José Alberto Mujica Cordano detto “Pepe” è presidente della Repubblica dell'Uruguay dal 1° marzo 2010. Mujica rappresenta la controfigura di tutti i mali che si addossano ai politici professionali.

Uruguay: Pepe Mujica, il presidente che il mondo vorrebbe

29 / 3 / 2013

José Alberto Mujica Cordano detto “Pepe” è presidente della Repubblica dell'Uruguay dal 1° marzo 2010. 

Mujica rappresenta la controfigura di tutti i mali che si addossano ai politici professionali. Il presidente “più povero del mondo”, recitano un'infinità di editorialisti che pubblicano note che si soffermano sulla sua umiltà e semplicità nei confronti dei politici e governanti locali. La stampa di Buenos Aires, appena dall'altra parte del grande fiume, non perde occasione per ritrarlo nei suoi gesti di rinuncia ai privilegi della sua carica.

Mujica che dona il 90% dello stipendio presidenziale per aiuto sociale e vive con 1.250 dollari al mese; il Presidente,d'origine piemontese di parte  materna, come un umile contadino nella piccola fattoria di Rincòn del Cerro dove abita con  sua moglie Lucia Topolansky, senatrice della Repubblica; la coppia nella loro auto,un vecchio maggiolino dell'87, che percorrono la città con l'unica scorta di una cagna zoppa. Con leggerezza si sorvola sulla sua storia personale o i connotati politici dell'uomo che in passato si è impegnato nella lotta armata rivoluzionaria ed è stato tra i principali dirigenti del Movimento di Liberazione Nazionale Tupamaros; il militante che è stato ferito in scontri armati e vissuto quasi 15 anni nelle carceri della dittatura militare, tra il 1972 e il 1985 in condizioni particolarmente dure-due anni in isolamento in um pozzo-, essendo componente del gruppo denominato degli “ostaggi” che la dittatura avrebbe fucilato nel caso la loro organizzazione avesse ripreso le azioni armate.

La legge sulla depenalizzazione dell'aborto promulgata dal presidente José Mujica e approvata dal parlamento uruguaiano il 17 ottobre 2012, arriva dopo forti compromessi politici, comunque sia, la nuova norma è rivoluzionaria nel panorama latinoamericano-dove si registra secondo la OMS, il tasso di aborti più alto del mondo-, se ricordiamo ad esempio che Dilma Roussef, ai tempi in cui era candidata presidenziale, aveva dovuto abiurare al suo precedente sostegno alla legalizzazione dell'aborto. O se pensiamo alle condizioni allarmanti dell'Argentina, dove le complicazioni dovute ad aborti clandestini sono la prima causa di morte materna ( su questo tema la Presidente Cristina Kirchner ha già dichiarato la sua opposizione). In ogni caso, il Presidente Mujica si è impegnato personalmente soprattutto in un'altra crociata, molto più rischiosa: quella di regolamentare la commercializzazione e il consumo di marijuana sotto il controllo dello Stato.

In tal senso il Governo ha presentato al Parlamento nel maggio del 2012 un disegno di legge che verrà poi approvato entro la fine dello stesso anno.Tuttavia, non è esclusivamente per questi temi che “il Pepe” è diventato subito popolare nei paesi vicini; il nuovo indirizzo nella politica estere uruguaiana, in ampia sintonia con i soci maggiori, Brasile e Argentina, nel Mercosur, assumendo un ruolo attivo in Unasur, avvicinandosi a Hugo Chavez, e mettendo fine alle aperture del suo predecessore e compagno di partito T. Vazquez verso un accordo di libero commercio con gli Stati Uniti, ha situato il presidente Mujica sotto i riflettori dello scenario regionale.

Mujica attraversa adesso la seconda parte del suo mandato e ci sono alcuni segnali preoccupanti che fanno temere in un logoramento della sua forza di propulsione politica. Almeno questo dicono i sondaggi, mostrando che oggi il Pepe è più popolare fuori che dentro l'Uruguay. Anche se gli indicatori economici e sociali mostrano un paese stabile e in crescita, è innegabile il cambiamento di umore politico e un certo stato di delusione. I successi dei governi del Fronte Amplio sono storici: l'Uruguay registra il tasso di disoccupazione minore della sua storia (6,3%), ormai di carattere strutturale, esibisce un record di persone occupate (60% della PEA), un incremento costante delle esportazioni e delle riserve del tesoro, un deficit contenuto, così come l'inflazione (8%). D'altra parte si evidenzia una diminuzione molto significativa del numero delle persone indigenti e dell'indice di povertà, che è calato dal 31,9% del 2004 al 14% alla fine del 2011.

Simultaneamente e specialmente durante il Governo Mujica, sono stati potenziati i programmi di assistenza sociale, di cui oggi fruisce il 43,6% della popolazione, mentre prima raggiungeva solo il 15,4%. L'insicurezza, come succede un poco dappertutto, appare come il principale motivo di scontento. Una serie di episodi criminali ha sconvolto la quiete provinciale di questo paese fino a poco prima tranquillo e sicuro. In diversi casi si tratta di vicende legate al narcotraffico, che sta mettendo piede nel paese per usarlo come trampolino per l'esportazione di droghe verso l'Europa, con l'effetto parallelo di una forte diffusione del consumo interno.

I critici segnalano in secondo luogo altri problemi, come il deterioramento del sistema educativo e i ritardi nella politica abitativa, nonostante le azioni intraprese dal Governo su questi due fronti. Il presidente inoltre ha dovuto fronteggiare un duro conflitto con i sindacati della funzione pubblica e ad una crescente scontrosità dentro al proprio partito di centro-sinistra al governo. Un segnale inequivocabile delle difficoltà del presidente è stata la sconfitta della sua corrente nelle elezioni interne per la presidenza del Fronte Amplio del maggio del 2012 a favore della candidata del settore socialista guidato da Tabaré Vàzquez. Guadagnano posizioni anche i sostenitori della linea del Vicaprasidente Danilo Astori, lo stesso che come ministro dell'economia di Tabaré Vazquez aveva sostenuto un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti e che recentemente aveva contestato la proposta di Mujica di un tributo sui latifondi costringendolo alla negoziazione.

Parlando di Josè Mujica non si può non ricordare il suo discorso fatto nel giugno 2012  durante l'assemblea ONU alla conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile “Rio+20”, un vero manifesto per la ricerca della felicità, contro l'iperconsumo; una sola frase per ricordarlo: “ Povero non è colui che ha poco, ma chi ha indefinitamente bisogno di molto”.

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video discorso Pepe Muijca