Metropia: L’eroe che odiava il Grande Fratello

di Margherita Laera*

27 / 10 / 2009

Tarik Saleh, regista e sceneggiatore svedese di origini egiziane, ha trascorso gli ultimi sei anni della sua vita lavorando al progetto Metropia, un film d’animazione che ha debuttato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia e viene presentato in questi giorni al London Film Festival.

Dopo un passato da graffiti artist nei sobborghi di Stoccolma, Saleh ha all’attivo alcuni documentari come Gitmo: New Rules of War (2005) sui prigionieri di Guantanamo e Sacrificio: Who betrayed Che Guevara? (2001).

Metropia è il suo primo film d’animazione, ma la sua familiarità con questo linguaggio ha radici profonde: “Sono praticamente nato in uno studio d’animazione – ha rivelato – mio padre era un animatore, e mi sono sempre detto: non farò mai un film d’animazione. E invece eccomi qui”.

Metropia è un thriller fantascientifico, un brutto sogno trasportato sul grande schermo, che deve molto al romanzo di Orwell 1984, a The Matrix e a Europa di Lars Von Trier. Saleh immagina l’Europa del 2024, dove le risorse petrolifere si sono esaurite e i mercati finanziari sono collassati. La popolazione europea è controllata dalla Trexx, società che ha realizzato linee metropolitane per collegare le maggiori città del vecchio continente. Ivan Bahn, amministratore delegato della Trexx, ha infatti creato una rete di sorveglianza capace di controllare la mente delle persone tramite un potentissimo shampoo, chiamato Dangst, i cui minuscoli micro-chip penetrano nel cuoio capelluto e si insediano nel cervello di chi lo usa. Tra gli inconsapevoli consumatori c’è il timido Roger, un ragazzo semi-depresso e con tendenze paranoiche, che da qualche tempo sente voci provenire dall’interno della sua testa.

Un giorno Nina, la seducente modella dello spot televisivo dello shampoo, appare tutt’a un tratto nella metropolitana davanti allo sconcertato protagonista. Avendo riconosciuto la donna, Roger decide di pedinarla: qui comincia la sua avventura alla ricerca della verità: chi è la voce che parla all’interno di sé? Come ha fatto ad installarsi dentro di lui? Chi c’è dietro questa cospirazione e come fare per liberarsene?

Nina si rivela essere la perfetta Bond girl: misteriosa, seducente e manipolatrice, guiderà Roger attraverso varie peripezie.“Dopo aver lavorato su Guantanamo, volevo fare un film che fosse ugualmente un’esperienza incomunicabile”, ha detto Saleh. “Metropia è un film sul futuro dell’Europa e sulla cultura del Grande Fratello. Viviamo in un grande panopticon: siamo costantemente osservati senza poter osservare chi ci osserva”.

Traendo spunto dall’opera di Michel Foucalult, in particolare dal suo libro Sorvegliare e Punire, Saleh parla del meccanismo che regola la società della sorveglianza, in cui il potere può vedere senza essere visto, come nel reality Grande Fratello. “Volevo fare un film dove l’eroe detestasse questa situazione e cercasse di contrastarla”.

Per creare Metropia, Saleh e i suoi animatori hanno utilizzato la tecnica del Cutout su piattaforma digitale con Adobe After Effects, “forzando” un software che non è disegnato per questo genere di lavoro. Questo metodo ha prodotto un effetto iperrealistico e particolarmente convincente. Ispirandosi ai lavori pionieristici dell’animatore russo Yuri Norstein, ogni personaggio del film contiene almeno 80 livelli, ognuno dei quali può essere animato separatamente. Nella versione in lingua originale (inglese), Vincent Gallo (Tetro) e Juliette Lewis (Cape Fear, Natural Born Killers) prestano le loro voci rispettivamente a Roger e Nina.

Il film uscirà nella sale italiane nel 2010.

*tratto da wired

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