroristico di Sousse. E’ dunque chiaro come il lavoro di giornalismo civile e mediattivismo incarnato da Sofiene Chourabi e Nadhir Guetari sia ancora quanto mai urgente.

*** Lorenzo “Fe” Feltrin, di Treviso, è dottorando in scienze politiche alla University of Warwick, dove si occupa di sindacati e movimenti sociali in Marocco e Tunisia. Ha precedentemente collaborato con la casa editrice milanese Agenzia X, per la quale ha pubblicato il libro Londra Zero Zero sulle subculture anni zero della capitale inglese.