Non saremo parte di questo crimine!

Appello di accademici e ricercatori delle varie Università della Turchia per fermare la repressione di Stato nei confronti del popolo curdo

7 / 1 / 2016

Pubblichiamo un appello, uscito in tre lingue (inglese, francese e tedesco) di accademici e ricercatori delle varie Università della Turchia per fermare il massacro della popolazione curda messo in atto dal governo Erdogan

Lo stato turco ha condannato, nei fatti, i cittadini di Sur, Silvan, Nusaybin, Cizre, Silopi e di molte altre città e villaggi nelle provincie Curde alla fame, mediante l'uso del coprifuoco in vigore da settimane. Lo stato turco ha attaccato questi insediamenti con armi pesanti e equipaggiamenti usati solo in tempo di guerra. Come risultato, sono stati violati il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza e, in particolare, la proibizione della tortura e l'assistenza ai feriti, tutelati dalla costituzione e dalle convenzioni internazionali. Questo massacro deliberato e pianificato è una seria violazione delle leggi turche e dei trattati internazionali a cui la Turchia aderisce. Queste azioni sono una seria violazione del diritto internazionale.

Noi chiediamo alla stato di interrompere questo massacro deliberato e la deportazione della popolazione Curda e degli altri abitanti della regione. Chiediamo anche allo stato di sospendere il coprifuoco, punire i responsabili di violazioni dei diritti umani e di risarcire tutti quei cittadini che hanno subito danni materiali e psicologici. Per questa ragione chiediamo osservatori indipendenti nazionali e internazionali che abbiano accesso alla regione e ai quali sia concesso di verificare e riferire gli eventi. Chiediamo al governo di preparare le condizioni per l'apertura di un negoziato e la creazione di una road map che conduca ad una pace duratura che tenga in considerazione le richieste del movimento politico Curdo. Chiediamo l'inclusione come osservatori indipendenti in questi negoziati di ampi settori della società. Dichiariamo anche la nostra volontà ad essere in prima persona osservatori volontari. Noi ci opponiamo alla soppressione di ogni tipo di opposizione.

Come accademici e ricercatori che lavorano in Turchia dichiariamo che non faremo spettatori di questo massacro rimanendo in silenzio e chiediamo l'immediata fine delle violenze esercitate dallo stato. Continueremo a rivolgerci ai partiti politici, al parlamento e all'opinione pubblica internazionale finché le nostre richieste non saranno accolte.

Per favore inviate la vostra firma, nome della vostra università e ruolo all'indirizzo: [email protected]