A pochi giorni dal dibattito che vedrà confrontarsi - sul palco dello Sherwood Festival - alcuni protagonisti di Standing Rock con esponenti di lotte territoriali attive in Italia (lunedì 19 giugno alle ore 21,00 presso il second stage), una decisione della Corte Federale potrebbe riaprire la partita sul Dakota Access Pipeline.
Washington D.C. - La tribù Sioux Standing Rock ha incassato mercoledì 14 giugno, ndr) una sonora vittoria oggi nella battaglia per difendere l'acqua potabile della
tribù e le loro terre ancestrali dall'oleodotto Dakota Access.
Un giudice federale ha stabilito che i permessi che autorizzano l'oleodotto ad
attraversare il fiume Missouri attraverso la riserva Standing Rock,
frettolosamente concessi dall'amministrazione Trump a pochi giorni dal suo
insediamento, hanno violato la legge per determinati aspetti critici.
In una sentenza
di 91 pagine, il giudice James Boasberg scrive che «la Corte accerta che [gli
organi istituzionali] non hanno considerato adeguatamente l’impatto dei
versamenti d'olio sul diritto alla pesca o alla caccia, sulla giustizia ambientale,
o il confine oltre il quale gli effetti negativi dell'oleodotto tenderebbero a
essere altamente problematici». La Corte non ha determinato se le operazioni
per l'oleodotto debbano essere fermate ed ha richiesto maggiori studi sulla
materia e un aggiornamento per la settimana prossima.
«Questa è una grande vittoria per la tribù, e ringraziamo la
corte per aver difeso la legge ed aver fatto la cosa giusta» ha detto in una
recente dichiarazione uno dei portavoce dei Sioux degli Standing Rock, Dave
Archambault II. «La precedente amministrazione ha preso faticosamente in esame
gli effetti di questo oleodotto, e il presidente Trump ha abbandonato alla
svelta le precedenti indicazioni ambientali in favore di interessi politici e
personali. Un plauso alle corti per aver difeso le nostre leggi e
regolamentazioni da un'eccessiva influenza politica, chiederemo alla Corte di
fermare immediatamente i lavori per l'oleodotto».
La stimolante e coraggiosa lotta della tribù ha catalizzato l'attenzione
internazionale ed ottenuto il supporto di centinaia di tribù della nazione.
La tribù è rappresentata dallo studio legale no-profit, specializzato in questioni
ambientali, Earthjustice, che ha avviato una causa che sfida la U.S. Army Corps
of Engineers per aver concesso un permesso per la costruzione dell'oleodotto,
che viola parecchie leggi ambientali.
«Questa decisione segna un importante punto di svolta. Fino a
oggi, i diritti della tribù Sioux Standing Rock sono stati trascurati dai
costruttori dell'oleodotto Dakota Access e dall'amministrazione Trump -
suscitando una meritata protesta mondiale» ha detto Jan Hasselman, avvocato di
Earthjustice, «le corti federali hanno agito ove i nostri sistemi politici
hanno fallito, nel proteggere i diritti delle comunità autoctone indiane».
Su altre questioni la Corte ha deliberato contro gli
interessi della Tribù, ritenendo che, per alcuni aspetti, la decisione politica
che ha sbloccato l'oleodotto rispettasse la legge.
Il progetto per l'oleodotto da 3,8 milioni di dollari,
conosciuto anche come Bakken Oil Pipeline, si estende per 1168 miglia tra Nord
Dakota, Sud Dakota, Iowa e Illinois, attraversando comunità, fattorie, terre
tribali, habitat selvaggi e aree naturali determinanti. L'oleodotto potrebbe
trasportare fino a 570.000 barili al giorno di greggio, dai giacimenti Bakken
in Nord Dakota all'Illinois, dove si collega a un altro oleodotto che
consegnerebbe il petrolio a terminali e raffinerie lungo il Golfo del Messico.