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Il caso Life or Death: sessismo e molestie nel mondo della musica indipendente

29 / 1 / 2016

 Una decina di giorni fa, su Twitter, Amber Coffman, membro della band Dirty Projectors, ha raccontato di un episodio di violenza sessuale nei suoi confronti da parte del publicista Heathcliff Berru, fondatore e CEO di Life or Death PR & Management, agenzia stampa americana che segue o ha seguito, tra gli altri, artisti come Wavves, D’Angelo, DIIV, Speedy Ortiz, ecc..

(N.B.: Siamo nel fatato mondo dell’indie e nel panorama alternativo americano, non in qualche universo moralmente infimo e con concezioni ancestrali in merito a rispetto ed etica).

Coffman ha scritto: Was just retelling/re-remembering a story abt how a very popular music publicist RUBBED my ass and BIT my hair at a bar a couple years ago.

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “Stavo giusto raccontando di nuovo / ricordando di quando un promoter piuttosto conosciuto mi ha PALPATO il culo e MANGIATO i capelli in un bar un paio di anni fa."

”This was someone I barely knew and had just met. He did it in front of 4 of my male friends. Still makes me so damn mad thinking about it"

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “Era qualcuno che conoscevo appena e che avevo appena incontrato. Lo fece di fronte a 4 miei amici maschi. Pensarci mi rende ancora così furiosa.

”Still mad at myself as well for not punching him in the nose, but I totally froze up. Weird survival instinct I guess."

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “Ancora furiosa verso me stessa, per non aver reagito e non averlo preso a pugni nel naso, ma ero completamente paralizzata. Credo sia uno strano spirito di sopravvivenza.

”Just was looking at their current roster and it's amazing. People I know even. Funny how shitty, fake ass people can have so much success"

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “Stavo guardando alla loro attuale situazione ed è assurdo. Persone che conosco. Assurdo come persone false e di merda riescano ad avere così tanto successo."

”And in case anyone was wondering who the ass rubbing, hair biting mother fucker was, I'm not afraid to say it."

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “In ogni caso, per chi si chiedesse chi è il pezzo di merda che mi palpava il culo e mangiava i capelli, non ho paura di dirlo. "

"It was Heathcliff Berru, at Life or Death PR and MGMT"

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “È Heathcliff Berru della Life or Death PR”

"I've been told many women have had scary stories about him for years but are scared to speak up. And dudes overlook it and keep hiring him."

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “Mi è stato detto che moltissime donne hanno un sacco di storie spaventose su di lui, ma hanno troppa paura per parlare. E i ragazzi fanno finta di niente e continuano ad assumerlo "

”Tired of sketchy ass dudes and sexual predators getting a pass from their "bros." Grow a spine and hold your friends accountable."

— Amber Coffman (@Amber_Coffman) 19 Gennaio 2016 “Sono stanca di tizi loschi e predatori sessuali che la fanno franca grazie ai loro ‘fratelli’. Abbiate un po’ di polso e rendete i vostri amici consapevoli”.

In seguito a queste dichiarazioni, altre donne nell’industria musicale e legate all’agenzia hanno espresso il loro supporto e condiviso storie simili.

Bethany Cosentino della band Best Coast, ad esempio, ha detto: Thank you @Amber_Coffman for bravely speaking the truth. Heathcliff Berru is a scumbag and I'm glad someone finally spoke up.

— Best Coast (@BestCoast) 19 Gennaio 2016 “Grazie Amber Coffman per aver coraggiosamente raccontato la verità. Heathcliff Berru è uno stronzo e sono contenta che qualcuno abbia finalmente parlato”.

“Io ero troppo fuori di me per parlare. Seriamente, lui non è una brava persona, a nessun livello.”

I tweet di Coffman sono apparsi su diverse testate americane e nel corso dei giorni successivi sempre più artiste e persone all’interno del circuito musicale hanno iniziato a raccontare le loro storie.

La vicenda è proseguita per giorni, con sempre più vicende e dichiarazioni raccapriccianti che si accumulavano sui social network.

Donne, ragazze e artiste testimoniano di aver vissuto momenti tremendi a causa di Heathcliff Berru, che fino ad ora ha apparentemente agito incontrastato: ragazze incitate e spinte a toccargli il pene e praticargli del sesso orale, altre palpate e toccate mentre venivano accompagnate a casa, alcune raccontano anche di essere state drogate, senza che mai una denuncia o una testimonianza portasse alla luce questi vergognosi accaduti. Tutte si sono sentite troppo sole, spaventate e sopraffatte per riuscire a parlarne oppure spesso, quando avevano trovato il coraggio per raccontare le loro esperienze, erano state ignorate o messe a tacere.(QUI trovate molte delle storie, tweetate in seguito ai racconti di Coffman)

Questo purtroppo è solo un piccolo esempio di ciò che accade alle donne e del perché siano quasi sempre così terrorizzate o demotivate per riferire o dire la propria, anche quando necessaria e doverosa. Troppo spesso succede che, quando episodi simili avvengono, l’indifferenza poi predomini, sminuendo quello che in realtà è un problema reale che non esime nessun ambiente, nessuna situazione, nessun mondo.

Molti gruppi che lavoravano con Life or Death PR hanno dimostrato il loro supporto nei confronti di quanto accaduto, dicendo che avrebbero chiesto chiarimenti all’agenzia, o, come Sadie Dupuis della band Speedy Ortiz ringraziando Coffman per aver reso tutto pubblico.

L’agenzia nei giorni successivi ha iniziato a sgretolarsi, a perdere clienti e credibilità nonostante avessero subito messo avanti le mani sostenendo che la loro politica è di zero tolleranza nei confronti di eventi come questo. (Ricordiamo Berru era uno dei CEO. CEO vuol dire Chief Executive Officer, che vuol dire amministratore delegato, ovvero chi prende tutte le decisioni.)

Ecco parte del comunicato con cui Nick Dierl, presidente della compagnia, è uscito il 20 gennaio: “Life or Death ha una politica di tolleranza zero per i tipi di condotta come quelli denunciati oggi dai post online. Prendiamo queste accuse molto seriamente. (…) Stiamo prendendo provvedimenti per assicurare che i suddetti comportamenti non intralcino le azioni della compagnia e condizionino il nostro impegno nel promuovere l'arte e assistere i nostri clienti.”

Lo stesso Heathcliff Berru ha poi affermato che si sarebbe dimesso da CEO di Life or Death, scrivendo in seguito una dichiarazione pubblicata da LA Weekly: “Ci sono state delle serie accuse riguardo i miei presunti comportamenti inappropriati che meritano una risposta. Mi scuso profondamente con coloro che ho offeso con le mie azioni e per come si sono sentite certe donne a causa mia. Se ho superato i limiti della decenza o del rispetto in situazioni in cui ero ubriaco e sotto l'effetto di droge, non ho nessuna scusa ovviamente.(...) Da molti anni sto combattendo una battaglia persa contro droghe e alcol e rientrerò in riabilitazione sperando di poter migliorare le mie possibilità di vincere questa lotta. In nessun modo queste accuse dovranno riflettersi su Life or Death PR, sullo staff o su chiunque sia associato alla compagnia. Sono problemi miei, non loro, e non potrei essere più orgoglioso di quello che è LoD e cosa rappresenta. Detto questo, mi dimetto da CEO e rimetto tutte le responsabilità all'attuale presidente, Nick Dierl.”

Con una velocità di reazione degna dei tempi di Twitter e dei social, le cose si sono poi ulteriormente aggravate per l’agenzia: alcuni artisti hanno scelto di non lavorare più con Life or Death e lo stesso presidente Nick Dierl ha deciso di lasciare la compagnia.

Ancora non si sa se Heathcliff Berru se la caverà con un ammonimento e un bel programma di rehab, come se il problema fosse l’uso di sostanze, o se verrà giudicato per la gravità delle azioni commesse.

Una cosa è certa: questa questione ha sollevato e risollevato gli animi con modalità che prima raramente si erano viste. Internet e i social network hanno dato voce a casi che fino a prima erano rimasti chiusi nell’armadio e un microcosmo, sebbene micro, ha urlato all’indignazione per i fatti avvenuti. Si spera che tutto questo smuoverà un po’ di più le coscienze e magari porterà altre artiste, altre donne e ragazze a raccontare senza aver più paura.

E poi ovviamente dobbiamo riflettere su quanto queste vicende accadano ovunque, sulla frequenza con cui accadono, sull’indifferenza e sull’omertà che le circondano sempre. Si parla sempre più spesso del sessismo insito nel mondo musicale, più o meno alternativo, di mansplaining e discriminazioni di genere che le musiciste e artiste si ritrovano a subire ogni qualvolta salgono su un palco e si espongono.

Oltre a questo, si sormontano poi le questioni ancora più gravi delle molestie fisiche e delle violenze. Qualunque tipo di prepotenza, di carattere sessuale e non, è talmente normalizzata e insita nel nostro quotidiano, che quando accade tendiamo a minimizzarla, a percepirla in minore gravità, a giustificarla. "Beh vabbè, cosa vuoi che sia, era ubriaco. Lascia perdere!"

Coffman e tutte le altre artiste, musiciste e ragazze che hanno parlato ci hanno dimostrato che qualcosa si può fare, che avere paura ci condanna al silenzio e che la percezione di ciò che è grave deve cambiare.

E soprattutto che quel bel mondo indie e alternativo dove crediamo da sempre si possa vivere meglio, più accettat* e al sicuro, o almeno in qualche modo più protett* rispetto ad altri ambienti, non è nulla di diverso dal resto e non è per niente fatato.

Fonti:

StereoGum

LA Weekly

Rivista Studio