Bologna - Bartebly: "I would prefer not to..."

27 / 3 / 2009

“I would prefer not to...” sono le parole di Bartleby lo scrivano, il nome comune scelto dagli studenti e le studentesse dell'Onda bolognese per il nuovo atelier artistico e culturale nato in via Capo di Lucca 30.
Con questa frase del personaggio di Melville si apre anche l'appello che stanno già firmando decine di artisti, musicisti, scrittori e creativi della città e di tutta Italia, per dare sostegno a quest'esperienza.
“Preferirei di no – scrivono - Avremmo preferenza che un' esigenza espressiva e culturale, vissuta quotidianamente da moltissimi studenti, non fosse relegata a problema di ordine pubblico e risolta con i manganelli della Celere”.
I primi firmatari di questa lettera sono Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Giampiero Rigosi, Stefano Tassinari, Wu Ming. Ma molti altri si stanno aggiungendo e la mobilitazione di sta diffondendo anche grazie ai portali dedicati, come il famoso Carmilla on line, che ha raccolto l'appello di Barleby per diffonderlo a tutto il mondo culturale.

Ma non solo artisti, anche il mondo universitario è stato coinvolto da Bartleby, che si è rivolto a loro con un'altra lettera dove si chiede appoggio e che sta circolando via mail tra i contatti di Unibo. Docenti, ricercatori, dottorandi stanno aderendo, perché in molti riconoscono nel progetto di sperimentazione aperto in via Capo di Lucca, un luogo da difendere, necessario per la città.

Stamattina, in una partecipata conferenza stampa dove hanno parlato anche Wu Ming 2 e il Professor Ermanno Cavazzoni, sono stati presentati i due appelli e una lettera scritta ai vicini di casa, dove si invita tutta la cittadinanza ad attraversare lo spazio: un luogo dove la sicurezza parte dal basso, dalla socialità e dall'attraversamento.

Intanto ieri è anche arrivata notizia delle dieci denunce pronte per occupazione e danneggiamento. "Da qui non ce ne andremo - dicono gli studenti – questo stabile era vuoto da dieci anni. Ci hanno detto che non è agibile, la verità è che l'università non ha mai voluto chiedere l'agibilità, perché non c'era volontà di usarlo. Potete vedere da soli che lo spazio è nuovo e ristrutturato e stiamo già provvedendo a far fare delle perizie per dimostrarlo”. Alla domanda: ma se l'Università vi proponesse di aprire una trattativa? “Assolutamente disponibili a parlare di questa possibilità, ma per ora non ci sembra che da parte della pro-rettrice vi sia questa intenzione. Ora dice che era disponibile a darci gli spazi, la verità è che ogni volta che abbiamo proposto degli eventi, abbiamo sempre dovuto occuparli gli spazi con il rischio costante di sgombero”.

Ma nell'atelier occupato l'entusiasmo è alto e le iniziative vanno avanti: questa sera è previsto un reading con Emidio Clementi dei Massimo Volume, domenica toccherà a Paolo Nori e la prossima settimana ai Wu Ming. Il tutto condito da concerti, performance e assemblee, fino all'appuntamento nazionale dell'Onda con un seminario nazionale e una tavola rotonda su crisi, nuovo welfare e reddito che si terrà a Bologna a partire dal 2 aprile.

Ascolta la conferenza stampa:
- Andrea parla dell'esperienza di Bartleby | audio
- Michele presenta gli appelli a docenti e artisti |

- Donatella racconta della lettera ai vicini |

- Intervento di solidarietà di Wu Ming 2 |

- Il professor Cavazzoni parla della necessità di spazi per la cultura in Università |

- Tommaso fa alcune considerazioni sull'incontro con la pro-rettrice degli studenti |


-Leggi l'appello agli artisti
-Leggi l'appello ai docenti dell'Università di Bologna
Per adesioni: [email protected]


Vai allo speciale L'evasione possibile: Bartleby riscrive la sua storia

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