"Padova trent’anni dopo - Processo 7 aprile - voci della città degna"

6 / 4 / 2010

In libreria e negli spazi di movimento

Una presa di parola collettiva dei tanti protagonisti di quella enorme e complessa operazione politico-giudiziaria contro i movimenti che è passata alla storia come "processo sette aprile" dal giorno del 1979 nel quale scattarono a Padova e a Roma i primi arresti di docenti universitari, attivisti dell’Autonomia, studenti, sindacalisti, accusati di essere i vertici del terrorismo.  Attraverso queste ed altre voci viene rievocato quel clima, caratterizzato dall’urgenza dello Stato e del Partito Comunista di annullare il conflitto sociale che interessava da un decennio il nostro paese e che metteva in seria difficoltà il sistema dei partiti.Il “teorema Calogero”, dal nome del pubblico ministero della Procura padovana che condusse l’inchiesta, alla fine crollò come un castello di carte.Ma il carcere, la criminalizzazione delle realtà di movimento, dalle assemblee ai giornali, dai collettivi alle radio, aprirono una nuova stagione della Repubblica, impostata sulla vendetta giudiziaria come mezzo di risoluzione dello scontro sociale e politico.A distanza di trent’anni quelle voci che furono incarcerate riprendono a parlare.

Vedi anche:

7 aprile 1979 - ritorno al futuro di Marco Rigamo, Liberitutti

«Io ricordo» su Padova e dintorni. Memoria difensiva degli imputati del processo «7 aprile del Veneto»(.pdf)

Il programma con tutte le iniziative che hanno accompagnato l'uscita del libro

Presentazione del libro

"Padova trent'anni dopo - processo 7 aprile - voci della città degna" (Manifesto Libri).

Gli interventi di:

- Vilma Mazza

- Luca Casarini

- Antonio Negri

- Alisa Del Re

 

- Aurora D'Agostino

- Maurizio Molinari

- Marzio Sturaro

La prefazione del libro

Non ci hanno mai entusiasmato le celebrazioni di anniversari. Il motivo più banale può essere quello che scandire il trascorrere del tempo, rispettandone le canoniche convenzioni di misura, è a dir poco noioso. A volte addirittura reazionario quando all’anniversario si associa una memoria così immobile, mummificata, da diventare “storica”.

Questo libro, nelle nostre intenzioni, l’anniversario lo attraversa, gli rema contro. Risale con irriverenza lungo la tanta acqua passata sotto i ponti in trent’anni: scarta, cambia direzioni, non rispetta la consegna che vorrebbe il tempo come processo lineare e sommatoria di anni e, come tale, capace di far dimenticare tutto. Se vi è la necessità di misurarlo, questo scorrere del tempo, ebbene allora facciamolo utilizzando altri parametri come strumenti: l’indignazione ad esempio.

Per una tra le più vergognose operazioni di repressione compiuta nella storia della Repubblica. Certo. Per quello che è toccato a tanti, per le sofferenze e le tragedie patite. Sicuramente.Ma anche per come va il mondo oggi, per le nuove ingiustizie che si comprendono fino in fondo osservando quanto siano figlie di quelle di un tempo. E’ un buon metro di misura, l’indignazione, per poter capire se tutto è passato, sepolto.

Una indignazione tonificata, anche, da un miserevole libello di un epigono locale di quello che fu il PCI padovano, nel quale è riproposta l’apologia del Teorema Calogero, della criminalizzazione dei movimenti, della pratica terroristica delle liste con nomi e cognomi dei “nemici”

.La piccola sperimentazione che abbiamo condotto per produrre questo testo ci dice il contrario. Ci dice che il tempo è relativo rispetto a principi basilari, fondati su un’idea di mondo che, allora come ora, non coincide per niente con quella che ci viene imposta.Non troverete capitoli titolati in questo testo, ma tanti nomi di persone.

I loro nomi, il loro racconto orale trascritto o lo scambio epistolare, sono la forma che abbiamo scelto. Sono i nomi di uomini e donne che, in forme diverse, sono stati attraversati, segnati profondamente, nel corpo e nella mente, da quegli avvenimenti. Sfidando il tempo e la storia ve li consegnamo trasformandoli da imputati, accusati, arrestati, toccati a vario titolo, in testimoni d’accusa contro la rimozione e la falsificazione delle tante storie che ci appartengono.

Le loro voci compongono il tessuto di una “città degna” che esiste, oggi come ieri.

“Questa terra è la mia terra, questa storia è la mia storia” cantava Woody Guthrie, attraversando l’America della Grande Depressione.

Ci piace ancora, anche se siamo in un altro tempo, in altre storie, in un'altra Crisi.C’è chi vive il tempo come una sfida e chi invece vorrebbe fermarlo a trent’anni fa. C’è una città degna.

E c’è una città indegna che ancor oggi non prova vergogna per quello che ha fatto.Ne prendiamo atto. E andiamo avanti.

Luca Casarini, Vilma Mazza, Marco Rigamo, Marzio Sturaro, Beppi ZambonNel volume sono state raccolte le testimonianze di (e su) Ivo Gallimberti, Alisa De Re, Antonio Negri, Enrico Vandelli, Carmela Di Rocco, Gianni Boetto, Lauso Zagato, Giampaolo Bortoletto, Emilio Vesce, Radio Sherwood, Giambattista Marongiu, Giorgio Boscarolo, Gianni Mainardi, Fabrizio Sormonta, Massimo Cacciari, Annamaria Alborghetti, Augusto Rossi, Maurizio Molinari, Susanna Scotti, Giuseppe Mosconi, Giovanni Omodeo, Giuseppe Zambon, Umberto Curi e Giovanni Palombarini, Marco Rigamo, Celestino Giacon, Paolo De Marchi, Gianfranco Bettin, Massimo Carlotto, Giuseppe Pino Nicotri, Guido Bianchini, Luciano Ferrari Bravo, Gianfranco Ferri, Giancarlo Previati “Gica”, Lamberto Lambertini, Marzio Sturaro, Ivano Spano, Maria Antonietta Berna, Angelo Dal Santo, Alberto Graziani, Lorenzo Bortoli, Pietro Maria Greco “Pedro”.

Gallery

Presentazione di "Con un piede imbrigliato nella storia" con Anna Negri (durata 0:52)

"Padova trent'anni dopo - processo 7 aprile - voci della città degna"