Il Centre Media Citoyen di Regueb

Tunisia - Nuovi media, reti territoriali e socialità

Continua la carovana sulle rotte dell'Euromediterraneo nella Regione di Sidi Bouzid per visitare il Centre Media Citoyen di Regueb e la Radio Regueb Revolution e incontrare le donne della Voix d'Eve

22 / 4 / 2014

Sidi Bouzid è una regione interna della Tunisia dove la terra è brulla, le montagne fanno da orizzonte e gli ulivi e i fichi d'india stanno a delimitare le proprietà terriere. 
Le zolle sono lavorate da mani femminili che viaggiano sul retro dei fuoristrada prima all'alba verso i campi e poi al tramonto verso casa, qui l'agricoltura e la pastorizia sono pane quotidiano. In tutto diversa dalla costa dei turisti e dal mare dei migranti che abbiamo visto fino ad ora. Qui nel dicembre del 2010 il giovane Mohamed Bouzizi si è ucciso versandosi addosso una tanica di benzina. I poliziotti lo avevano fermato e gli avevano sequestrato la frutta, ancora una volta un'infame ingiustizia. Il suo gesto ha dato inizio alle rivolte che avrebbero portato, poco dopo, alla Rivoluzione dei Gelsomini

Oggi un grande carretto da fruttivendolo in pietra come il suo campeggia nel centro della città di Sidi Bouzid, sotto alla gigantografia del suo volto e delle foto delle manifestazioni di solidarietà organizzate in tutto il mondo. I monumenti dedicati a Ben Alì posti nei punti di accesso alla città sono stati distrutti. 

Regueb è una cittadina a 30 km da Sidi Bouzid, e il CMC è stato aperto grazie all’impegno delle associazioni locali e delGVC (Gruppo di Volontariato Civile) di Bologna, Ya Basta e Accun nell’ambito del progetto “Périphérie Active”. Il CMC è inoltre sostenuto, attraverso l’acquisto di parte del materiale informatico e di formazioni sulle nuove tecnologie e sui media indipendenti anche dal progetto “Shaping the MENA Coalition on Freedom of Expression”, diretto da Un Ponte Per..., in cui Ya Basta coordina, anche in questo caso in partenariato con Accun, le attività che si svolgono in Tunisia. Entrambi questi progetti sono cofinanziati dalla Commissione Europea, ma vivono sopratutto grazie alla messa in gioco delle persone, soprattutto giovani donne, che li animano e li frequentano. Il CMC è un luogo di socialità e di produzione indipendente di comunicazione, in cui le tecnologie dell’informazione sono al servizio di un giornalismo dal basso che denuncia le problematiche locali e regionali, rivendicando e affermando diritti. 

Nel CMC si è cominciato a lavorare a fine 2013 e già a pochi mesi di distanza è una realtà viva. 
Partendo dalle attività di formazione, come quella di ieri sulle tecniche di montaggio video e audio tenuta da due attivisti di Ya Basta e da un amico e formatore tunisino, Slim Ayedi, il CMC si propone come luogo di scambio di idee soprattutto per i giovani che, dalla caduta del regime, hanno visto aprirsi una finestra sul mondo dei nuovi media e delle nuove tecnologie; internet e in particolare i social media, sono strumenti che guadagnano spazio giorno dopo giorno.
Il gruppo di animazione che gestisce le attività ha voluto come vicina di casa la Radio Regueb Revolution (Radio 3r.org), coordinata dal Cospe, Amisnet e ALD (Association Liberté et Development di Regueb). La comunicazione alternativa integrata, pensano, può stimolare uno sguardo critico sulla realtà e permette di costruire in autonomia le proprie opportunità sociali e politiche.

Darine, la giovane ragazza che coordina il è stata scelta come coordinatrice, spiega che il CMC fornisce postazioni pc e connessione ad internet gratuite e lavora per la diffusione culturale sui temi della comunicazione e dell'informazione, per la sensibilizzazione riguardo alle nuove libertà acquisite, documentando le violazioni dei diritti delle donne, della libertà di espressione e nella fornitura di piccoli servizi legati alla grafica e alla produzione di materiale comunicativo. La caduta del regime ha portato anche ad un veloce sviluppo dell'associazionismo prima assoggettato al regime, per questo il CMC sperimenta molto sul lavoro di rete non solo con Radio3r ma anche con un gruppo studenti autori di un magazine cartaceo e con le donne attiviste della Voix D'Eve Insieme a loro è nato il progetto Spring Color per il recupero di luoghi abbandonati e la riappropriazione di spazio pubblico per le donne.
Per ora sono soprattutto le ragazze a frequentare il CMC perché è una vera novità avere un luogo di ritrovo pubblico e aperto a tutte e a tutti. Per molte, infatti, è la prima esperienza aggregativa fuori dall'ambito privato e domestico. Il CMC si dimostra un'occasione da giocare per disegnare in maniera nuova anche la socialità e le relazioni.

"Sulle rotte dell'Euromediterraneo" in Tunisia, Turchia e Libano organizzate da:
Un Ponte per ...
Coalizione Ya Basta Marche, Nordest, Emilia Romagna e Perugia
Info e contatti generali: [email protected] e [email protected]

Contatto in Tunisia 00216999983750021699998375
I report completi dell'iniziativa saranno in Globalproject.info e Unponteper.it
Media Patner dell'iniziativa: Nena News, Osservatorio Iraq, Progetto Melting Pot Europa, CORE online

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Darine Abidi CMC Regueb

Slim Ayedi alla formazione del CMC Regueb